28. Corri!

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28.

Come aveva stabilito lo specialista di sua madre, Núha sarebbe rimasta da Hanjé, fin dopo le vacanze.
Wib rimase con lei, aveva dimostrato di non essere aggressiva con Lirl. Con calma le avevano fatte reincontrare e tutto era tornato normale.
Se Lirl rimaneva stabile nel suo recupero, Núha avrebbe potuto decidere se tornare a casa.

John aveva saputo, da Nin, tutto quel che era successo fra Núha e sua madre.
Era abbattuto, dopo essersi preso del ladro.
Tutto sembrava essere diventato complicato.

La mamma in clinica, Claude stava per tornare, in serata, dopo un piccolo impegno di lavoro. John avrebbe voluto essere altrove, per sempre.
Il rapporto con suo padre, già tanto umiliante, stava peggiorando. 

Quando Núha era stata massacrata da Lirl, Tom era a pranzo da zia Beth ed era  direttamente partito per tre giorni, in montagna, con i cugini. Quindi non sapeva quanto bene era andato il suo piano di punire Núha. E nemmeno di doversela vedere con suo padre, per quel che aveva causato.

Tornato a casa, trovò Rodrik, che non gli disse niente di ciò che era accaduto a Núha, come gli era stato ordinato.
Ma gli comunicò che non c’erano né Lirl, né Claude e che doveva andare momentaneamente a casa di zia Hanjé.

Andò tutto allegro dalla zia. Lo accolse Nin.
“Ciao Nin, tutto bene?”  
“Sì grazie. Vai in salotto, c’è pronto il tè”
“Arrivo subito, metto in camera gli indumenti per cambiarmi.”

Tom fece un giretto in giardino, si cambiò e andò a bere il tè.

“Ciao zia, ciao John..dove sono mamma e papà?”
“Hanno degli impegni.
Nin chiama Núha, per il tè."

John non aveva salutato Tom.
Gli ripugnava, avrebbe voluto prenderlo per il collo.
Tom aveva notato la cosa, ma non gliene importava niente. Avrebbe fatto tutto un conto e presto si sarebbe vendicato anche di lui.

Núha entrò in salotto.
Pallida, l’occhio ancora nero, un cerotto che le attraversava diagonalmente i capelli. Il vestitino estivo con le spalline, lasciava vedere anche gli ematomi su collo e spalle.

Wib entrò al seguito e corse da Tom, con gioia.
Lui si girò per accarezzarla e vide Núha.
Rimase allibito e per qualche attimo, immobile, senza riuscire a parlare per lo stupore.

Núha lo guardò senza salutarlo.

Lui si riprese e la salutò “Ciao, che brutta cera hai! Cosa ti è successo? Ti sei scontrata con un treno?”

“No con nostra madre” disse Núha.
“Ah.. meglio un treno allora!” disse lui con un mezzo sorrisetto.
“No, sul serio, ma che ti è successo? Non può essere stata la mamma, non scherzare. Dove sei caduta?”

Núha gli si avvicinò, gli arrivò di fronte “guardami bene, è l’ultima volta che vedi, in me, una sorella.
Questo me l’hai fatto tu.”

Lui spalancò gli occhi stupito “Eh..no! Io ero via..si può sapere perché te la prendi con me? Dí la verità, ti sei buttata fra le braccia di Kaèl e sei finita per terra?”

“Verme, sei un verme! Sei proprio tu che mi hai fatto questo, armando la mano della mamma”

“Ma non dire fesserie!”

Hanjé intervenne “E proprio così! Tu hai raccontato a tua madre una bugia, su tua sorella e Kaèl. E Lirl, dalla rabbia, quasi uccide Núha.
E hai rifatto la stessa calunnia, proprio un attimo fa”

“Calunnia? Quell’oca è corsa a farsi sbaciucchiare dal più fusto, davanti a tutti.
Dovevo pur avvertire la mamma. Stava rovinando la reputazione di famiglia
.
Ho fatto il mio dovere di fratello grande”

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