3 Aprile 21:48
Ventiquattresimo giorno. Mi sveglio, casualmente senza il suono di nessuna sveglia, mi stropiccio gli occhi e distendo i muscoli intorpiditi tra cui il collo, per cui girandolo il mio sguardo incrocia l'orologio: 8:17. La prima conferenza è alle 10, sbadiglio ancora un po' assonnato e faccio per rimettermi a dormire per poi risvegliarmi con la sveglia delle 9:30. Poggio la testa sul cuscino, chiudo gli occhi e in quell'esatto istante mi trapassa il cranio la prima domanda della giornata, quella più importante e di solito la più imminente, apro gli occhi: è uscita la casa di carta? Eh si, sono stato ad aspettare che si facessero le 9 per la fuoriuscita della quarta stagione e circa dodici ore dopo mi ritrovo ad aver visto già 5 episodi su 8. Ovviamente non farò spoiler, odio farli e odio chi li fa. Ma il titolo di oggi non è la casa di carta, e questo presuppone che io abbia fatto qualcos'altro e quindi veniamo al dunque: dopo le mie uniche due ore di video lezione ho fatto prendere un po' d'aria al motorino facendogli fare 3 chilometri su e giù lungo la mia via, senza ne casco ne mascherina, arrivando ogni volta al confine con la strada principale e non potendolo attraversare. Ad un centimetro dalla libertà. La gente dalla parte opposta mi guardava storto, o credo, dato non trapelava nessun espressione emotiva da dietro mascherine ed occhiali da sole. Pensate se ognuna di queste persone avesse un diario e scrivesse, ognuna il suo pensiero e la sua opinione:
"Caro diario, ho fatto la spesa oggi, e al mio ritorno una figura ha catturato la mia attenzione: questo ragazzo, probabilmente un sedicenne, con i capelli abbastanza lunghi e degli occhiali da sole con lente azzurra con cui il mio sguardo si è intrecciato per qualche secondo. Era così libero, senza casco ne mascherina, mi ha ricordato un po' la vita prima di tutto questo e solo per avermi portato alla mente questo ricordo, io gli sono grata"
Qualcun' altro magari avrebbe scritto:
"Ehi diario, non crederai mai a che razza di gente c'è in giro, pensa che oggi ho visto un ragazzo, su un motorino elettrico, senza ne casco ne mascherina che stava per uscire dalla via ma che poi, quando ha visto me, è scappato indietro come un codardo. È per la gente come lui che sono in questa situazione, ed è per lui che la mia famiglia non sente il sole sulla pelle da giorni"
C'è chi ti avrebbe visto con ammirazione, chi con odio, chi con invidia, chi con un sorriso, chi ti avrebbe visto ma non ti avrebbe ritenuto importante, chi ti avrebbe capito e chi ti sarebbe stato contro, chi ti avrebbe salutato e chi avrebbe distolto lo sguardo. Ognuno di noi ha un punto di vista differente dall'altro, e per quanto questo venga visto come il peggiore degli errori, per me è normale e ognuno di noi ha le sue ragioni per vedere le cose a suo modo. Oltre a tutto ciò ho giocato a palla al muro con il mio cane, dato che era molto che non lo facevo: in pratica in ordine siamo io, il mio cane, e il muro; io devo cercare di far rimbalzare la palla sul pavimento fino al muro per farmela ritornare poi in mano, mentre il mio cane con salti e scatti ha il compito di derubarmi la palla. Quando giocavamo seriamente faceva molti più salti, ma il tempo passa per tutti e dopo già una decima di minuti, il mio Leon era stanco di saltare. Detto questo, noi ci vediamo domani ragazzi, mi auguro che tutti voi stiate bene e che stiate vivendo dei giorni sereni. A domani, bella boys
Fine giorno 24
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Diario di uno in quarantena
Короткий рассказQuesto non è un libro serio, è un semplice modo per raccontare ciò che sto vivendo per documentare e combattere la noia. Tratto da una storia vera. Instagram: gianangelis_de_carlo