XLVII

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Richie ed Eddie si incamminarono verso l'hotel.
"Presumo sia lo stesso hotel"
"Richie, c'è solo un hotel in questo paese di merda"
"Eddie Spaghetti non ha cambiato modo di parlare. Mi piace. Sempre chiaro e diretto"
"Lo sai che odio quel soprannome"
"Ma che dici. Lo hai sempre amato"
"Se lo dici tu" disse Eddie alzando gli occhi al cielo.
"Posso farti una domanda?"
"Non è già questa una domanda?"
"Anche la tua lo è"
Eddie sorrise scuotendo la testa e alzò le spalle.
"Dai spara"
"È successo qualcosa a tua madre?"
Eddie tornò subito serio.
"Se non vuoi, non devi-"
"Sei il mio migliore amico. Hai il diritto di saperlo…. Mia madre è morta al mio terzo anno di università. Un duro colpo, se posso dirlo"
"Oh Eds, mi dispiace tantissimo"
"È passato tanto di quel tempo e ancora fa male. Sarà stata una delle peggiori madri sulla terra, ma ha sempre voluto il meglio per me"
Richie aveva intenzione di chiedergli un'altra cosa. La cosa che lo facea stare più male, del perché il ragazzo che conosceva da quando aveva sei anni non lo guardava più nello stesso modo; ma aveva già chiesto troppo.
"Io ci sono per te, se ti serve qualcuno con cui parlare" 
"Grazie Rich. Sei il migliore" disse arrossendo mentre lo guardava. Richie si sistemò gli occhiali e sperò che non si vedesse il rossore.
"Okay siamo arrivati" disse Richie. "Pensavo che fosse più lontano"
"Camminare mentre parli con qualcuno dimezza i tempi"
"Concordo. Comunque mi sei mancato Eds" disse Richie inizialmente scompigliandogli i capelli ma appena Eddie iniziò ad arrabbiarsi, lui lo strinse a sé. Eddie fece lo stesso.
"Ci vediamo domani mattina" e lui vide scomparire sulle scale.
Dio quanto lo amo.

Appena Eddie chiuse la porta della sua stanza a chiave, si accasciò a essa. Le sue gambe cedettero e si ritrovò per terra, con le lacrime al viso. Inizialmente, quando si ricordò di Richie, era davvero deciso a tornare per rivederlo, ma più si avvicinava a Derry e più si ricordava delle cose che non avrebbe voluto ricordare, e sentiva che ritornare a Derry era la scelta più sbagliata della sua vita.
Eddie si asciugò le lacrime con la manica del suo giubbotto e si rialzò. 
Domani è un altro giorno. Vedrai che andrà meglio.

"Ma perché abbiamo dovuto prendere due camere diverse?"
"È per privacy. Qui mi conoscono tutti Stan. Il famoso autore di libri horror Bill Denbrough. Io, Bev e Richie siamo molto conosciuti qui. Se ci scoprono, possiamo dire addio alla nostra vita privata e so quanto essere al centro dell'attenzione ti metta a disagio" disse Bill mentre sistemava le cose nella sua stanza.
"Almeno non dovrei più nascondermi" disse Stan sottovoce in un sussurro quasi impercettibile.
"Io vado nella mia stanza" disse Stan alzandosi dal letto.
"Puoi restare se-"
"Non sia mai che io venga visto con te"
"Stan, lo sai che non era quello che intendevo-"
"La sai una cosa Bill? A volte sai essere davvero uno stronzo" e uscì dalla stanza.

