XXXVI

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Ben e Bill

Si risvegliano a pochi metri di distanza.
"Bill. Hey Bill" Ben lo scosse leggermente.
Si trovarono in una delle carrozze del circo dove alloggiavano gli artisti.
"Ragazzi forza"
"Bev...sei tu?"
Dall'ombra uscì una figura che aveva solo la voce vagamente simile a quella di Bev.
"Tu cosa-"
La figura sputò qualcosa per poi trasformarsi nel ragazzo che avevano visto alla baia.
"Dai Bill. Non puoi non riconoscermi" disse il ragazzino che per un attimo gli era sembrato Georgie. "Che ne dite se facciamo un gioco assieme?"
"Perché dovremmo?" Chiese Ben.
"Perché senno non uscirete mai di qui" e sorrise. "Qualcuno di voi sa cosa sono i tarocchi?"
"Intendi le carte?" Chiese Bill vagamente confuso.
"Esatto. Il gioco consiste in questo. Come sapete, nei tarocchi le carte possono essere o dritte o rovesciate, e in base a quello hanno un significato positivo o negativo. Farete una partita contro di me. Verranno pescate tre carte per gruppo e chi ha più carte girate nel verso corretto vincerà. Siete con me?"
I ragazzi si guardarono.
"D'accordo"
Un tavolo apparve, con 20 carte identiche rovesciate.
"Bene, prima gli ospiti"
Bill lasciò scegliere a Ben la prima carta.
Girò una carta e vide che era rovesciata.
"L'imperatore. Se girato al contrario significa grande immaturità e rappresenta la tirannia inflitta o subita. Molto azzeccata, se posso permettermi" e il ragazzo ridacchiò. La carta svanì e il mazzo si rimescolò.
Il ragazzo girò una carta ed era dritta.
"La Temperanza, rappresenza la ricerca dell'equilibrio. Ora a voi"
Bill andò verso il tavolo e dopo un paio di minuti, dopo aver cercato con lo sguardo un indizio che potesse fargli capire se le carte erano girate o meno, alzò una carta.
Di nuovo rovesciata.
"Il Diavolo, simbolo della lussuria. Anche se fosse stata dritta, avrebbe avuto un significato maligno" e rise nuovo.
Il ragazzo, sorridente e felice, girò la carta; sempre dritta.
"Il Mondo, significato di completezza e dice anche di rallegrarsi degli obbiettivi raggiunti"
Ben e Bill si avvicinarono.
"Bill che cazzo facciamo. Abbiamo praticamente perso-"
"Se volete" disse il ragazzo "posso darvi un'ultima possibilità"
I ragazzi si girarono nella sua direzione
"Se la prossima carta che scegliete è dritta avete vinto la partita"
Quel ragazzo avrebbe potuto anche essere loro amico, se solo non fosse stato un'illusione di quel posto.

"Ben ci sei?"
Bev cercava di attirare la sua attenzione.
"Dovresti smetterla di sfogliare quel libro. Ti sta solo condizionando ancora di più"
"Ci deve essere un modo. Tutto muore prima o poi!" Disse mentre cercava delle informazioni nel libro che teneva in mano.
"Ben"
Lui finalmente la guardò in faccia.
"Tutto quello che devi fare è credere in te stesso e nelle tue capacità, okay?"
"E se non basta?"
"Basterà. Credi in quello che sei e basterà, me lo prometti?"
Lui con il volto arrossato per i complimenti rispose: "Prometto".

Il volto di Ben si illuminò.
"Io sono il Mago. Qualunque carta che alzerò sarà girata nel verso giusto" disse ad alta voce.
Il ragazzo lo guardò terrorizzato.
"T-tu non puoi!"
"Posso eccome, questo è il mio gioco"
Carta dritta. La carta del Matto, chi avanza nel presente senza paura.
"No! NO, NON È VALIDO" urlò il ragazzo.
"Queste sono le regole e questo è il nostro spettacolo. O le accetti, oppure sparisci" disse Bill.
Il ragazzo emise un urlo prima di svanire come polvere trasportata dal vento.
"BILL"
Uno specchio si era materializzato ad una decina di metri da loro e nel riflesso vedeva l'immagine di Stan. Entrambi corsero verso di esso.
"Stan. Stan è tutto okay?" Chiese Bill.
Mike si fece vedere alle spalle di Stan.
"Riuscite ad attraversarlo?"
"È uno specchio, come potremmo?" Chiese Ben quasi scettico.
"Dovete trovare Wendy. Lei sa come farvi uscire" disse Mike.
Lo specchio si trasformò in una porta. Bill la aprì e vide che dava su un lungo corridoio.
Entrambi esitarono prima di entrare.

Eddie

Il risveglio di Eddie fu il peggiore. I suoi piedi penzolavano sopra una vasca di lava rovente e quando si svegliò, rischiò quasi di cadere. Terrorizzato si era seduto su l'unica cosa che lo teneva ancora in vita, un'altalena.
Più avanti ce n'era un'altra e se avesse saltato abbastanza lontano si sarebbe salvato, ma non aveva idea di come scendere dopo.
"EDWARD KASPBRAK"
Tutta la stanza aveva tremato come se le pareti fossero fatte carta pesta.
"HAI 5 MINUTI PRIMA CHE LA CORDA SI SPEZZI. BUONA FORTUNA E ATTENTO A NON SCOTTARTI AHAHAH"
Un tabellone, come quello delle partite di basket, apparve in mezzo all'enorme stanza.
"Cazzo" disse Eddie guardando in basso.
E intanto i secondi passavano.

Beverly

"LASCIA CHE LO AIUTI" disse Beverly con le lacrime agli occhi. Da ore era costretta a guardare scenari in cui i suoi amici morivano in atroci sofferenze e nei modi più violenti possibili.
"Non posso aiutarti Bevvie. È colpa tua se sono morti. Eri tu quella che doveva salvarli" disse suo padre. O almeno, qualcosa che somigliasse vagamente a suo padre.
Bev piangeva e si tappava le orecchie, per non sentire le voci dei suoi amici chiamarla disperatamente.
"BEV"
Ma questa volta, Beverly spalancò gli occhi e tolse le mani dalle orecchie, e quando si girò vide Richie e Wendy venire verso di lei.
La figura iniziò a cambiare forma e voce.
"VOI NON-" ma appena Richie usò le sue dita come pistola e gli sparò, il mutaforma svanì.
"Ragazzi siete vivi!"
Lei andò da loro e quasi cadde, ma Richie la prese al volo.
"Bev è tutto okay" disse lui per calmarla.
"Io-io vi ho visti morire! Tutti quanti!"
"Gli altri stanno bene. Abbiamo incontrato Mike e Stan venendo qui e ora sono al sicuro" disse Wendy, non tanto convinta sull'ultima parte. Nessuno era al sicuro lì.
"Eddie"
Gli occhi di Richie si spalancarono.
"È successo qualcosa a Eddie?"
"Sta per succedere qualcosa se non ci sbrighiamo"

Eddie

Mancava meno di un minuto, e l'altalena iniziava ad abbassarsi.
Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo.
Eddie iniziò ad andare nel panico. Mentre era seduto sul quella cosa, aveva sprecato i suoi minuti immaginado gli scenari più brutali e terrificanti che potevano accadergli se solo avesse calcolato male la spinta e la traiettoria e aveva perso la cognizione del tempo. Ma la cosa peggiore...aveva ancora quella tutina orribile adosso. Avrebbe voluto morire con qualcosa di più comodo. Provò ad arrampicarsi su per le corde dell'altalena ma tornava sempre verso il basso. Aveva pensato di fare un salto verso il basso, poco più avanti della vasca, ma c'erano come minimo 5 metri sotto di lui e aveva paura che cadendo si sarebbe rotto qualcosa, di nuovo.
Eddie guardò l'altra altalena e si fece coraggio. Si mise in piedi e iniziò a spingere avanti e indietro con il bacino.
Avanti, indietro, avanti, indietro. Forza Eddie, non morirai né qui né oggi.
Eddie si diede un'ultima spinta e si buttò. Quasi non ci credette quando urtò l'altalena, e senza pensarci, si aggrappò ad una delle corde e si sedette sopra la tavola di legno che forma l'altalena.
"LA PROVA È STATA SUPERATA CON SUCCESSO"
disse la stessa voce di prima.
Eddie tirò un sospiro di sollievo.
"Eddie! Eddie è tutto okay?"
Eddie vide Richie correre verso di lui, mentre dietro di lui c'erano Bev e Wendy. Lui tirò un'altro sospiro di sollievo.
"Ragazzi, vi prego aiutatemi a scendere da qui" disse lui con un mix di felicità e preoccupazione.
"Tieniti forte" disse Wendy e l'altalena iniziò piano piano a scendere. Quando appoggiò i piedi per terra, si sentì finalmente al sicuro.
"Stai bene? Non è successo niente vero?" Chiese Richie mentre lo abbracciava.
"Mi sono salvato all'ultimo. Sto odiando questa tutina di merda a morte, mi è caduto il cappotto mentre mi svegliavo e adesso vorrei riavere i miei vestiti"
"Li riavrai tra pochissimo" disse Richie subito dopo aver ridacchiato.
"Usciamo di qui?" Chiese Bev. Lei si teneva al braccio di Wendy. Per tutto il tempo Wendy aveva cercato di calmarla e ora si stava riprendendo.

Mike e Stan aspettavano nella sala degli specchi, quando sentirono più di uno specchio rompersi. Uno invece si illuminò e i loro amici uscirono da lì.
"Mi dispiace che tu abbia dovuto vivere questo" disse Eddie prima di baciare Richie, che gli aveva raccontato quello che aveva visto.
"Bill e Ben? Erano venuti a cercarvi" disse Stan.
Wendy si guardò intorno. L'unico specchio rimasto intero era quello da cui erano usciti.
"Vado a prenderli" e prima che qualcuno dicesse qualcosa, lei sparì.

Wendy si ritrovo in un'enorme stanza bianca con infondo una porta, la aprì e si ritrovò in una stanza uguale con altre due porte. Ne aprì una a caso e la stanza dopo aveva il doppio delle porte. Lei sospirò esasperata e ne aprì un'altra ma non portava da nessuna parte, e la richiuse.
Okay Wendy, gli occhi ingannano. Prova a concentrarti su qualcos'altro.
Chiuse gli occhi e riaprì la porta.
"Wendy!" Era Bill.
"Grazie a Dio" disse Ben. "Ti abbiamo cercato ma ci siamo persi"
"Tranquilli, adesso usciamo di qui"
Lei chiuse di nuovo gli occhi e aprì un'altra porta. Questa volta li portò in una stanza con uno specchio.
"Quello ci porterà fuori" disse lei.
Lascio passare loro due per primi, stava per passare anche lei ma lo specchio si ruppe.
Nel suo sguardo, si accese una piccola luce; terrore puro.

FINE CAPITOLO

sunshine ✨ [reddie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora