29 Marzo 21:53
Diciannovesimo giorno. Rega diciannovesimo, ceh, diciannovesimo, non ce la faccio più, voglio uscire cazzo. Partiamo dal presupposto che la giornata di oggi è stata normale e ho scacciato la noia, ma a parte questo il concetto è che mi manca proprio vedere qualcosa di diverso oltre le pareti di casa mia, mi manca vedere fisicamente altre persone che non siano mia madre o mio padre. Quant'era bello uscire il sabato pomeriggio, prendere il motorino, sfrecciare per la città con il vento contro la visiera, vedere gente di ogni tipo in giro, mangiare un gelato e battere il cinque al tuo migliore amico. L'uomo è una delle specie animali più socievoli che esistano, se non quella che lo è di più, e per vivere serenamente ha bisogno di altri individui della sua stessa specie. Questo solo in natura ovviamente, ma più si è andati avanti nel l'evoluzione più il cervello umano si è sviluppato e con essa la psiche umana, per cui tutti ora hanno bisogno di molte più cose di quelle che richiede la semplice sopravvivenza. C'è una bella differenza tra sopravvivere e vivere. Ammiro tutti coloro che non stanno vivendo la quarantena solo come uno stare rinchiusi a casa, e cerco di trarre spunto da loro ma io non ce la faccio, la mia routine e la mia vita sono troppo in disaccordo con questo modo di vivere, e per questo vivo questo periodo come un disagio. Al telegiornale, probabilmente per dare speranza ed esempio, mandano video di famiglie e bambini che si divertono con idee creative ed originali, e si può vedere come un bagliore negli occhi di quelle persone per cui sono davvero contente, davvero felici di sfruttare il loro tempo con la famiglia . Ecco io ho cercato mezz'ora allo specchio quel bagliore, e non ce l'ho. Non fraintendetemi mi fa piacere passare del tempo con la mia famiglia, ma non sono contento di passare giornate intere nella mia abitazione quando fuori ci sono splendide giornate che preavvisano l'arrivo dell'estate: sapete quante volte ha piovuto dall'inizio di tutto questo? Una volta dico, UNA, volta, mentre tutte le altre giornate sono state piene di sole o nuvolose al massimo. La voglia di uscire, arrivare in rima al mare e farsi cullare dal rumore delle onde e dal paesaggio, mentre la brezza marina ti scompiglia i capelli cospargendoli di granelli di sabbia, è davvero incontenibile. Parlando d'altro, sono ormai 19 giorni che riesco a scrivere ogni sera pagine che vanno dalle 450 alle 600 parole, e questa sfida che mi sono imposto sta allenando la mia capacità retorica grazie a cui riesco ogni sera a trovare un argomento e a svilupparlo. Sono soddisfatto di ciò che sta venendo e spero di riuscire a tenere questo ritmo per tutta la quarantena, sarebbe davvero qualcosa di eccezionale ma ho i miei dubbi, dato che in queste ultime sere sto trovando un po' di difficoltà nel trovare argomenti di cui parlare. Detto questo ragazzi, domani saranno 20 giorni che puntualmente scrivo della mia vita e delle mie stronzate online, quindi pensavo di fare qualcosa di speciale: diciamo che ognuno di voi che legge potrebbe lasciare una domanda nei commenti a cui domani io potrei rispondere, qualsiasi cosa, da quelle più stupide a quelle più serie, e se non riceverò commenti farò invece la solita pagina di diario. Noi ci sentiamo domani, bella boys
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Diario di uno in quarantena
Cerita PendekQuesto non è un libro serio, è un semplice modo per raccontare ciò che sto vivendo per documentare e combattere la noia. Tratto da una storia vera. Instagram: gianangelis_de_carlo