Wendy stava leggendo quando qualcuno bussò alla sua porta.
"Ciao" la salutò Stan con un piccolo sorriso. 
"Hey. È successo qualcosa?"
"Posso entrare prima?"
"Sì certo"
Stan si era seduto sul letto e Wendy si sedette vicino a lui.
"Hai litigato con Bill?"
Lui annuì senza dire una parola.
"Posso farti una domanda?"
"Certo"
"Se ti ricordavi tutto perché non sei mai venuta a trovarci? Sarei stato felice di rivederti"
"Sì ma tu ti ricordavi di me prima della chiamata di Derry?"
"No…"
"Sai, certe volte ci sono cose che vorresti fare con tutto il cuore ma non puoi. Ho pensato a voi ogni volta che volevo verso la mia nuova meta. Mi immaginavo di incontrarvi e di abbracciarvi, ma non sempre è tutto rose e fiori"
"Se ci tenevamo in contatto mi sarei ricordato di te"
"Avvolte è meglio lasciare andare che soffrire..."
"Però adesso siamo insieme"
"Esatto. Come una squadra"
"...Posso chiederti un favore?"
"Puoi chiedermi tutto Stan"
Stan stava per dire qualcosa ma qualcuno bussò alla porta.
"Non riesco a dormire da sola" disse Bev appena vide Wendy, poi notò anche Stan. "Ho interrotto qualcosa?"
"No, entra. Sei arrivata in tempo"

"Questo posto è rimasto uguale in tutti questi anni" disse Bev guardando la residenza che dava sul mare.
"L'ho lasciato così com'era. Quando ero triste dopo il trasferimento, venivo qui e mi ricordavo la bella giornata che avevamo passato insieme"
"Che ne dite se ci sediamo sulla spiaggia?" Chiese Stan. 
I tre scesero attraverso la stradina in mezzo al boschetto, e arrivarono in spiaggia. Distesi sulla sabbia, c'erano due enormi teli da spiaggia dove loro si distesero per osservare il cielo stellato. Le stelle brillavano luminose nel cielo, e in sottofondo c’era il rumore delle onde che andavano avanti e indietro.
“Potrei restare qui per sempre e dimenticarmi dei miei problemi” disse Stan.
“Anche io. Sapete...ho realizzato dopo anni di matrimonio che ho sposato l’ombra di mio padre. Mi sento davvero stupida”
“Non devi sentirti in colpa. Hai ancora tempo per cambiare le cose” disse Wendy.
Bev e Stan guardarono le stelle ancora per un po’ prima di addormentarsi. Appena entrambi chiusero gli occhi, Wendy si alzò, si tolse le scarpe ed entrò in acqua con i piedi. La luce della luna illuminava tutta la spiaggia, e il riflesso si proiettava anche sull’acqua. 
A un certo punto, dietro di lei, si illuminò qualcosa. Lei si girò e vide una porta con la scritta “Exit” in alto. Lei andò verso la porta e girò la maniglia. Wendy si ritrovò nella sua stanza d’hotel. Qualcuno stava bussando alla sua porta e la chiamava per nome. Lei si rese conto che fuori era giorno e corse alla porta.
“Hai visto Bev e Stan? Li abbiamo cercati ma nelle loro stanze non ci sono” disse Bill che aveva alle spalle il resto dei Perdenti, escluso Mike.
“Sono sul mio letto a dormire. Tranquilli” disse lei e loro si rilassarono.
“Ti avevo detto di non preoccuparti, Big Bill. E io che potevo dormire ancora un ora abbondante” disse Richie strofinandosi gli occhi.
“Tu hai dormito Wendy? Non mi sembri proprio stare bene” chiese Bill.
“Io? No, non ho dormito” disse lei e per un attimo sembrò quasi essere in un altro mondo, ma il secondo dopo, lei tornò a guardarli e i due distesi sul letto si svegliarono.
“È mattina?” Chiese Bev confusa.
“Sì. Andate a prepararvi. Devo farmi una doccia”
Entrambi uscirono dalla stanza.
“Comunque grazie Wendy” disse Stan con un piccolo sorriso di gratitudine in faccia.
“Figurati” e Stan entrò nella sua stanza.
“Ci incontriamo tutti nell’atrio tra venti minuti, va bene?” Chiese Ben.
“Perfetto. Ci vediamo tra poco”

FINE CAPITOLO

sunshine ✨ [reddie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora