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Erano la notizia del momento, e lo sarebbero stati per molto

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Erano la notizia del momento, e lo sarebbero stati per molto.
Il nome del vecchio era Ragnar Lodbrok, figlio di un dio e re fra gli uomini. Solo nominando il suo nome, i sovrani tremavano e il vento si innalzava, levando le sue avventure in ogni regione. Era famoso per la sua ferocia e la sua intelligenza ma, soprattutto, per tutte le sue vittorie contro gli eserciti nemici.
Per me, era come vedere un santo: ne avevo sentito parlare per una vita intera, ed ora eccolo lì.
Vivo, forte e bellissimo.

Nessuno aveva dimenticato ciò che era successo l'ultima volta che Ragnar e i suoi uomini avevano fatto rotta nelle nostre terre, quindici anni prima.
Si vociferava che il sovrano pagano fosse diventato quasi amico del nostro re, Ecbert, e che uno dei suoi si fosse convertito al cristianesimo dopo aver ricevuto la chiamata.
E quello stesso voltafaccia aveva poi intrapreso una relazione extraconiugale con la principessa Judith, dando alla luce il bambino del miracolo: Alfred.
Lui, il mio migliore amico e futuro re, non era altro che un meticcio bastardo: certe volte, il destino sapeva essere divertente.

«Thora?»

Joanne, la cuoca del castello, mi guardava con malessere oltre l'alto pentolone in cui già ribolliva la cena. Era una donna magra e gobba, ma di buon cuore: per quanto non lo fossi, mi aveva subito preso sotto la sua ala, curandomi come se fossi una figlia. Di davvero sue, non ne aveva mai avute, e questa era la sua unica colpa.

«Non sto dormendo,» mi difesi, prendendo a pelare le patate con più energia: «mi ero solo incantata per un minuto.»

La donna mi guardò di sottecchi, continuando a mescolare. Quel pomeriggio, la cucina era insolitamente affollata – chi rammendava un calzino, chi lavava le pentole, chi schiacciava un pisolino di nascosto – ed era davvero insolito: improvvisamente, nessuno necessitava di un servitore?
Lanciai uno sguardo verso la piccola finestra, notando che il buio aveva cominciato la sua ascesa: perché ci metteva tanto? Perché non mi faceva chiamare?

«È come se l'aria fosse cambiata,» ammisi, infine: «come se avessero sparso una qualche sostanza.»

«Quella è la paura, tesoro: la paura della novità,» commentò lei, sospirando. «Credevo che non li avrei rivisti.»

«L'ultima volta, un pagano ci ha donato di una nuova vita,» pensai: «e se ora fossero qui per riprendersela? Se fossero qui per Alfred?»

Quella era la mia preoccupazione maggiore: che i pagani mi avrebbero portato via Alfred. Mi ero tenuta quel pensiero nel petto sin dal primo momento, lasciandolo ristagnare nella preoccupazione e nel terrore.
Credevo che, a quell'ora, sarei già stata al suo fianco e informata degli eventi, ma non era stato così: Alfred non mi aveva fatta chiamare.

Qualcosa stava andando nel verso sbagliato.

«Forse dovrei andare da lui.»

Joanne si bloccò, stralunata. «Non puoi presentarti al cospetto di un principe senza una valida motivazione! E no, l'amicizia che non dovreste nemmeno avere non è una motivazione accettabile.»

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