24 Marzo 22:07
Quattordicesimo giorno. Ok scusate il ritardo ci sono. Vengo da una giornata di stress puro, segnata da circa 11 ore in cui i miei occhi sono sottoposti al contatto visivo con uno schermo e ve lo giuro non ce la faccio più, non vedo l'ora di dormire. Ma ovviamente non mi sono scordato del mio pubblico e infatti eccomi qua, pronto a deliziarvi con delle nuove avventure. La giornata è stata, come potrei dire, forse pesantina. Sono beato nel sonno quando la sveglia delle 8 suona, mi sollevo dal letto, la spengo, ne metto una alle 8:45, e cado nuovamente addormentato. Dopo quello che sembra essere stato un attimo, il medesimo rumore mi sveglia, mi alzo, chiudo il letto (avendo quello a scomparsa), mi infilo la vestaglia e senza capire neanche cosa sta succedendo mi ritrovo a lezione di matematica. E la prima ora scorre anche abbastanza bene dato che (alcuni mi prenderanno per matto) a me matematica piace. Ma la seconda, o mio dio la seconda ora è stata un trauma: prima di iniziare scarico l'ultima app disponibile sullo store per le video conferenze, andando a completare così la collezione dato che praticamente le abbiamo usate tutte, la apro e magicamente l'app è in spagnolo per cui mi viene chiesto de aconsentir para l'uso del microfono e della videocamera, e mi ritrovo nella riunione della mia prof d'inglese. Avete presente le persone che non sono normali? Quelle che le vedi da lontano un miglio e capisci che non ci stanno con la testa? Questa, è la mia prof d'inglese. Una donna gracile ed esile, che tutti i giorni arriva a scuola con la sua lussureggiante bici d'epoca accompagnata da uno zaino, e da un sempre presente sorriso. Sapete ci sono cose che non mi mancano della quarantena, e una di queste, è la voce squillante della prof e la sua bottiglia colma di Milkshake sulla cattedra. A questo punto potete avere già un immagine molto chiara di lei, ma per completare il tutto dovete aggiungere uno sfavillante buon umore, quasi irritante per quanto positivo, e la frase "it's a sunny day": non importa se fuori ci sia il sole, nevichi, piova o ci sia un uragano, sarà sempre un sunny day per lei. Ebbene potete immaginare il dover sopportare quell'essere per un'intera ora della mattina, assieme alla musica classica di Vivaldi che ha messo "for the atmosphere". Quando credo di esser matto penso a lei e tutto a un tratto mi sento la persona più normale della terra. Dopo anche le ore di scienze e italiano, il pomeriggio è stato riempito dalla moltitudine di compiti: "ragazzi tranquilli, sappiamo che siete belli carichi e per questo vi stiamo riducendo i compiti". È per questo che nel pomeriggio mi sono ritrovato solo 3 esercizi di matematica, 4 problemi di fisica, una traduzione di latino, 18 domande di inglese e un commento personale dopo la visualizzazione di due video di religione. Menomale che ci avete alleggerito il carico, grazie. Detto questo ragazzi, non ce la faccio davvero più, devo andare a dormire, per questo spero stiate tutti bene e vi mando un abbraccio. Ci sentiamo domani, bella boys
Fine giorno 14
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Diario di uno in quarantena
Short StoryQuesto non è un libro serio, è un semplice modo per raccontare ciò che sto vivendo per documentare e combattere la noia. Tratto da una storia vera. Instagram: gianangelis_de_carlo