Ho fatto un casino

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Sono nel pullman che mi porta a scuola e mentre gli alberi passano dal finestrino a cui sono appoggiata, leggo, dopo tanto tempo, un libro intitolato Divergent. Parla di una ragazza che era considerata una debole per il suo corpo gracile e la poca forza che possedeva, con il passare del tempo ha dimostrato di essere più forte di chi l'aveva presa in giro, di essere la chiave di un gioco più grande di lei che l'ha sempre distinta dagli altri. 

Al mio arrivo non trovo Kate come al solito ad aspettarmi davanti al cancello di entrata, cosa molto strana, allora continuo a camminare per la mia strada finchè qualcuno non mi viene a sbattere contro facendomi cadere il libro e lo zaino che avevo in mano. La prima cosa che faccio e piegarmi a raccogliere il tutto, e solo dopo aver accarezzato il libro pulendolo dalla brecciolina alzo lo sguardo e rimango agghiacciata alla vista di quegli occhi nocciola che tanto amo. Lo avrà fatto sicuramente apposta, non gli dico nulla, non ho intenzione di dargli a parlare in modo che non possa dirmi che ho attaccato io corda. 

Raggiungo con enorme fatica l'aula in cui si terrà la mia prima lezione del giorno e quando riesco ad arrivare al banco mi piego in due per riprendere fiato. Che faticaccia! 

La prima lezione è letteratura, il mio corso preferito, ed inizia subito dopo che il prof sia entrato. L'argomento è ancora sull'omaggiare i letterati moderni che hanno spaccato in questi anni tecnologici sovrastando i computer e i cellulari. Giro la testa e continuo a non crederci che Kate non sia qui al mio fianco, probabilmente non è venuta a scuola perchè sta male altrimenti non c'è spiegazione al fatto che non stia partecipando al suo corso preferito. 

Al termine della lezione il professore mi chiama alla cattedra e da buona alunna lo raggiungo immediatamente.

"Signorina Edwards, ho notato che non ha partecipato all'ultimo incontro di letteratura, come le avevo consigliato. La prima cosa che ho pensato quando non l'ho vista è che magari ho sbagliato a chiederglielo e che non è interessata come sembra alla letteratura"

Dannazione! L'ho completamente cancellato dalla testa quell'incontro a cui sarei voluta tanto andare. Con la scoperta del cancro, la concentrazione nell'allontanare i miei amici e espedienti vari mi hanno cancellato dal cervello ogni impegno. Porco pasticcino. 

"No no no professore, mi interessa eccome solo che per colpa di alcuni imprevisti non ho potuto esserci l'ultima volta. Non vedevo l'ora, ed anche ora è così. Le prometto che la prossima volta mi vedrà lì seduta in prima fila" 

Esco dalla classe con l'intento di segnarmi il prossimo incontro sul calendario così da non dimenticarlo e già che ci sono lo segno sul telefono con tanto di allarme di avviso. 

Entro in mensa dirigendomi a prendere un vassoio per metterci qualcosa da mangiare e sforzarmi a mettere qualcosa sotto i denti, d'altronde non posso mica morire di fame, tutti gli sforzi andrebbero perduti.

Come al mio solito mi dirigo al solito tavolo a cui mie siedo e mi blocco nel vedere Kate seduta al suo posto che mangia tranquillamente. Ma che...?

Mi siedo e guardandola in faccia noto che ha un viso deformato dal terrore. Okay, è ufficiale non ci sto capendo niente. 

"Kate, cosa ti è successo?" mi affretto a chiederle preoccupata dalla sua possibile risposta.

"Ho fatto un casino, mi dispiace Faith"

Non faccio in tempo a chiederle cosa ha combinato che scappa via da me, come se lei fosse il fuoco ed io l'acqua pronta a spegnerla. 

Provo a starle dietro, a correre insieme a lei ma la mia resistenza non è più la stessa, infatti mi accascio subito dopo per la stanchezza, ciò, però, non mi fa abbattere e anche se distrutta continuo a camminare controllando ogni angolo che le possa permettere di nascondersi perchè la voglia di sapere cosa ha combinato è superiore alla stanchezza che mi urla di fermarmi. Dopo aver controllato in una marea di aule mi arrendo, con il pensiero che la vedrò nell'ora successiva alla lezione di educazione fisica. Non può scapparmi. 

