• 1 - KIM

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*<<Dove vai, papà?>> la voce fuoriesce così tremolante dalle mie labbra che non riesco a respirare. Gli occhi cominciano a bruciarmi e la figura grande di mio padre si fa sempre più offuscata sotto le lacrime calde che solcano sul mio viso. Lo guardo dal basso mentre con le mani avvolgo le mie spalle per abbracciarmi e aspetto che mi afferri per abbandonarmi finalmente sul suo petto. E quando si decide a farlo riesco a sentire come ogni volta il suo profumo di colonia che mette sempre dopo essersi fatto la barba. Ma questa volta l'aroma sembra svanire con i secondi, accorgendomi non solo del suo aspetto trasandato, per di più è la prima volta che lo vedo piangere; i capelli disordinati, le borse sotto gli occhi e la barba è lunga e pungente quando affondo il viso nel suo collo per stringerlo.
<<Non lasciarmi da sola papà, la mamma piange e strilla. Non vuole restare con me, sembra molto arrabbiata>> lo imploro stringendo la presa al suo collo e quando la sua sembra demordere capisco che non è di buonumore.
<<Le passerà. Ora va a dormire che tuo fratello ti aspetta, papà deve svolgere un lavoro importante>> alza lo sguardo sulla persona alle mie spalle e con un gesto veloce degli occhi li sposta di nuovo su di me.
<<Spero che tu stia facendo la cosa giusta>> afferma mio fratello calando gli occhi sul pavimento, si avvicina e da un rapido abbraccio a nostro padre.
<<Mi dispiace tesoro, non avrei voluto>> il suo volto sembra coprirsi di lacrime quando anche il mio pianto incontrollabile fa avvampare il mio viso, bruciandolo e dipingendolo di dolore, nonchè di rosso.
<<Andiamo Kim, andiamo via di qui!>> urla mio fratello tirandomi per un braccio, e ancora una volta la figura bianca di mio padre viene avvolta dall'oscurità.*

~

Ancora una volta mi sveglio di soprassalto e per di più con un'emicrania che mi martella la testa. Avvolta dal sole, che penetra dalla tapparella appena poco sollevata, mi accorgo che la sveglia debba ancora suonare.
Ancora affannata dal brutto colpo getto il capo sul cuscino premendo una mano sulla fronte, finalmente la notte è passata ma il risveglio poteva andarmi anche peggio.
Quest'incubo mi perseguita, forse da anni ormai da quando mio padre ha preso la dura scelta di andarsene.

A volte mi chiedo se la vita mi abbia giocato un brutto scherzo, uno di quelli che sembrano fin troppo reali per credere che da un momento all'altro possano svegliarti. Ti accorgi troppo tardi che quegli incubi che crediamo sogni prendono vita nel medesimo istante in cui ti accorgi che tutto sta per crollare, che tutto l'amore che credevi di ricevere si trasforma in dolore e in qualcosa che speravi potesse cambiare i tuoi piani. Nel mio caso, questi incubi hanno avuto la peggio sulla mia vita, portando delusioni e grigiore tra i membri della famiglia, o almeno quelli che mi sono rimasti.
Allora mi domando: c'è davvero una differenza tra abbandono o lasciare andare qualcuno?
Mi chiedo se mio padre ci avesse mai pensato.

E mentre mi imbatto nei momenti malinconici abituali della giornata vengo interrotta dalla sveglia che riecheggia squillante tra le quattro mura. La lascio cantare mentre con occhi stanchi guardo il soffitto per placare i martellamenti del cuore. Odio questi attimi di vulnerabilità, rendono superabili la mia forza che mi ostino a sottovalutare. Ancora stesa scaglio un pugno sulla sveglia, infastidita per il suo rumore tonante e ripetitivo.
Pianto i piedi sul pavimento freddo e ancora con gli occhi chiusi mi stiracchio con decenza, non curandomi del fatto che sia senza pantaloni, ma per fortuna c'è il mio felpone di due taglie più grandi a coprirmi metà cosce e per di più il seno scoperto che non ho curato di raccogliere in una semplice fascia che uso per la notte a mo di reggiseno. Mi svesto di qualsiasi indumento percorrendo il breve percorso che porta al bagno di camera mia.
Neanche il tempo di entrare in doccia che subito per le scale si sentono dei tonfi, neanche stessero martellando una parete per buttarla giù. Pesanti e goffi, come solo l'unica donna suprema di questa casa possa fare per annunciare il suo arrivo, spalanca la porta come se niente le riguardasse e mi scruta attentamente come se stesse trovando un motivo per cui richiamarmi.

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora