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Guardo mia madre stralunata.

Non può star dicendo sul serio.

Accetto tutto, ma non questo.

"Sì tratta solo di qualche mese!"mi dice.

La guardo attonita. Stringo gli occhi in due fessure. Non mi sarei mai aspettata da lei una cosa del genere.

"Mamma, non sto dicendo che non puoi rifarti una vita... anzi! Sto solo cercando di farti capire, che non c'era bisogno di altre due persone nella nostra famiglia oltre il tuo compagno."sbuffo.

Mia madre mi acchiappa le mani e mi guarda con sguardo dolce.

"Sono due ragazzi educati e simpatici...Io gli ho già conosciuti." Mi accarezza una guancia.

Le sue mani sempre calde, ora sono fredde, e sapete come si dice? Se hai le mani fredde sei innamorata.

Allora mamma è davvero innamorata di quell'uomo?

Non mi sono mai immaginata una vita con mamma e un uomo al suo fianco... e mi ci stavo abituando all'idea di non girovagare per casa in intimo, ma ora tutto cambia: le mie abitudini, i miei riposini pomeridiani che si trasformavano in letargo, i festini con le amiche in camera mia...

"Joyce, mi stai ascoltando?" mamma mi richiama alla durissima verità che affronterò.

"Sì, mamma, parla!"

"Stavo dicendo, ovviamente ci trasferiremo in una nuova casa..."

"COSA?"salto giù dallo sgabello "Io casa nostra non la lascio!"

Metto il broncio. Da piccola funzionava sempre. Io le facevo il broncio, e le mi permetteva di fare tutto ciò che volevo.

"Joyce, sono solo nove mesi, poi vai da papà, ricordi?!" Mi dice con voce dolce ma contemporaneamente rotta.

"Non voglio andarci da papà, te l'ho già detto. Non so nemmeno come è fatto, non voglio un padre che non conosco... e poi ribadisco, io da qui non mi muovo. Ci ho passato i migliori anni della mia vita qui, con zio Esteban, i nonni..."

"Joyce non nominare i nonni, loro non ci sono più!"

Mamma ora è cambiata totalmente. Non la riconosco più.

"Non parlare di loro come se fossero morti perché non lo sono!" Dico a braccia conserte.

"Jocelyn Garcia, fai le valige e non fiatare più... Spero di essere stata chiara con te! Da oggi si fa ciò che dico io!" Le faccio una smorfia e salgo in camera mia.

Jocelyn, JOCELYN GARCIA, non mi aveva mai chiamata così, soprattutto con il cognome di mio padre.

*****

Salgo in macchina con gli auricolari nelle orecchie e lo sguardo sempre rivolto fuori dal finestrino.

Mia madre, prova ripetutamente e soprattutto ininterrottamente a richiamarmi, ma faccio finta di niente anche se il suo sguardo brucia sulla pelle e il movimento delle labbra sembra una cantilena.

"Joyce, pretendo rispetto e clemenza da te. Sono tua madre!" Mi sfila con agilità un auricolare rimettendo subito le mani sul volante.

"Io non ci voglio stare con altre persone in casa, punto!"riprendo l'auricolare e torno nel mondo dei miei sogni fatto da Ultimo e Irama.

Mentre mamma continua a guidare, il cielo si fa sempre più scuro, segno che è quasi pomeriggio tardi.

Mi sistemo meglio sulla sedia accavallando le gambe.

UN ALTRO TRAMONTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora