Non uccidetemi, grazie 🖤
Tutto andò come promesso.
Esisteva un villaggio e anche una famiglia amorevole con dei bambini: ad accogliermi, quella volta, furono dei sorrisi.
Era ciò che avevo sempre sognato - vivere in pace - eppure, nonostante quella vittoria, il mio cuore continuava ad essere infelice.Il tempo passava ma la fine non era ancora giunta.
"Thora?"
Una mano si posò sulla mia, bloccando i miei gesti: solo in quel momento mi resi conto che, invece che la carne, stavo per pugnalarmi la mano."Oh," sussurrai, imbarazzata: "non me ne ero accorta."
Elga sorrise gentile, tornando poi a tagliare le verdure sul lato opposto del tavolo.
La donna era la matriarca della famiglia mentre il marito, per quanto rilevante, passava la maggior parte del tempo a caccia e si fidava ciecamente della moglie; la supportava. Era stato insolito conoscere un equilibrio simile all'interno di una famiglia qualsiasi: per un poco, erano riusciti a convincermi che tutte potessero essere così."Ieri sera non hai toccato cibo," commentò, fingendo di non guardarmi: "e ti ho sentita camminare per la stanza questa notte. Dovremo forse chiamare un medico?"
Accennai un sorriso, seppur fugace. "Credo sia solo il cambio d'aria: mi abituerò presto."
Elga non mi credette nemmeno per un istante.
Posò il coltello sul tavolo e strinse le braccia al petto, sostenendo il mio sguardo con presunzione. "Non erano questi i patti, ragazzina: non ho investito su una bugiarda."Sbattei le palpebre, totalmente sconvolta. "Come?"
"Hai sentito bene," esclamò lei, convinta: "quando quel principino venne da me a chiedermi di ospitarti, io mi opposi subito alla sua richiesta. Quello stupido pensava davvero che io avrei potuto correre tutti questi rischi per nulla."Sapere quella verità mi ferì.
Mi morsi l'interno guancia, guardandomi i piedi: se ero una tale spina nel fianco per chiunque volesse avvicinarmisi, quanto doveva aver pagato Ivar per la mia protezione? Alla fine, avevo sempre avuto ragione: non avrei mai avuto un casa mia."Le sue parole non erano allettanti, ma i suoi occhi mi convinsero." Elga tirò le labbra e mi guardò scuotendo il volto: "Era disperato, completamente fuori di sé. Stava per morire e la sua più grande preoccupazione eri tu: era da molto che non vedevo qualcuno tenere tanto ad una persona."
Erano stati i suoi occhi.
Li immaginai, azzurri e tormentati come un cielo prima di una tempesta. Ivar si era sforzato ad arrivare sino al villaggio e aveva pregato per me: avrei dovuto convivere sapendo che non avrei mai potuto ripagare il mio debito."Avrei preferito si fosse preoccupato per sé," commentai, arida: "Diventare re gli ha fatto perdere la testa."
Elga increspò la fronte, confusa dalle mie parole. "Re? Di chi stai parlando?"Il tempo si gelò su quelle precise parole.
Di chi stai parlando?
La testa prese a girare troppo velocemente."Elga!"
La porta si spalancò di colpo e un uomo dalla barba rossa entrò velocemente, arrivando alla moglie. Erik aveva gli occhi sgranati e le gote arrossate – in tutto quel periodo, quella era la prima volta che lo vedevo fuori di sé.
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The favourite
Narrativa StoricaWessex, fine 800. Thora è la giovane favorita del principe Alfred, futuro re della regione. È una semplice serva, ma con una mente spigolosa e pungente, tipica dei furfanti dei sobborghi. Lei è la ragazza che sa usare una spada, quella che in chies...