XLII

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Beverly era appena tornata a casa. Suo marito Tom, era rimasto in ufficio per preparare del materiale con gli sponsor. Entrò in casa e andò in bagno per togliersi il trucco. Si sciacquò per bene il viso e mentre si asciuga, il telefono iniziò a squillare. Lei lo prese e senza guardare il numero, rispose
"Pronto?"
"Ciao Beverly. Sono Mike. Mike Hanlon. Ti ricordi di me?"
"Il tuo nome mi ricorda qualcosa, ma non mi viene in mente perché"
"Forse il Losers Club ti ricordera qualcosa"
Gli si illuminarono gli occhi.
"Mike ma certo! Che stupida che sono, certo che mi ricordo di te. Sono davvero felice di sentirti" disse Beverly uscendo dal bagno.
"E sai anche perché ho chiamato?"
Lei si sedette sul letto e improvvisamente ricordò qualcosa.
"No, non lo so"
"It è tornato. Dobbiamo mantenere la promessa. Devi tornare qui a Derry per sconfiggerlo"
Bev guardò il suo riflesso nello specchio davanti al suo letto.
"Arrivo il prima possibile"
Chiusa la chiamata, iniziò a fare la valigia. Prese tutta roba comoda, niente di vistoso; in fondo era una rimpatriata non una sfilata di moda. Non prese molta roba, solo lo stretto necessario. Voleva partire prima che Tom arrivasse a casa. Lui era estremamente geloso e possessivo nei suoi confronti, e solo adesso si rendeva conto che era uguale a sua padre. Stava per scendere ma sentì la porta di casa aprirsi.
CAZZO
"Bevvy sono a casa! Ho delle belle notizie da darti" disse Tom salendo le scale. Entrò in camera ma non la vide. Stava per entrare in bagno ma sentì il rumore della doccia accesa.
"Dio per un attimo mi sono spaventato. Vedi di rispondere la prossima volta che ti chiamo. Comunque, abbiamo firmato un contratto con quell'agenzia di cui ti parlavo ieri e ci daranno il permesso per fare un photoshoot a Honolulu!" disse lui entusiasto mentre si spogliava. Era da tanto che non facevano la doccia insieme. Prima di togliersi i pantaloni, notò che vicino alla porta della cabina armadio c'era un calzino. Si alzò per vedere meglio e vide diversi cassetti vuoti. Lui infuriato corse in bagno, ma quando entrò, trovò solo la doccia aperta. Corse velocemente giù dalle scale e non trovò Beverly. Lui uscì dalla porta e vide in lontananza un taxi correre vai.
"BEVERLY QUANDO TORNI, SEI MORTA"

"Dove la posso portare?" Chiese il taxista.
"Intanto si diriga verso l'aereoporto" e il taxista, facendo un cenno, partì.
Bev, come prima cosa, bloccò il numero di Tom e fece in modo di essere per lui irraggiungibile; poi cercò un volo disponibile per il Maine, ma erano tutti pieni.
Merda
Non sapeva cosa fare, ma poi si ricordò una cosa. L'ultima volta che aveva parlato con la sua amica di Derry, lei le aveva detto che era entrata in un'università per assistenti di volo e piloti, però gli sfuggiva il nome. Iniziò a scrollare la sua rubrica finché non trovò un nome che attirò la sua attenzione. Fece partire la chiamata.
Ti prego. Ti scongiuro, rispondi.
"Pronto?"
"Oh mio dio, Wendy. Sono Beverly"
"Hey Bev. È da tanto che non ci sentiamo"
"Si è vero e mi dispiace molto. Posso chiederti un favore?"
"Certo dimmi"
"Tu eri andata all'università di volo, quindi adesso lavori con un'agenzia di viaggi, vero?"
"Si esatto"
"Ecco non so se Mike ti ha chiamato-"
"Si, so già tutto"
"Okay bene, cioè non sono contenta della situazione ma non so come arrivare a Derry. I voli sono tutti pieni. Puoi aiutarmi in qualche modo?"
"Tu abiti a Chicago se non ricordo male. Fortunatamente per te, sono arrivata qui con il mio volo. La mia collega mi ha lasciato due posti per il volo di domani mattina per Portland. Se vuoi puoi venire con me"
"Sei il mio angelo custode"
Bev sentì Wendy ridere dall'altro lato del telefono.
"Posso chiederti un'altra cosa?" Chiese Bev tornando seria.
"Certo"
"Ecco...io....ho avuto dei problemi con mio marito e non posso tornare a casa"
Ci fu un attimo di silenzio.
"Non voglio che tu lo faccia. Vieni al mio hotel. Ci mangiamo un boccone e parliamo. Sei la benvenuta"
"Ti voglio un bene dell'anima"
E chiuse la chiamata.
"Taxista, cambio di rotta. Si va all'Hotel Pearls"
"Subito signora"

Bev entrò in questo bellissimo hotel che sembrava quasi essere l'interno di una nave d'epoca. All'ingresso trovò diverse persone e poi vide una donna, molto magra, con una camicia bianca e dei pantaloni molto eleganti color blu.
"Wendy?"
"Ciao Bev"
Loro due si abbracciano per una decina di secondi.
"Sei davvero bellissima. Da quanto tempo che non ci vediamo"
"Non lo so. So solo che ti vedo su quasi ogni copertina dell'aereo"
Bev rise.
"Buonasera capitano" disse una cameriera.
"Buonasera Clary"
"Aspetta" Bev la guardò bene un attimo. "Tu sei un pilota?! Ecco perché sei vestita così! Quindi-"
"Il volo per arrivare qui l'ho guidato io"
"È fantastico! Devi raccontarmi tutto" disse Bev emozionata.
"Portiamo la valigia in camera prima. Ne parliamo mentre andiamo a cena"

La cena fu buonissima e la compagnia era perfetta. Si raccontarono le novità della loro vita: il fatto che Wendy fosse un pilota e che avesse volato in tutto il mondo e che Beverly era una grandissima stilista che produceva degli abiti divini. Risero ricordando il passato, e dopo due shottini di vodka, si ritirarono in camera per dormire.
"Ci guardiamo un film?" Chiese Wendy.
Bev annuì e appena si distese sul letto matrimoniale si addormentò.

Nel mezzo della notte, Beverly fece un incubo e si svegliò di soprassalto. Il respiro era irregolare e sentiva di essere sudata.
"Che c'è? Troppo caldo?" Sussurrò Wendy mezz'addormentata.
"No tranquilla, un brutto sogno"
Lei si rimise distesa e guardò il fascio di luna che entrava dentro la stanza e si proiettava sulla parete e sul soffitto.
"Andrà tutto bene. Ne sono certa"
Bev continuò a guardare la striscia luminosa finché gli occhi non si abbassarono da soli e lei ricominciò a dormire.

FINE CAPITOLO

sunshine ✨ [reddie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora