29. Sorpresa

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29.

Nin e John erano in cucina, con il solito tè e qualche biscotto. John era arrabbiato, ma più che altro stupito, di ciò che Tom aveva fatto.

Disse a Nin "Cosa gli è saltato in mente di fare una cosa così stupida?"

"Tom è molto immaturo per la sua età. Hai detto giusto, una cosa così stupida poteva venire in mente solo a Tom.

È troppo viziato, perché riesce sempre a circuire con le parole i tuoi genitori e perciò pensa di avere in pugno il mondo, con questi metodi.
Ma non tutto è così facile. La prima cosa che gli viene in mente di fare, è sempre una bugia. Crede di poter fare quel che vuole, sempre.

Non si è ancora reso conto che non è più un ragazzino e che le cose non funzionano così.
Stavolta la pagherà cara. Tuo padre ha capito e non vuole che vada avanti così. La mamma non è in grado di farlo maturare e gestirlo. Riesce sempre ad abbindolarla"

"A me sembra che abbia un debole per lui, anche perché dice che le assomiglia"
"Non so, forse. Comunque è meno severa che con te e Núha. Chissà perché.

Ma con tuo padre non sarà una passeggiata. Non si accontenterà di fargli chiedere scusa, come ha fatto con te per i soldi.

A proposito, sei contento che io abbia trovato i soldi? Chi l'avrebbe immaginato? Pensava tu li avessi rubati, e invece lui li aveva messi nella sua borsa, per poi dimenticarsene. Sono sicura che hai tirato un sospiro di sollievo, quando te l'ha detto."

"Scusa?!... Ma io non ne sò niente!
Per quanto mi riguarda sono ancora il ladro di casa. Non mi ha detto un bel niente, anzi mi sta trattando molto peggio del solito.

Credevo fosse ancora per questa maledetta storia dei soldi. Invece..
Oh Nin! Non mi ha detto niente, niente.
Perché, accidenti! Cosa gli ho fatto? Lo fa apposta, per umiliarmi. Allora mi odia davvero. Lo penso da sempre e questa ne è la dimostrazione.

È stata una vigliaccheria disonorevole. Una cattiveria gratuita.

Lui ha fatto un errore e mi tratta ancor più male, lasciandomi in un brodo di angoscia, anzi cacciandomici ancor più giù..Scusa Nin, ma vado a fare un giro, sono troppo arrabbiato."

Nin aveva gli occhi spalancati, non era riuscita ad aprir bocca. Non riusciva a crederci. Claude le aveva assicurato che gli avrebbe parlato del ritrovamento.

Sembrava così sincero..invece anche in lui c'era un'ombra misteriosa. Perché aveva fatto una meschinità vergognosa del genere, a John? Già non lo aveva mai trattato granché bene, fin da bambino. Cosa diamine aveva nella testa?

Era triste per la brutta atmosfera che circondava i ragazzi. Li aveva cresciuti tutti e non se ne dava pace.

Si era fatta sera. Núha si era alzata e zampettò verso la cucina per pranzare.
A Tom era stata servita la cena, nella stanza verde, dove era ancora segregato.

Claude ricevette un paio di persone e poi mandò Rodrik a prendere Tom. Lo aspettò nello studio di Hanjé.

"Entra Tom, siediti, dobbiamo parlare"

"Sono stufo papà, non c'è niente di cui parlare. Fatela finita. Se zia Hanjé ha le visioni e ti racconta favole, prenditela con lei. Io vado a casa."

Si alzò dalla sedia e andò alla porta, ma Rodrik, fuori, non lo lasciò uscire.

"Torna qui immediatamente. Guarda Tom che non stiamo scherzando. Hai fatto delle cose gravi. Io e te dobbiamo ragionare. Sei su una brutta strada, ne va del tuo futuro.

Fai il bullo perché sei molto infantile. Usi le bugie come caramelle, indiscriminatamente, ma guarda che perfino le bugie devono essere coerenti. Non basta dire, come fai tu, no, non è vero.

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