Epilogo

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100 giorni dopo

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100 giorni dopo

Ero rinchiusa in una stanza vuota, bianca come latte e vuota di dolore: non vedevo nulla; non sentivo nulla, se non la sensazione di mancanza tagliata sulla pelle. Ero rimasta sola, completamente abbandonata a me stessa. Se n'erano andati tutti.
E poi, improvvisamente, comparve il mare.

Ivar era in piedi al mio fianco - solido sulle sue gambe e senza stampelle - e mi guardava con un leggero sorriso sulle labbra. Il suo viso, reso caldo dai raggi estivi, era liscio e sembrava aver dimenticato qualsiasi ricordo di sofferenza e stanchezza. Vestito con una semplice camicia bianca e i capelli tagliati corti sulla nuca, Ivar sembrava per la prima volta rappresentare la sua età: era solo un ragazzo, nemmeno ventenne, che cercava di conquistare il suo posto nel mondo.

"È stato un lungo viaggio," disse e la sua voce rimbombò nell'eco. "Non devi più preoccuparti di nulla."
Mi prese la mano e, non appena le nostre mani si sfiorarono, un ricordò spezzò la mia mente: il sangue, il coltello, un cuore spezzato.
"Ivar," balbettai, sconvolta: "tu sei-"
"Va tutto bene," mi bloccò, leggero e mi prese contro di sé, avvolgendomi in un abbraccio.
Il suo corpo era caldo, morbido e profumava di buono: chiedermi di allontanarmi era pressoché una condanna a morte.
Le mie dita si strinsero alla sua camicia, quasi sperando di poter rubare la sua essenza.
Non poteva essere solo un ricordo.

"Dovrai essere forte d'ora in poi," disse, continuando ad accarezzarmi la schiena: "forte e brillante come sei sempre stata. Se non vuoi farlo per te, fallo per me."
"Sono stanca di esserlo, Ivar," sussurrai contro il suo petto, sospirando in silenzio. "Stanca di dover combattere, sopravvivere. Vorrei solo...vivere."

Il ragazzo mi prese per le spalle così da costringermi a guardarlo negli occhi: "allora fallo. Dimentica tutto e vivi, Thora. Il mondo andrà avanti comunque, tanto vale che stai al gioco."
I suoi occhi brillavano ancora come il primo giorno, incredibilmente pieno di desiderio: rendermi conto che fosse tutto un sogno fece più male di quanto previsto.

Tirai un sorriso e, piano, gli accarezzai la guancia, beandomi di quel momento - forse l'ultimo. "Grazie, Ivar."
Lui si bloccò su quelle parole, cristallizzato in quell'ultimo senso di famigliarità. Una lacrima bagnò la mia mano mentre tremava.
"Perdonami."

Quell'ultima supplica risuonava ancora nelle mie orecchie quando riaprii gli occhi, ritrovandomi immobile nel mio vecchio letto. Le guance erano sporche di lacrime e sudavo freddo.
Era solo un sogno.

"Thora!"
Qualcuno mi corse incontro, aiutandomi a sedermi e asciugando la mia fronte con il dorso delle sue mani. Fu semplice riconoscere Hvisterk in quei gesti.
"Sto bene," provai a dire, ma lui non mi crebbe, continuando a guardarmi con cupa preoccupazione. Nel corso del tempo, era cambiato anche lui: le ferite sulla pelle si erano rimarginate ma quelle del cuore avevano rovinato ogni cosa.
Stentava a riconoscersi, a volte, ma ormai aveva smesso di mentire a sé stesso.

"Hai avuto un altro incubo?" Chiese, sistemandomi i capelli dietro le orecchie, così da aiutarmi a liberare il viso. Stanca, appoggiai la fronte contro la sua spalla, cercandovi un conforto che sapevo essere lontano.
"Continuo a vederlo," ammisi, sofferente. "Lo vedo e sono costretta a dirgli addio. Ancora e ancora."
Era una sofferenza senza fine; incisa nella mia pelle e nei ricordi.
Ivar era morto; Bjorn aveva conquistato Kattegat; Alfred era tornato re e io e Hvisterk eravamo fuggitivi nell'ombra. Alla fine dei giochi, ero ancora una perdente.

"Thora."
Hvisterk mi prese per le spalle, costringendomi a guardarlo in volto. Erano scuri i suoi occhi, caldi come il miele e rassicuranti. Sapevano di casa. "Devi dimenticare tutto, Thora. Il mondo andrà avanti comunque, tanto vale che stai al gioco. Io sarò con te."
Lo guardai confusa, ancora traballante in quelle parole: nel mio sogno, Ivar aveva detto le stesse, cercando di aiutarmi. Che fosse un modo del destino per dirmi che dovevo fidarmi? Che, in fondo, possedevo già tutto ciò di cui avevo bisogno?
Risentii il calore nel petto.

"Dovremmo tornare su quella collina, raccogliere i fiori che mi avevi promesso."
Hvisterk sorrise, accogliendo con piacere la mia proposta e mi diede un piccolo bacio sulla fronte. "Ne sei sicura?"
Non lo ero, ma finsi bene mentre indossai i miei vestititi e salutavo Elga e Erik, ancora i nostri salvatori, e proseguivo nel viaggio mano a mano con Hvisterk.

Per lui non era stato facile.
Erano passati giorni, settimane, prima che accettasse seriamente di prendermi in ascolto mentre il perdono  - quello - era stato ancora più duro da ottenere. In realtà, in quel periodo non avevo le forze per potermi giustificare dei miei crimini ma lui aveva capito ogni cosa semplicemente standomi al fianco, nel modo in cui lo cercavo e chiamavo il suo nome.
Sentendo il suo amore, mi ero resa conto di quanto fosse profondo quello che provavo per lui e quanto fossi stata una stupida a lungo.
Ero stata io a baciarla per primo, quella volta, e lui aveva promesso che sarebbe stato per sempre.

"Sei stanca?"
Scossi il volto, sorridendogli con gentilezza mentre giungevano alla cima della collina che era stata la prima testimone del nostro inizio. Quella volta, era primavera e i primi fiori brillavano sotto i nostri occhi. Tutto risplendeva di vita.

"Dovremmo venire più spesso," pensai, mentre Hvisterk mi avvolgeva dalle spalle, tenendomi al caldo sotto il suo mantello. Mi baciò la guancia, aspirando il profumo dei miei capelli.
"Ti manca la vista?"
Mi mancavano tante cose, in realtà.
Mi mancava aveva un migliore amico, che era anche il re del Wessex, e sapere di poter contare su di lui; mi mancava il nostro passato insieme. Ogni tanto mi chiedevo se Alfred pensasse ancora a me, così come io pensavo ancora a lui. Ci eravamo detti addio: forse era troppo presto? Quelli erano giuramenti difficile da sciogliere.

E poi mi mancava Ivar, il mio primo amore e nemico.
La sua anima era rimasta incastrata in ogni cosa, in ogni mio ricordo, e non era qualcosa semplicemente da dimenticare. Per un periodo, lui era stato il mio tutto.
"Possiamo tornare," disse Hvisterk, calmo: "anche se pericoloso, non voglio dire addio a tutto questo."

Lo guardai e lo trovai con un sorriso sulle labbra. "Prima ho mentito - sai, dicendoti che dovresti dimenticare tutto. Certe cose rimangono con noi, per quanto non sia giusto o doloroso. Devono farlo. Non possiamo respingerle ma solo accettarle: solo allora potremo tornare a vivere. Continua nel tuo futuro ma non dimenticare i passi che hai compiuto nel passato: così troverai la strada."
Tornare a vivere, non dimenticare: sembrava tutto così difficile, eppure quello era stato l'ultimo desiderio per Ivar nei miei confronti.

Sei forte, Thora.
Lui non aveva mai sbagliato una previsione.

Mi voltai verso Hvisterk e mi alzai sulle punte per dargli un piccolo bacio sulle labbra. Lui, sorpreso, non riuscii a non tentennare. "Come? Perché?"
"Tu sei il mio passato," ricordai e lo presi per mano, lasciando scomparire la mia - piccola - nella sua: "ma sei anche il mio futuro. Torniamo a vivere insieme."
Hvisterk rimase un attimo interdetto ma, quando capì, la luce brillò sul suo volto: mi prese il volto con entrambe le mani e mi baciò con foga, facendomi arretrare di qualche passo.
Mi fece ridere - solo lui riusciva - e tornai a stringerlo.

Pensai a tante cose, in quel momento, guardandolo.
Pensai a quanto avevo dovuto passare; a quanto dolore e quei pochi momenti di felicità che mi erano stati concessi. Pensai che forse non era stata una punizione, ma un lungo prologo per ciò che stava per venire. Pensai che avrei dovuto seguire quella speranza, per quanto piccola. Pensai ad Hvisterk e pensai che è in lui che si risolveva la mia storia: quella di una ragazza, un tempo la schiava favorita di un re ed ora, semplicemente, libera.

Angolo

Questa storia è ufficialmente finita, quasi non riesco a crederci dopo quasi nove mesi di continuo e una pausa nel mezzo😂
Ci tengo a ringraziare tutti voi che avete seguito Thora in questa avventura e avete sostenuto me, anche nei momenti peggiori: se esiste un epilogo è soprattutto grazie a voi❤️

È stata molto dura, ma spero che il finale vi abbia lasciato un po' di pace nel cuore. :)
Spero di ritrovarvi l'anno prossimo con le mie nuove storie❤️
Buon anno a tutti!!
Giulia❤️

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