XLIII

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Richie era nel camerino a ripetere gli argomenti fondamentali del suo show. Si sentiva in modo strano e aveva il presentimento che lo spettacolo avrebbe preso una brutta piega, ma in realtà questa sensazione lo accompagnava sempre.
Richie aspettava che lo chiamassero in scena quando uscì fuori per una telefonata.
"Pronto chi parla?"
"Sono Mike Hanlon da Derry. Devi tornare qui. C'è bisogno di te"
"Mike non è rimasto più niente a Derry" rispose lui senza veramente capire di cosa stesse parlando.
"It è tornato"
Richie sentì il pranzo tornargli in gola e cercò di respingerlo.
"Appena posso arrivo"
"Grazie davvero Richie. Ci vediamo presto"
E appena chiuse la chiamata, lui vomitò tutto.
"Ansia da prestazione?" Chiese il suo agente.
"Sempre avuta"
"Comunque siamo pronti per te"
Richie si guardò le mani tutte tremanti e poi lo seguì. Nel corridoio si sentivano altre persone che parlavano, probabilmente dei tecnici del suono o direttori di scena. Stasera c'era solo lui in scena. Mentre camminava verso l'entrata del palco, sentì una voce ben distinta parlare.
"La prego mi faccia parlare con lui"
"Sta per andare in scena adesso. Mi scusi davvero tanto signor Denbrough ma-"
Richie si girò e vide il bodyguard parlare con due persone. Le guardò per un attimo e poi sorrise.
"Bill Denbrough e Stan Uris! Ragazzi sono davvero felici di vedervi! John lasciali passare per un attimo"
"Va bene capo" e fecero un abbraccio di gruppo.
"Nonostante siate cambiati, per me siete rimasti gli stessi"
"Stessa cosa vale per noi. Ci sei mancato" disse Bill.
"Strano ma vero" disse Stan.
"Comunque non se hai saputo di Mike..."
"Si, mi ha appena chiamato. Vi va se ne parliamo dopo lo spettacolo? Ci sono dei posti riservati ai miei genitori che, però non vengono mai quindi, potete usarli voi"
"Grazie mille Richie e rilassati. Sai gestire un pubblico così" disse Bill.
"Tu come-"
"Dimentichi che ci conosciamo da anni" disse guardando la mano che teneva in tasca. "Ci vediamo dopo" e quando loro sparirono, Richie era pronto a rientrare. L'ansia lo assaliva, come sempre.
Salì palco e una luce fu puntata su di lui. Il pubblico applaudiva e lui salutava con la mano.
NON CE LA POSSO FARE.
Poi vide Bill e Stan che lo salutavano e Stan urlò: "FORZA BOCCACCIA" e lui tornò a sorridere.
"Grazie a tutti per esserci oggi. Voglio dedicare questa serata ad alcuni amici di lunga data. Uno di loro è un famosissimo scrittore, e l'altro è solo un coglione"
Il pubblico rise e Stan gli fece il dito medio.
"Anche io ti voglio bene. Parlando d'infanzia. Una volta a scuola ci avevano chiesto di disegnare il nostro dinosauro preferito. Io non ne avevo uno, quindi copiai il dinosauro del mio vicino di banco. Ora, io avevo 5 anni e facevo fatica a leggere bene. Appena finì il disegno, la maestra mi chiese quale fosse la razza del mio dinosauro. Io, con voce angelica dissi: "Segosauro". Ora capisco perché le mie maestre mi trovassero sempre così simpatico" e il pubblico scoppiò in un'enorme risata.

Il pubblico s'era appena andato quando Bill e Stan andarono nel camerino di Richie.
"Sei andato alla grande, come sempre"
"Non sapete quanta fiducia mi ha dato vedervi insieme al pubblico"
Tutti erano così contenti di essere riuniti.
"Hai altre date del tuor?"
"No, questa era l'ultima fortunatamente. Vi va se usciamo fuori a cena?"
"Che dici di venire a casa nostra invece? Così non devo sopportare il fatto che tutti vi guardino" disse Stan.
"Ottima idea. Andiamo" disse Bill.
"Ma abitate insieme?"
"Si"
"Che figata. Siete coinquilini da quando?"
Loro si guardarono.
"Dall'università"
"Non ci credo. Che storia"
"Poi rimanere a dormire da noi. Così domani partiamo assieme"
"Ragazzi siete i migliori"
La prima tappa fu l'hotel dove alloggiava Richie; mentre lui prendeva la sua roba, Bill ordinava il cibo ap al telefono. Decisero di prendere del cibo messicano da asporto: tacos, burrito e altra roba; e subito dopo al chiamata, si diressero al fast food. Di solito era Stan che entrava a prendere il cibo, perché c'erano sempre un sacco di paparazzi. Appena Stan tornò in macchina, ripartirono verso casa.
"Wow, quante finestre"
"A Bill piace guardare fuori mentre scrive"
"Dai sediamo a tavola, parliamo mentre mangiamo. Birra o vino?" Chiese Bill.
"Birra" risposero entrambi.

"Ma quindi Stan, tu che lavoro fai?"
"Io sono un contabile. Lavoro in banca. Bill resta praticamente a casa oppure va in giro per la città per pensare, mentre io torno a casa solo la sera"
"Immagino che anche tu sia ricco"
"Meno di quanto ti aspetti"
"Bill, una domanda"
"Dimmi"
"C'è una cosa che non mi torna. Ho visto un'intervista, non ricordo quando, e avevi detto che eri fidanzato, ma vivi con Stan. Quindi non capisco come sia possibile. Ti sei lasciato?"
Stan si stava trattenendo dalle risate.
"No, io sono ancora fidanzato"
Richie confuso guardò Bill, poi guardò Stan con la faccia tutta rossa che si tratteneva in tutte le maniere e poi nel suo cervello la risposta fu chiara.
"VOI DUE SIETE FIDANZATI?! Oh mio dio vero, voi eravate fidanzati alle superiori. Me lo ero dimenticato"
"Pensavo non lo avresti mai capito" disse Stan.
E tutti risero.
"Ma come mai non vi siete ancora sposati?"
"Volevamo farlo qualche mese fa ma poi mi hanno chiamato a produrre un film tratto da un mio libro e quindi abbiamo rimandato"
"Dai facciamo un brindi. Al vostro lungo fidanzamento" e tutti bevvero un sorso di birra.
"Ma tu sei fidanzato, Rich?"
"No, non lo sono da secoli"
"Tutto il club dei Perdenti pensava che tu ed Eddie non vi sareste mai lasciati" disse Bill.
"Io ed...Eddie?"
"Eddie Kaspbrak. Non ti ricordi di lui?" Chiese quasi scioccato Stan.
Richie ripeté quel nome un paio di volte e poi prese il telefono e tolse la cover. Dentro c'erano diversi bigliettini e una foto. La aprì e la passò a  gli altri.
"Si, questi siete tu ed Eddie al ballo di inizio di seconda superiore, l'anno in cui tu ti sei trasferito"
Richie riprese la foto e la guardò attentamente.
Non chiamarmi Eds, lo sai che non mi piace!
"Non è possibile. Mi sono dimenticato di Eds! Stasera mi sento più stupido del solito"
"Solo questa sera?" Chiese Stan sarcasticamente.
E Richie gli rispose rimettendo la foto al suo posto.
A fine serata erano tutti un pichino sbronzi e andarono a dormire.
"Biiill"
"No Stan. Niente Bill"
"Andiamo"
"Non oggi. Abbiamo ospiti" ed i due entrarono in camera.
Richie ridendo a bassa voce entrò in camera. Era davvero bella e quando entrò, sentiva la stanchezza del suo corpo avvolgerlo, ma quando si mise a letto, era più sveglio di prima. Dopo venti minuti a guardare il soffitto senza riuscire a chiudere occhio, prese il telefono e tirò fuori la foto. Spesso la tirava fuori e si chiedeva chi fosse il ragazzo che stava baciando e di notte sognava di uscire con quel ragazzo e passare il tempo insieme. Solo che non era la sua immaginazione, era la sua memoria che cercava di ricordargli i momenti più belli con l'unico ragazzo che aveva mai amato.
"Scusa se mi sono dimenticato di te, ma appena saremo insieme, non ti lascerò più andare" disse sottovoce, prima di prendere sonno.

FINE CAPITOLO

sunshine ✨ [reddie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora