24.

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Sono passati tre mesi dalle mie dimissioni.

Essere mamma è più difficile di quello che speravo. Noah si sveglia dieci volte durante la notte e poi dorme tutto il giorno.

Belle come se non bastasse, non vuole più andare all'asilo perché c'è il suo fratellino. Mi sta facendo esasperare!

Poi si è messa anche mia suocera, la mamma di Logan che ogni giorno si presenta fuori casa con la pretesa di entrare e di vedere suo nipote.

Con Thomas, diciamo che si sta costruendo la relazione affine che tanto sperava. O speravamo. Non ne ho ancora idea.

A mamma mancano tre mesi per partorire.

È giunta quasi la mezzanotte, e nessuno, ma dico nessuno, nemmeno mamma, si sono ricordati del mio compleanno.

Pensano tutti a Noah e Belle dimenticandosi di me.

Scendo le scale in silenzio.

Prendo un muffin dalla dispensa, lo metto in un piatto e poi ci metto una candelina al centro del dolce.

Accendo la cera e aspetto di essere pronta a spegnere la candelina ed esprimo il desiderio.

Non voglio più esser sola

Soffio e la candela si spegne prima che la cera raggiunga la superficie morbida del muffin.

La porta di ingresso si chiude lentamente.

"È questa l'ora di ritirarti, James?"mi giro con il piatto in mano, ma per lo spavento mi cade e si frantuma in mille pezzi.

"Auguri Jocelyn!"

"Porca miseria!"un dolore atroce colpisce il mio piede nudo.

Sanguina.

"Aspetta ti aiuto!"mi solleva, mi fa sedere sul bancone e prende il necessario per medicarmi.

Nella mia testa tante domande si scagliano tra di loro.

Perché proprio ora?

Ora che avevo trovato la mia serenità con Thomas, e avevo messo fine alla nostra storia, riappare come un fantasma.

Perché decide sempre di rovinare i miei piani?

Appena mette l'ovatta sul taglio, stringo i denti. Brucia tantissimo.

Mi mordo un labbro.

"Fatto!"dice. Mi guardo il piede e c'è un cerotto abbastanza grande.

Dopo di che, prende la scopa e spazza per terra togliendo i residui di piatto e il muffin ormai spiattellato.

Appoggia la scopa vicino al muro e poi si avvicina a me, mettendo le mani ai lati delle mia gambe e incastrando il suo sguardo al mio.

Ogni mio tentativo di fuga sarà sempre e comunque bloccato da lui.

Se non fosse perché sono già seduta, sarei caduta a terra da quando ha varcato la porta.

Sento lo stomaco andare su e giù e il cuore fare i salti di gioia.

Avvicina il suo viso al mio e tenta di baciarmi. Ma il mio cervello, ha il sopravvento sul cuore.

Lo respingo voltando il capo e le sue labbra vanno a finire sulla mia guancia. Stringo gli occhi quando le sue labbra si muovono delicatamente sul mio collo.

"No!"lo spingo violentemente.

Mi guarda come se non capisse.

"Che ti prende!?"mi domanda.

UN ALTRO TRAMONTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora