15 Maggio 20:41
Sessantaseiesimo giorno. Non so se vi ho mai raccontato della storia che ho vissuto con una delle mie migliori amiche grazie alla nostra professoressa di scienze. Iniziò tutto quando ci proposero di partecipare alla olimpiadi delle neuro scienze scolastiche: io di norma non partecipo mai a questo tipo di gare, dato che non mi piacciono, ma siccome scienze è la mia materia preferita decisi di fare un eccezione. Mi iscrissi come candidato assieme a questa mia amica, dato che siamo due delle persone che vanno meglio nella nostra classe. Eravamo elettrizzati all'idea, ma la nostra prof lo era tre volte più di noi, dato che era raro che alunni del terzo anno frequentassero questo tipo di competizione, e solo qualche tempo dopo scoprimmo che in realtà la gara si basava su temi del quarto e del quinto anno, su cui eravamo evidentemente impreparati. Decisi a rinunciare vista l'inutilità del compiere la prova, parlammo con la prof ma, di fronte al suo entusiasmo e alla notizia che aveva addirittura puntato due euro su di noi, non fummo abbastanza decisi e per questo non riuscimmo a scampare al nostro destino. Quando il gran giorno arrivò ottenemmo degli ottimi risultati, dove in graduatoria arrivammo ultimi e penultimi con la differenza di un punto in più dalla mia prova rispetto alla sua. Dopo il gran risultato rimanemmo tutti e due nel gruppo whatsapp che era stato creato per le comunicazioni riguardanti la gara, considerando un gruppo ormai inutile e su cui non avrebbe scritto più nessuno, ma ecco che circa un mese fa la prof lo fece resuscitare con un messaggio: questo in sintesi spiegava che, vista l'emergenza corona virus, era stata organizzata una video lezione molto ambita in ambito nazionale riguardante il cervello, a cui avremmo potuto partecipare tramite prenotazione. Capendo che era roba troppo grossa per noi, io e la mia amica abbiamo fatto finta di niente, dato che le normali ore di lezioni virtuali che facciamo sono già tante di norma. Circa una settimana fa la prof scrive però alla mia compagna: "Sono riuscita a prendere proprio gli ultimi posti disponibili per te e il tuo compagno" ma che botta di culo eh? È incredibile che quando voglia qualcosa non riesco a ottenerla manco a pagarla mentre le cose che non voglio fare mi vengono proposte 400 volte. Pensando ai salti mortali che la prof aveva fatto per ottenere quei posti solo per noi non ce la siamo sentita di rifiutare, e così abbiamo accettato ma il destino si è preso nuovamente gioco di noi quando la prof scrive: "Mi dispiace, ma ho scoperto che quei posti erano prenotati e quindi li ho persi". E qui direte: beh non dovete più farlo, perché il destino vi ha preso in giro? Per il semplice motivo che il giorno dopo la prof ci comunica che altri avevano disdetto e che quindi i posti erano di nuovo disponibili. MA CHE BOTTA DI CULO EH? E così oggi dalle 15 alle 16:30 sono stato alla prestigiosissima lezione tenuta dalla Scuola Normale, un "college" di enorme prestigio famoso a livello nazionale e in cui per entrare devi essere un Einstein in pratica. Voi direte: "beh ma è una lezione di grande importanza, non tutti hanno questo onore, approfittane" e ci ho provato, vi giuro, per i primi dieci minuti ho anche ascoltato, ma se non ho studiato ancora il cervello nei suoi caratteri generali (dato che si fa in quarto) come dovrei capire le sue specifiche: non puoi spiegare i dettagli e le caratteristiche di una marmitta ad una persona che non sa nemmeno cosa sia un motorino. Morale della favola, i primi dieci minuti ho ascoltato, altri venti ho guardato How I Met Your Mother e dalle 16 alle 16:30 beh... potrei essermi accidentalmente addormentato. Quindi dopo questo, posso dirvi che se una cosa non la volete fare non fatela e basta, non date troppo peso all'emotività degli altri (soprattutto se si tratta di persone estranee alla tua vita, tipo i tuoi professori). Ci sentiamo domani, bella boys
Fine giorno 66
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Diario di uno in quarantena
Historia CortaQuesto non è un libro serio, è un semplice modo per raccontare ciò che sto vivendo per documentare e combattere la noia. Tratto da una storia vera. Instagram: gianangelis_de_carlo