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Sono passati tre mesi da quando mamma, papà e i miei fratelli sono tornati da Ravenna.

La loro permanenza si è prolungata fino ad un mese e di conseguenza ho praticamente convissuto per un mese con Mitch.

Mi veniva a prendere ogni giorno da scuola, siamo andati a fare la spesa, l'ho curato quando non stava bene e via dicendo.

Oggi c'è la festa dei maturandi alla quale io non ci andrò perché zio Esteban ha organizzato una festa per gli esami di Manuel e quindi siamo stati invitati nella loro casa al mare.

I miei diciotto anni sono già passati. È stata una festa bellissima anche se mancava Timor. Anzi, mi mancava Timor.

Di Rolex non ho più avuto notizie.

Ho provato a chiamarla decine di volte fallendo sempre.

Alla fine mi sono arresa.

"Un brindisi a Manuel, con la speranza che passi questo esame!"dice nonno Kevin.

Si elevano cori da stadio e i calici con lo spumante in alto.

"Ed Ercole?"domando a Killian che è seduto accanto a me.

"Non è voluto venire! Mitch?"contraccambia.

"Ha detto che non si sentiva nel clima adatto. Forse viene stasera quando gli adulti se ne vanno!"dico sorseggiando lo spumante.

"Come si è scusato del fatto di non essere venuto alla tua festa?"

"Ha detto che non si sentiva parte della famiglia. Però in compenso mi ha portato un orso gigante, cioccolatini e rose!"sorrido.

"Tuo padre lo sa?"

"No, e non deve saperlo!"sbotto.

"Mica state insieme. Non c'è niente di male!"fa Killian.

"Vaglielo a dire!"rido.

Mangiamo il dolce e man mano che le ore passano, gli adulti vanno via lasciando a noi giovani la possibilità di divertirci ancora un pò.

"Non mi hai detto una parola da quando sei arrivata!"

"Forse non ne ho voglia!"mi alzo dal lettino, ma Manuel mi acchiappa il braccio "Manuel, dimenticami, se mio padre lo viene a sapere uccide tutti e due!"

"Però Malcom va bene!"

"Ma cosa cazzo dici Manu! Mitch è un amico di mio padre. E poi ha quasi dieci anni più di me! Lavati la bocca prima di sparare cazzate senza senso!"Scrollo il braccio per farmelo lasciare e vado a sedermi su uno scoglio.

Sento parlare gli alti. C'è chi balla, chi beve, chi ride.

"C'era un volta, c'è e ci sarà sempre una luna. Una luna bella, piena, bianca a volte grande a volte piccola. C'erano una volta due bambini. Ci sono. Ci saranno. Furono abbandonati dalla loro mamma perché un giorno sarebbero diventati astronauti e avrebbero messo piede su quella luna. C'era Timor. Un bambino sorridente. Riccio. Con due denti. C'era Sharon. Una bambina costretta dalla vita a badare a suo fratello." Una lacrima riga la mia guancia. Non giro la testa ma sorrido.

"Ma sapevano che un giorno sarebbero riusciti a cavalcare quella luna che ogni sera fissavano con la mano sul cuore. Tipo quando i calciatori fanno l'inno nazionale prima di iniziare la partita. Quell'istante prima." Metto la mano sul cuore "quei cuori che non si separeranno mai. Nel bene e nel male. Perché Timor non è niente senza Sharon. E Sharon non è niente senza Timor.
Loro hanno due cuori diversi, ma una luna in comune!"

Quando finisco di parlare, giro la testa di scatto ed Ercole mi abbraccia.

"Timor!"singhiozzo "Finalmente ti ho trovato!"

"Non ci siamo mai divisi Sharon! Eravamo sempre insieme!"dice stringendomi.

"Come ho fatto a non rendermi conto che eri tu il mio Timor?"piango.

"Siamo cambiati tanto Sharon. Era normale! L'importante è che ora siamo insieme e niente ci separerà più!" Mi prende la testa tra le mani "guardati hai tutto il trucco sbavato! Smettila di piangere ora dai! Non ti sei persa nulla di me! Hai sempre assistito a tutto e ti ho sempre detto ogni minima cosa, ci mancava solo di sapere di essere fratelli, perché per il resto lo siamo stati! Vatti a rifare il trucco dai. Abbiamo una vita per stare insieme!" Lo abbraccio ancora una volta e poi corro in bagno a rifarmi il trucco.

"E così hai ritrovato anche tuo fratello! Ora mancano solo i tuoi genitori! Perché non ti metti alla ricerca anche di loro? Infondo sono passati solo quattordici anni!"

"Manuel, devi lasciarmi stare! Io sono venuta solo per non farti un torto e poi perché sapevo che ci sarebbe stato Killian stasera! Ma di te non me ne frega più un cazzo di niente!"sbotto.

"È un peccato però se tuo padre venisse a sapere il mittente di quelle cinquanta rose rosse, di quell'orso e di quella scatola di cioccolatini neanche fossimo a San Valentino!" Manuel si appoggia alla porta chiusa.

"Cosa vorresti fare? Ricattarmi? Sai che fine ha fatto Ilary vero, o devo ricordartelo?"dico.

"Sai Belle, non funziona così! Io non sono sangue del tuo sangue e se ho voglia di baciarti, ti bacio senza pensarci due volte! Non ho paura di certo di tua madre e tuo padre!"

"Ma io si Manuel! Se solo osi avvicinarti, neanche io ci penso due volte a darti un calcio in mezzo alle gambe! Stai al tuo posto, e non ti succederà niente!"dico.

"Dimmi solo una cosa... Una sola e dopo ti lascio stare! Sei innamorata di Malcom?!" Vedo i suoi occhi diventare lucidi.

Abbasso la testa e porto lo sguardo sulle mie mani intrecciate.

"La verità Belle!"Fa lui.

Lo guardo e poi riabbasso la testa.

"Belle?"

"Sì! Ti senti più contento ora? Mi sono innamorata di una persona che non sei tu!"sbotto "Perché ti piace farti del male da solo Manuel!?"

Si accascia per terra dietro la porta.

"Manuel non fare così perfavore! Sai che sto male!" Dico.

"Non dovevi dirmelo!"

"Ma me lo hai chiesto tu Manu! Deciditi prima con te stesso!" Manuel si alza. Apro la porta e vado via sbattendola.

Riprendo il mio bicchiere, lo bevo tutto d'un sorso sentendo la gola bruciare e dopo vado a sedermi nuovamente sugli scogli.



La nostra piccola Belle avrà detto la verità a Manuel? O è stato solo un modo per farlo allontanare?

Con chi la vorreste vedere?

A chi donerà il suo cuoricino?

UN ALTRO TRAMONTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora