53. Prigioniera

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53.

Lirl aveva perso l'attitudine ad essere violenta ed era più comunicativa, più attenta ai figli.

Aveva subito cercato di riallacciare un legame con Núha. La voleva con sé per gli acquisti importanti. Anche lei, come Claude, aprezzava il suo gusto sicuro. La voleva riempire di begli abiti e ogni cosa volesse.

Ma lei non voleva nulla.

Era orgogliosa di una figlia così bella, con un portamento elegante. Tutti si complimentavano con lei.

Núha faticava ad accontentare sua madre, con cui ci volevano ancora mille cautele. Era migliorata, ma sempre condotta dalle proprie pulsioni, problematiche.

La vita di guerriero era di nuovo complicata, in battaglia.
A fine dell'estate, i suoi avevano sfoderato molta prepotenza e l'avevano iscritta a un corso di diploma di direzione aziendale.

Senza nemmeno consultarla. Avevano già deciso della sua via: amministrare la ditta del padre. Come i suoi fratelli, destinati invece alla parte tecnica.
In sostanza, tutti dovevano perpetuare l'orgoglio dell'attività paterna.
Molti genitori erano così allora, i figli usati per realizzare i sogni dei genitori, e costretti a dimenticare i propri.

Quel giorno Núha e i suoi erano in macchina. Lirl era infuriata, pretendeva di leggere la corrispondenza fra lei e Kaèl.

Da quando lui era partito, era ossessiva, voleva controllare le sue amicizie. Ridicolo, visto che non la lasciavano uscire, le conoscenze maschili erano solo scolastiche.

Lirl non aveva potuto governare la sua relazione con Kaèl, vista l'approvazione data da Claude, ma le aveva reso la cosa difficile.
Perciò Núha si era sempre appoggiata a Claude e sua madre ora, istintivamente, gliela faceva pagare.

Non ragionava mai su quello che faceva. Viveva d'impulso, mai conscia, veramente, del valore delle sue azioni. Aveva solo in parte migliorato se stessa.

La prepotenza e la sete di controllo, stavano purtroppo, rifioriendo, insieme alla mania dell'ordine, soffocante, in casa.
E sembrava non avere sensibilità per lo stato emotivo di sua figlia, dopo la partenza del suo amore.

Il giorno prima, aveva aperto una lettera di Kaèl, l'aveva letta e poi gliel'aveva consegnata, non senza fare osservazioni antipatiche. Ora pretendeva di leggere la risposta di Núha.

"Piuttosto di farti leggere la mia corrispondenza, la distruggo. Perché mai devi leggerla?" disse lei.

"Io sono tua madre e ho diritto di controllare tutto"
"Tutto cosa? Sapete tutto di noi. Vuoi violare i nostri sentimenti? Curiosare morbosamente nelle nostre parole?"

"Smettila Lirl, hai fatto una cosa eccessiva" disse Claude. "Non c'è motivo per un controllo del genere. Non aprirai più la sua posta." Lei si zittì, ma occhi di fuoco trafissero sua figlia.

L'aria era ormai carica. Núha decise che tanto valeva, per un po' di urla in più!..C'era un conto in sospeso, era il momento di farsi rispettare.

"C'è una cosa che devo comunicare ad entrambi, non vi farà piacere, ma visto che stiamo già discutendo.."

Fece un respiro profondo "Dunque, vi avviso che ho intenzione di ritirarmi dalla scuola, ma se vi opponete non frequenterò più, comunque"

"Non puoi farlo, ho deciso che devi amministrare l'azienda" disse Claude.
"Non è scuola per me, te l'avevo detto, ma me l'hai fatta fare di forza e non la sopporto, non riesco a concentrarmi su materie cosí aride. Sicuramente accumulerei una bocciatura dietro l'altra"

"Sei bravissima in matematica, non dire sciocchezze, tu finirai la scuola e andrai in azienda"

"No papà, la matematica non è amministrazione, è un'altra cosa. Finire in azienda non è per me.

Quello che voglio fare, probabilmente non ti dispiacerà.
Ne ho parlato con l'architetto e poi mi sono informata.
Mi iscriverò al liceo artistico a indirizzo architettonico, che c'è in città, per poi proseguire, non in architettura civile, ma in una nuova laurea che sta emergendo, cioè architettura d'interni. Se non vuoi, andrò a lavorare, ma non da te."

"Liceo artistico? Ridicolo" disse Lirl "non sai assolutamente disegnare, fai fatica a fare una casetta"

"Vero, ne ho parlato col mio ex insegnante di disegno. Mi ha spiegato che all'artistico verro formata da zero, per lo scopo. Avrò sei mesi per raggiungere lo standard indispensabile. Se non ci riesco sarò espulsa.

Mi farà fare lui delle prove, prima di iscrivermi e sarà in grado di dirmi se ce la posso fare.
A disegnare si impara, anche senza attitudine, mi ha detto. Comunque sia, non lavorerò in azienda.

Mi piacerebbe di più fare il liceo linguistico, ma c'è solo lontano, so che non mi lascereste andar via a studiare."
"Assolutamente no, escludi di poter andare in giro a fare i tuoi porci comodi" sbottò Lirl.

"Non capisco la battutaccia!
I comodi miei? Cosa intendi, con quel tono..andare a letto con qualcuno? Per farlo non c'è bisogno di andare lontano. E poi, per chi mi hai preso? Cos'è questa novità insultante?"

"Con Kaèl ci andavi a letto, no?"

"No, non abbiamo mai fatto l'amore. Ci siamo soltanto andati vicino, con il vostro consenso. E allora?"

"Beh, non vorrei che ci avessi preso gusto e lontano dal nostro controllo, sarebbe più facile darsi alla bella vita"

"Vuoi dire fare la puttanella, quindi.
Sono una donna, ma certamente non una facile. Ma sei disgustosa. Come mai pensi questo? Tu forse facevi la bella vita?"

"Non ti azzardare a fare insinuazioni così volgari su di me!!" urlò Lirl, rossa di rabbia.

"Tu per prima mamma, non ci provare più!..Mai..Mai più.. " Ringhiò feroce.

"Basta" intervenne Claude "Si può sapere cosa ti prende oggi, Lirl? Piantala!"

"Bene" riprese Núha "pensateci su, al mio progetto, ma io smetto di frequentare e comincio a studiare disegno da sola. Se non vorrete, o non riuscissi a disegnare sufficientemente bene, troverò subito un lavoro."

"Ti ci mando a schiaffoni a scuola!" ribatté urlando Lirl furibonda, paonazza in volto sconvolta e aggressiva.

Núha si irrigidì. Decisa e minacciosa fissò sua madre.

"Mi minacci..di nuovo progetti di mettermi le mani addosso?
Cosa vuoi diventare?..Stavolta vuoi salire veramente di grado? Pensaci, un piccolo passo e diventeresti un'assassina.

La fissò, zitta, minacciosa.

"Ho già visto chi sei. E non lo dimenticherò mai. Ne ho ancora i segni.

Ti avverto..
D'ora in poi stai a distanza da me.

Dunque?...Non sei veramente cambiata, vero? La tua prima scelta rimane la violenza! E l'insulto!

Regolati che non mi aggredirai, non ti lascerò nemmeno avvicinare..Mi 'Difenderò'...A Tutti i Costi...capito?...Non ti regalerò la mia vita...
Pensaci..cosa vuoi diventare? Un mostro?
Ma stavolta 'non più a mie spese'...credimi...Se lo farai, sarà a TUE spese. Non c'è più posto nella mia vita per le tue cattiverie....Reagirò...

E se ripeti di nuovo la tua minaccia me ne vado di casa e ti denuncio.
Ma ti denuncio anche per la volta scorsa. Ci sono i verbali dell'ospedale e i testimoni.

Non sono più il pupazzo che picchi quando ti pare. Stavolta sarebbe la fine per te."

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