Mi cambio velocemente i vestiti e indosso le scarpette adatte al campo da football così posso subito andare a lezione e rintracciare quella pazza della mia amica. Da non credersi. Io che non vedo l'ora di entrare in campo, e chi mai l'avrebbe detto che un giorno io sarei stata felice di partecipare alla lezione di educazione fisica?! Nessuno, nemmeno io. 

La intercetto e la raggiungo senza che lei se ne accorga. Gli poggio la mano sulla spalla e per lo spavento salta come un grillo. 

"Dimmi subito cosa hai combinato"

"Ecco io.. oddio no"

Seguo il suo sguardo dietro la mia spalla e quando mi giro vedo Josh correre verso di noi. Nel momento in cui ci troviamo faccia a faccia mi prende fra le sue braccia e mi stringe forte. 

"Mi dispiace, per tutto. Avresti dovuto dirmelo"

Avresti dovuto dirmelo. Ci sciogliamo dall'abbraccio e la prima cosa che faccio e girarmi pietrificata verso Kate. Gliel'ha detto.

"Te l'avevo detto che ho combinato un casino. Scusa"

"Non prendertela con lei, è stata colpa mia. Le ho urlato contro, l'ho fatta piangere, l'ho costretta a dirmi cosa stesse succedendo e quale fosse il motivo per cui lei era tornata a parlarti ed io no. Mi sono sentito messo da parte e subito rimpiazzato da quel bell'imbusto con cui eravate l'altra sera. Io non riuscivo a capire cosa avessi fatto di male prima con te e subito dopo con lei. Mi hai escluso dalla tua vita Faith senza sapere nemmeno il motivo" interviene Josh.

"Io, non volevo.."

"Ora so tutto, non ti devi preoccupare a spiegarmi le cose. Kate mi ha detto cosa è successo e per quale motivo ci avevi eliminati dalla tua vita" ritorna ad abbracciarmi lui "Non ci penso proprio a lasciarti sola e se tu continuerai a non volermi io me ne fregherò e ti starò appiccicato come una cozza " ridiamo insieme alla sua ultima frase. 

Kate si unisce all'abbraccio e per la prima volta in due volte ricambio il loro affetto. Mi faranno piangere fino alla fine, stronzi.

"Josh, solo, non dirlo a Matt"

"Ecco questo è un punto di cui ti volevo parlare. Di cosa hai paura? Lui ti starebbe accanto come lo stiamo facendo noi. Faith, dovresti vederlo sta dando di matto. Sta arrivando a toccare il limite della pazzia e il fatto che ti abbia visto scendere dalla macchina di quel ragazzo non ha migliorato la situazione"

"È il mio dottore"

"Ma lui non ha idea di chi lui sia"

Facciamo cadere il discorso nel momento in cui il coach soffia nel fischietto e richiama all'attenzione tutti gli studenti. Io sono esonerata da questa lezione, anche se ho l'obbligo di partecipazione non partecipo e a convincere il coach a non farmi muovere è stata la prescrizione del dottore Butler. L'unica cosa che sono obbligata a fare è presentarmi a lezione, anche se rimarrò in panchina a guardare gli altri buttare sangue tutto il tempo. Quindi mentre il coach urla il programma giornaliero io mi vado a sedere su una panchina a bordo campo che ormai ha preso la forma del mio sedere.  

A metà lezione sono così annoiata che non mi basta più sbuffare, quindi prendo il cellulare e faccio un giro sui social. Il giro è terminato subito dopo quando ho avuto l'illuminazione nel ricordarmi che ho un libro da leggere nello zaino vicino. La mia salvezza. 

Sono così concentrata a leggere che non mi accorgo che un'ombra si erge sopra di me e pochi secondi dopo mi trovo bagnata come un pulcino dalla testa ai piedi. Mi giro e vedo il mio Matt che mi guarda con rabbia mentre tiene le braccia alzate che mantengono un un secchio ormai vuoto. Non ho nulla da dirgli, mi limito a guardarlo, a guardarlo mentre continua ad odiarmi. E quando non ce la faccio più a mantenere il confronto con lui scoppio a piangere. Non voglio che mi veda, non voglio, ed è per questo che corro via dal campo, dalle urla del coach, da lui.

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