118.
Rúnhr, finito il lavoro con le ruspe, aveva sbrigato una piccola cosa, poi, poco prima che Dolly facesse il fattaccio, era andato da Núha, in foresteria.
Non l'aveva trovata. Forse era ancora nel pratone. Tornò là, risalì verso la zona di pascolo. La vide, si avvicinò, voleva parlarle.
Si era sdraiata a pancia in giù nell'erba. Strana posizione. Si sedette dietro un cespuglio osservandola, dopo poco lei mise la testa sulle ginocchia. 'Sta male. È colpa mia' pensò.
Non era equilibrato. Aveva questi impeti, che non capiva bene e non controllava. Uniti al bisogno, di tanto in tanto, di monitorare il livello di amore di sua moglie e lo faceva, come sempre, cercando di farla soffrire.
Non aveva imparato niente. Mentre lei aveva imparato a controllare le crisi di perdita. A un prezzo altissimo, l'incremento della patologia emicranica, già galoppante. Ma lui non lo sapeva.
Si sentiva in colpa, non era andato a donne, ma vederla così lo fece pensare.
Si disse 'Che diavolo sto facendo? Vuoi perderla? Sei deficiente?Accumulava sbagli su sbagli..'Vattene..e lascia lì il bambino'..la propria voce gli rimbombava dentro continuamente.
'Santocielo, come ho fatto? Gelosia..Paura. Forse avrei voluto sentirla piangere, per me. Che mi chiedesse di tornare subito, che mi supplicasse. Forse mi sarei sentito meglio.
Tutta colpa mia. Ha un carattere troppo forte, la strega. Devo controllarmi. Forse ho sbagliato, non è adatta a me..già, mi sembrava così fragile..e così bella.."
Non sapeva che non era fragile, perché era già stata distrutta dal passato, prima di lui. Non c'era più niente da distruggere, solo pezzi mal saldati.
Rúnhr era stato un immenso regalo della vita, per lei. Era rinata, felice.
Non era in un bel periodo, la serenità conquistata con lui in quegli anni, era in pericolo, la sua salute la rendeva fragile, preoccupata.
Era una sopravvissuta, che non voleva farsi annullare. Sul filo della disintegrazione. Che adesso doveva trovare l'energia di essere quel che non era.. una donna sana, una donna sempre serena ed equilibrata, indistruttibile, una donna felice, per porgere il mondo al suo bambino, a Lànghrian.
Si sentiva attorno il vuoto.Era sola. Suoi erano i problemi, lei doveva viverli e superarli.
E convivere con il male che sentiva crescerle dentro.Protetto dalle fronde, Rúnhr la osservava, sdraiata nel prato. Non era serena, sicuramente.
'Già, ho sbagliato, forse non è per me..ma non riesco a vivere senza di lei, non ce la faccio.
Quel cosino tremendo ha il potere di farmi incazzare e di rendermi felice.
Così felice..forse è troppo per me. Troppo strana, troppo dolce fra le mie braccia, troppo donna, troppo vera..e adesso si sta creando il suo mondo senza di me..dividerci..ha già preparato tutto.. Oddio!Ma so che mi ama, è furba e bugiarda, quando la sfioro sento che mi ama.
Imbrogliona..mi scappa continuamente..
"Attento" gli aveva detto James "Attento..Potrebbe sfuggirti in un attimo... se capisce che non la ami veramente"
Già..la piccola peste, sempre in fuga, ma mi ama.. Sono sicuro.
... non basta, tu la ami veramente?..Piantala, o la perderai, se non l'hai già persa...Persa?.. Devo saperlo...'Era sceso verso di lei per parlarle, nel pratone, ma Dolly si era mangiata il suo chiken burghy...Porca!
Gli uomini, insieme a Rúnhr, avevano sistemato Dolly provvisoriamente. Núha aveva controllato tutto, gli animali, la casa, poi si era ritirata in foresteria.
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Helòr - l'Oro di Hellok
RomantizmNúha bambina e poi donna, attraversa le spire della sua elegante famiglia, perfettamente perfetta, violenta, anaffettiva. Fugge. Due mariti meravigliosi stuzzicano il suo strano carattere, in un rodeo di dispetti, liti, fughe, drammi, con grande pas...