8.

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Mary ci ha lasciati soli da dieci minuti e noi, non facciamo altro che distogliere lo sguardo da quello dell'altro.

Non è cambiato di una virgola.

Il mio cuore batte all'impazzata, forse un pò di meno delle altre volte.

"Come stai?"mi domanda sedendosi difronte a me.

Lo guardo interrogativa.

"Sai dirmi solo questo Thomas!?"pronunciare il suo nome, mi fa tremare la voce.

Un groppo si crea in gola e cerco in tutti i modi di mandarlo giù.

"Dovrei saltarti al collo e baciarti?" Dice lui guardandomi con un sopracciglio alzato.

Non so cosa rispondergli.

"Come minimo, se davvero mi ami!" Dico io trattenendo ogni impulso nervoso del mio corpo.

Sto tremando come una foglia.

"Scusami se ti ho illusa. È stato tutto un malinteso. Ho confuso l'amicizia con l'amore! Noi possiamo essere solo amici!" Fa lui.

Lo guardo in modo assassino. Vorrei ucciderlo.

"Non stai dicendo seriamente!"

"Davvero Joyce! Io ormai ho una ragazza, ci sto bene con lei. Ti vedo solo come un'amica. Non ti ho mai amata!" Fa lui.

Asciugo una lacrima furtiva.

"Perché mi hai invitata a cena allora? Potevi anche presentarti a casa mia e dirmi le cose come stavano!"dico io alzando il tono della voce.

La voglia di baciarlo, è diventata voglia di ucciderlo e sotterrarlo con le mie stesse mani.

"Non ho avuto il coraggio! Logan mi aveva detto che stavi male per ciò che non ho fatto, ovvero starti accanto, e non avrei voluto darti un'altra delusione!"fa lui schietto.

"Grazie Thomas per avermi rovinato le vacanze!" Vado via correndo.

Mi asciugo le lacrime e parlo nella mente.

Non puoi stare male per uno del genere Joyce. Devi riprenderti il prima possibile. Fatti una vita come se l'è fatta lui. Non lo pensare più. Si renderà conto troppo tardi dell'errore che ha fatto.

Ha perso la ragazza che per lui avrebbe dato il mondo.

Lo guardo un'ultima volta e poi vado via sbattendo la porta e con le urla di Mary che mi corrono dietro.

Le lacrime che scendono sulle mie guance, hanno un scia calda in confronto al freddo gelido che fa questi giorni.

Il mio cellulare vibra. Lo prendo e leggo il messaggio.

Dove sei?

Logan.

Non rispondo.

Rimetto il cellulare in tasca e mi dirigo verso casa.

I rami spogli degli alberi fanno avanti e dietro, ondeggiando a ritmo del vento.

Il parco è deserto. C'è solo una bambina che spinge l'altalena vuota.

È una bambina trasandata. Ha i capelli color castagna sciolti che volano al vento. Indossa un vestitino un pò stropicciato. Starà morendo di freddo.

Mi guardo attorno. Non c'è nessuno che mi possa condurre alla bambina. Mi ci avvicino molto cautamente per non farla spaventare.

Mi siedo sull'altra altalena e comincio a dondolarmi molto delicatamente. Oscillo di pochi centimetri.

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