1 Aprile 21:40
Ventiduesimo giorno. E arrivò anche Aprile. È così ragazzi, è passato tanto tempo da quando è iniziato questo diario, e altrettanto tempo da quando siamo segregati in casa e non vediamo i nostri amici nel mondo lì fuori. Il tempo continuerà a scorrere inevitabilmente e, a quanto dichiarato oggi in via ufficiale, lo vedremo scorrere dagli orologi di casa nostra fino al 13 Aprile, nuova data di estensione di tutte le misure di contenimento. Oggi ho visto in diretta il presidente Conte parlare e dare appunto l'annuncio, in cui non vi sono state grandi novità riguardo le regole da seguire se non la sospensione di qualsiasi attività agonistica per gli atleti, che nel primo decreto erano stati risparmiati. Successivamente dei giornalisti hanno poi fatto delle domande a Conte, chiedendo se il piano politico fosse basato su quello scientifico e se fosse permessa l'ora d'aria per i bambini (lo stesso Conte ha smentito questa diceria dicendo che non è mai stata promossa un'ora di passeggio con i bambini, ma è stato detto, che quando si esce per fare la spesa ad esempio, i bambini possono accompagnare i loro genitori). C'è stato poi un giornalista che sinceramente mi ha fatto ridere: abbiamo capito tutti che nessuno può uscire di casa, e che gli asintomatici possono trasmettere il virus a delle persone che non hanno la loro stessa fortuna. Ecco la domanda: "Presidente, riguardo invece agli asintomatici che necessitano di lavorare, loro possono uscire?". Ora, trovo solo io la cosa ridicola? Tu sei in diretta nazionale, hai un'opportunità d'oro nella tua carriera da giornalista nell'intervistare personalmente il presidente del consiglio che è lì pronto a risponderti, e tu cosa fai? Gli chiedi se con una quarantena nazionale in corso chi non tossisce, ma ha il virus, può uscire. Lo stesso Conte mi è sembrato sbalordito, dato che la sua risposta è stata preceduta da un "Ma...". Questo solo per fare la mia parte da informatore che poi, sia chiaro, ciò che cito non è ovviamente attendibile al 100% dato che ironizzo su ciò che vedo e sento, ma comunque non vi dico cazzate e sono rimasto veramente sbalordito dall'ignoranza di questa gente. Oggi ho riletto un mio vecchio diario, l'unico e il solo precedente questo che sto scrivendo attualmente, che è durato addirittura tre giorni: io adesso cerco di ironizzare, di far ridere il mio pubblico e di puntare sulla simpatia, mentre da piccolo riportavo solo i miei fatti e le mie emozioni. Ecco facevo più ridere lì che adesso. Il mio diario era talmente triste da far ridere: nel primo giorno dico che senza i compiti mi annoio (e già questo è davvero triste) e che a tennis sono così forte da essere penultimo nella classifica con i miei compagni; nel secondo racconto di quanto ero triste vedendo altri bambini con i propri amichetti a mare (dato che da piccolo ci andavo da solo con mia madre), e di avere un migliore amico che mi parlava di cose che non ritenevo interessanti; mentre nell'ultimo giorno capisco che il motivo per cui non facevo feste di compleanno da piccolo era perché tutti mi davano buca. Si ero davvero uno sfigato da piccolo, ma le cose cambiano e se il mio io del passato mi vedesse adesso, credo sarebbe soddisfatto di come sono diventato. Detto questo ragazzi, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e noi, come al solito, ci vediamo domani. Bella boys
Fine giorno 22
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Diario di uno in quarantena
Short StoryQuesto non è un libro serio, è un semplice modo per raccontare ciò che sto vivendo per documentare e combattere la noia. Tratto da una storia vera. Instagram: gianangelis_de_carlo