25 Aprile 21:50
Quarantaseiesimo giorno. Buona festa della liberazione ragazzi, un po' di patriottismo per riprendere da dove ci siamo lasciati direi che va più che bene. Mi scuso ancora se ieri non ho scritto, so che alcuni ci tengono a leggere il mio diario dato che leggono il capitolo appena esce. Non sono nel migliore dei mood, infatti sto scrivendo per la prima volta ascoltando la musica, ma me la sento di riprendere. Ci pensate che questi saranno gli ultimi giorni che ci sentiremo? Eh si, il 4 Maggio dovrebbe cessare il lockdown e si dovrebbe ricominciare ad uscire, con delle precauzioni e non in gruppi numerosi, ma potremmo tornare in strada e cominciare a conquistarci nuovamente la nostra normalità, la nostra vita prima del virus. Però ci siamo divertiti durante questi giorni eh? Tutte le sere a chiacchierare, a parlare dei miei e dei vostri fatti, e io non ho ancora realizzato la fortuna che ho avuto a trovare un pubblico come voi in così poco tempo, davvero, lo apprezzo tanto. Ad ogni modo oggi non è stata una giornata così entusiasmante, come tutte del resto, ma dopo essermi cimentato nei compiti e nei miei esercizi fisici, sono stato nominato capo della grigliata di stasera. Così ho iniziato a preparare la griglia: fogli di carta accartocciati alla base, 4 rami grossi, rametti sparsi per far prendere il fuoco all'inizio. Io non sono ancora un esperto di grigliate, è la seconda volta che ne faccio una, e così sto ancora sperimentando i trucchi del mestiere: il fuoco ovviamente deve essere alimentato non solo con legno, ma ovviamente anche con ossigeno e per questa va creata una spinta di aria continua verso di esso. Ma oggi mentre creavo quella spinta ero con la testa altrove: la spinta serve anche ad allontanare il fumo dal fuoco, dato che il fumo soffoca la fiamma, e non so in che trip mentale ero entrato ma mi sono messo a riflettere su come rischiamo di spegnerci da soli ogni giorno. Il fumo, generato dal fuoco, rischia di ucciderlo, il che comporterebbe anche la fine della sua vita dato che senza fuoco non vi è fumo, e se fossi un fuoco che sta bruciando il combustibile sbagliato? Se stessi bruciando delle foglie bagnate il cui fumo mi uccide e non ci fosse nessuno a sostenermi, spingendo via quel fumo? Che poi il fuoco è una sintesi perfetta della vita: nasce da una base di combustibile e una scintilla, esso cresce, si espande, diventa alto e consuma il combustibile che viene lanciato. Se non vi fossero i confini che lo delimitano esso crescerebbe, sempre di più, le sue fiamme diventerebbero rosse e avanzando inizierebbe da solo a procurarsi il combustibile di cui ha bisogno, senza necessitare più dell'aiuto di nessuno fino a diventare inarrestabile, nel pieno della sua vita. Ma arriverà prima o poi il momento in cui incontrerà ostacoli imposti dai pompieri o dalla natura stessa, in cui su di lui cadrà l'acqua che genererà una quantità di fumo tale da soffocarlo, e le sue fiamme si affievoliranno, diventando sempre più basse, perdendo quella vivacità di colore che aveva acquisito nell'incendio, e di lui resterà solo cenere. Avrà causato danni ad altri, avrà giovato qualcuno riscaldando lui o il suo cibo, avrà rischiato in ogni momento di essere soffocato da una secchiata d'acqua , si sarà unito magari ad altri incendi, diventando più forte, avrà dunque vissuto. Mentre soffiavo mi chiedevo se nella mia vita avevo distrutto più villaggi o aiutato più persone, se avevo contenuto la mia indole distruttiva o se ero stato solo usato per cuocere carne, e mi chiedevo se sarò soddisfatto della mia vita quando il fumo mi soffocherà e di me rimarrà solo la cenere di quello che ho bruciato. Arriva mio padre con la carne e improvvisamente scendo dalle nuvole, fisso le carbonelle che potrebbero generare un nuovo fuoco se solo fossero alimentate, ma decreto la fine di quel fuoco e lascio il posto a mio padre per andarmi a fare la doccia. Alla fine la grigliata è venuta buona. Che ne pensate? Vi è piaciuta la mia metafora? Siete d'accordo o avete un opinione contrastante? Fatemelo sapere con un commento se vi va. Ci sentiamo domani, bella boys
Fine giorno 46
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Diario di uno in quarantena
Short StoryQuesto non è un libro serio, è un semplice modo per raccontare ciò che sto vivendo per documentare e combattere la noia. Tratto da una storia vera. Instagram: gianangelis_de_carlo