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BELLE

Esco da scuola.

È stato un giorno abbastanza complicato. Ho fatto due interrogazioni e un compito e con le cose che stanno succedendo a casa, non è molto facile conciliare studio e fratelli.

Joel sembra stare bene a casa. La nostra serenità sembrerebbe essersi ristabilita, tranne per il fatto che papà per ora non ha intenzione di tornare a lavorare perché vuole relazionarsi maggiormente a Joel e cominciare a fare parte della sua intera vita.

Penso che comincerò ad andare allo studio per studiare. Casa è un inferno.

"Belle?" Mi giro e trovo Malcom sulla moto.

"Ciao, che ci fai qui?"ci salutiamo con dei baci sulle guance.

"Tuo padre mi ha chiesto di portarti fuori a mangiare perché loro sono andati fuori città e non volevano lasciarti sola!"dice lui.

"Ah... quindi ti hanno detto solo questo?!"

Annuisce.

"Dai sali! Ti porto in un posto dove fanno ottimi hamburger!"mi passa il casco.

Sorrido.

Indosso il casco e salgo sulla moto, dopo pochi secondi Malcom parte.

Così anche oggi mi hanno lasciato sola. È proprio che non riescono a trovare un modo per tirarmi su il morale oggi.

Appena arrivati scendo dalla moto.

"Posso chiederti un favore?" Chiedo. Lui annuisce "Possiamo andare a mangiare in un posto meno affollato?"

"Ogni suo ordine verrà esaudito!"sorride e mi fa ridere.

Quando il nostro ordine è completo, andiamo via e Malcom mi porta in un parco con un lago.

"Ecco, qui è perfetto!"dico guardandomi attorno.

Ci sediamo sull'erba e mangiamo in silenzio.

Prendo respiri profondi più volte.

"Ora posso chiederti io un favore?"mi fa dopo aver finito di mangiare. Annuisco "la finite di dirmi stronzate e mi dici cosa realmente succede?"

"Malcom, credimi, vorrei tanto, ma darei a te un peso inutile! Fidati di me."dico.

"Non hai proferito parola da quando abbiamo iniziato a mangiare, ti incanti al nulla e guardi sempre quell'altalena,che poverina non ti ha fatto niente! Se hai paura che non sappia tenere un segreto, fidati che gli mantengo perché altrimenti tuo padre, saprebbe già da un mese, che quella sera al Club, il giorno prima che ci conoscessimo, hai limonato con il cugino di tua madre..."

"Malcom, non sai un cazzo di me! Che tu mi abbia fatto due tatuaggi, che mi abbia salvato da quei due, o che oggi mi hai portata con te, non significa che sei mio amico... Già non parlo facilmente di queste cose, perlopiù con una persona che non conosco!" Mi alzo e corro verso l'altalena e quando mi ci siedo, mi dondolo a mala pena.

Mi asciugo alcune lacrime che mi hanno rigato la faccia.

Sono sicura al cento per cento che mi abbia seguita.

"Scusami, non volevo! Voglio solo cercare di aiutarti in qualche modo... magari farti sfogare un pò."dice sedendosi sull'altra altalena.

"Nessuno può capirmi Malcom. Se io ti raccontassi tutto della mia vita, scapperesti!"dico.

"Magari mi intrighi e decido di rimanere senza andarmene più!"sorride.

Scuoto la testa.

"È più difficile di quello che credi!"dico sospirando.

"Avanti dai! Tu mi dici una cosa tua, io te ne dico una mia..."dice.

"Malcom è inutile! Non parlo. Sono cose troppo private che non vado a dire di certo al primo che capita!"dico sbuffando.

"Belle, avrebbe dovuto dirtelo tuo padre, ma te lo dico io. Mancheranno una settimana e passerai questa settimana con me. Non possiamo convivere se tu ti ostini a non parlarmi!"Sbotta.

"Dovremmo dormire sotto lo stesso tetto?! È ogni anno così! Trovano sempre un appiglio. Prima la nonna, poi zio James, e quest'anno tu! Non posso crederci che l'abbiano fatto davvero!"

"Mi dici che cazzo ti prende?!"alza la voce.

Mi alzo dall'altalena, lo prendo per mano con tutta la ferocia che ho in corpo e cammino per qualche metro a grosse falcate.

Per la strada non c'è nessuno.

Gli occhi mi pizzicano.

"Qua, quindici anni fa, proprio in quel punto, è morto mio fratello!"dico con la voce tremante.

Malcom abbassa la testa e non parla.

Sorrido nevosa.

"Lo sapevo! Appena sentono che ho un fratello morto, stanno tutti zitti! Ma sai Malcom non è solo questo... Sono stata adottata da Logan e Joyce quando avevo quattro anni, Ilary mi frustava senza alcuna pietà... e quella, quella altalena li "indico le altalene dove eravamo seduti poco fa "era l'altalena dove spingevo mio fratello ogni giorno, fino all'ultimo!" Piango.

Sto tremando.

"Non hai niente da vergognarti! Ti sarebbe potuta andare peggio... È vero, hai perso un fratello ma ora ne hai altri tre! Hai una famiglia che ti vuole bene. Tuo padre stravede per te e glielo leggo negli occhi ogni volta che mi parla di te. Mi racconta sempre che il merito se lui ora è sposato con Jocelyn, in parte è il tuo." Sorride "mi ha raccontato anche di quella volta che gli hai fatti baciare perché stavate giocando sul letto a farvi il solletico! Non puoi lamentarti sempre Belle. La vita non è mai rose e fiori. Devi accettare anche le spine..."

"Malcom, mi lasciano ogni anno sola perché non hanno il coraggio di alzarmi il morale in un giorno come questo."dico gestiscolando.

"Ascoltami un attimo..."mi prende le mani "Non tutti hanno la tua stessa forza di affrontare la vita ogni giorno, e devi cercare di capirli. C'è chi è più fragile dell'altro. Sei una ragazza testarda, forte, però quella corazza che ti sei creata, devi metterla un pò giù. Se tu parli di queste cose con rabbia, è naturale che le persone vadano via."

"Io non voglio fare pietà a nessuno!" Dico ritraendo le mani.

"Le persone ti accetteranno per quello che sei e non per quello che desideri essere. I muri prima o poi crollano, perché incontri quella persona capace di farlo e allora capisci che hai sbagliato sempre nella vita."

"Non è vero!"

"Allora tua madre e tuo padre ti vogliono bene perché gli fai pena?"

"No, perché sono i miei genitori!" Dico.

"Ecco, appunto! Ti hanno voluto bene sin dal primo istante perché eri semplicemente Belle, per la tua sincerità, per la tua allegria, non mandare tutto a puttane per un cazzo di muro che ti sei creata!"alza la voce.

"Ho paura!" Scoppio a piangere "ho paura dei miei diciotto anni perché ho il timore che tutto questo possa finire e che mi possa ritrovare ad affrontare la vita da sola, senza nessuno che mi sorregga quando cado!"

Rimaniamo in silenzio.

"Certo che però sei una masochista professionale! Se sti posti ti fanno star male, non tornarci!" Dice "Ti accompagno a casa?"mi domanda e annuisco.

In dieci minuti siamo a casa. Lui va via e io salgo sopra.

UN ALTRO TRAMONTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora