CAPITOLO 37 •il marchio•

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Draco's pov
Ero a casa, fumavo la ventesima sigaretta del giorno. Era periodo natalizio eppure c'era la solita aria fredda al Malfoy Manor.
Guardavo fuori dalla finestra quando vidi arrivare un gufo.
Più si avvicinava e più ero sicuro fosse della famiglia Black.
Ero felice di sentire Storm. Pensavo mi mandasse gli auguri di buone feste con magari la busta che sapesse del suo profumo invece vidi un semplice pezzo di carta bianca, sicuramente non da lettera, sgualcita e spezzata.
La tolsi dalla zampa del gufo che volò di nuovo lontano.
Lessi quelle poche parole scritte a caso con la scrittura di Storm e il mio cuore perse di un battito.
L'aveva scritto di fretta, l'avevano presa.
Pensai velocemente. Non avevo tempo.
I miei genitori erano di sotto con ospiti. Pensai che molto probabilmente erano mangiamorte... ero sicuro che se ne avessi visto uno lo avrei riconosciuto.
Scesi di sotto senza farmi sentire e vidi un uomo, sulla cinquantina, non curato, basso e vestito male, con al braccio il marchio dei mangiamorte.
Mi rabbrividirono le ossa.
Tornai su.
Pensai pensai pensai. L'unica mia opzione era cercare di salvare uno di noi. Aspettai che uno dei mangiamorte rimanesse solo e quando accadde gli fiondai di fianco. Gli spiegai velocemente la situazione e cercai di fare un patto con lui.
Speravo potesse parlare con Voldemort da parte mia.
Era un uomo inquietante, anche lui poco curato, aveva molta barba e delle cicatrici su tutta la faccia.
Sorrise in modo inquietante.
"E cosa vorresti che io dica al padrone?"
La sua voce era così bassa e baritonale che la sentivi nelle vene.
"Draco Malfoy si occuperà di tutto ciò di cui ha bisogno senza chiedere nulla e non facendosi scrupoli, deve solo lasciar stare Storm Black e farle vivere la sua vita"
Sorrise di nuovo in modo inquietante e se ne andò dicendo che se ne sarebbe occupato lui di riferire il messaggio a Voldemort.
Sperai, sperai tanto che la mia proposta fosse accettata anche se questo significava dover mandare la mia vita a monte per quella di Storm. Ne valeva la pena.
In casa ero rimasto solo io con gli elfi domestici.
Andai in camera mia e cercai di riposare. Non ci riuscii.
Stetti tutta notte con l'ansia, fumando e sperando di poter risparmiare alla mia amata Storm tante sofferenze.
Era notte fonda e sentii battere alla mia porta. Lanciai la sigaretta che stavo fumando fuori dalla finestra e scattai in piedi con la mia bacchetta in mano.
Sfondarono la porta. Vidi molti uomini, dietro mio padre apatico e mia madre in lacrime. Mi lanciarono un incantesimo di disarmo che non riuscii a evitare. Mi presero con la forza. Scalciavo e gridavo. Tiravo pugni a vuoto, cercavo di liberarmi. Tra quella massa c'era l'uomo con cui avevo parlato che fece un ghigno.
"Non è andata bene" disse ridendo
Continuai a agitarmi finché qualcuno non mi fece andare ko con un pugno ben piazzato. Non vidi più nulla.
Mi risvegliai.
Le mie orecchie fischiavano, non mettevo bene a fuoco dove mi trovassi.
Sentii una voce simile al suono di un serpente e voci di uomini e donne che ridevano.
Aprii finalmente gli occhi del tutto.
Sentii il mio sangue scendermi dal naso.
Non riconoscevo il luogo dove mi trovassi. Era buio. Probabilmente non ero rimasto incosciente a lungo. Eravamo in un luogo sperduto circondato da una foresta lunghissima.
Sentii puzza di bruciato e riconobbi una luce di una specie di falò.
Mi risvegliai definitivamente.
Storm era di fronte a me che mi chiamava, in lacrime e legata.
Mi guardai i polsi e le caviglie, anche io ero stato legato con un incantesimo e delle catene.
"Storm" sussurrai
"Draco" disse lei piangendo ancora
"Andrà tutto bene" cercai di rassicurarla
Lei continuò a piangere e guardo in alto. Feci la stessa cosa.
Il cielo era pieno di stelle.
Ci riguardammo negli occhi.
"In questo casino assieme" riuscii a dire prima che qualcuno mi prendesse da dietro con forza.
Sentii Storm gridare di lasciarmi andare.
"COSA GLI VOLETE FARE" piangeva ancora, un uomo la tenne ferma ridendo.
La testa mi girava fortemente ma cercai comunque di liberarmi dalla presa di quel qualcuno e raggiungere Storm.
"LASCIATELA" gridai con tutte le forze che avevo.
Mi fecero sedere su una sedia di legno e mi legarono anche ad essa.
"È pronto" disse l'uomo che mi stava trascinando
"Bene" disse quella voce da serpente
Riuscii ad alzare lo sguardo e lo vidi.
Voldemort. Era tornato.
La sua pelle era grigia, come quella di un morto. Le sue dita erano lunghe come quelle di un pipistrello.
I suoi occhi rossi come l'inferno bruciante.
Un brivido mi percorse la schiena.
Storm ancora gridava.
"SILENZIO" gridò Voldemort
"Siamo qui oggi..." continuò "per assistere all'iniziazione di due giovani maghi, mettetevi comodi"
Prese la sua bacchetta e mi immobilizzò.
Mi si avvicinò. Altri brividi mi percorsero la schiena.
"Non sentirai nulla" disse ridendo di giusto
Sentii i suoi mangiamorte ridere, tra cui mio padre.
"Speriamo che Draco riesca ad essere migliore del padre" disse mandando un occhiata di ghiaccio a mio padre.
Poi prese di nuovo la bacchetta e la appoggiò lentamente sul mio interno braccio.
Un dolore lancinante mi attraversò la carne come se milioni di piccoli aghi mi entrassero dentro.
Gridai forte, con tutta l'aria che avevo nei polmoni... poi, più nulla.
Mi slegarono ma caddi a terra. Mi trascinarono di nuovo vicino a Storm. Riuscii a guardarla negli occhi prima che facessero la stessa cosa a lei.
Cercai di parlare a Voldemort ma non mi degnò nemmeno di uno sguardo.
Solo quando vidi il marchio farsi largo sulla pelle bianca e candida di Storm feci silenzio.
Capii che da lì non si tornava più indietro.
Eravamo fottuti.
Mi alzai e corsi da Storm. La tenni tra le mie braccia e la distesi a terra.
Piangeva ancora.
"Andrà tutto bene, tutto bene" le sussurrai.
Lei annuì e mi strinse un braccio.
L'altro mi pulsava. Me lo guardai. Anche la mia pelle era oramai per sempre macchiata da quel simbolo di morte e sofferenza.
Tornai a guardare Storm e stetti così finché non sentii di nuovo la voce di Voldemort.
Un uomo ci portò una boccetta e ce la fece bere.
Non sapeva di nulla ma non ci feci caso, tutto ciò di cui mi importava era Storm.
Avrei dovuto salvarla in qualche modo. Non meritavamo tutto questo.
Vidi che il simbolo sul braccio di Storm stava scomparendo e capii che ciò che ci avevano appena dato era una pozione per nasconderlo. Gli servivamo sotto spoglie di normali adolescenti di Hogwarts quando in verità eravamo schifosi mangiamorte.
Ci caricarono su un carro e ci portarono al Malfoy Manor.
Andammo in camera mia e ci mettemmo nel letto.
"Andrà tutto bene" continuavo a ripeterle.

DON'T LEAVE ME ALONE~ immagina Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora