61. Matto

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61.

Finalmente Claude arrivò dal suo viaggio d'affari, direttamente in ufficio.
Rodrik era avvilito, era il momento di scaricargli addosso, purtroppo, brutte notizie.

Si salutarono cordialmente. Poi iniziarono a esaminare l'indispensabile immediato.

"Rodrik, hai visto Núha? Come sta?" chiese subito Claude.
"Sembra riprendersi lentamente, ma bene"
"Ok, domani mattina vado a trovarla.
Mi hai detto di avere delle novità importanti, aggiornami"

"Non sono delle belle novità, forse è meglio che si tolga un po' di fatica di dosso e poi le spiegherò"

"No, subito. Mi hai fatto una relazione?"
"Due"

"Ok. Per ora, molto sinteticamente, dimmi di cosa si tratta, poi leggo le relazioni"

"Va bene, ma mi perdoni per quel che devo dirle"
"Vai avanti, sono un ex ufficiale, resisterò"

"Molto sinteticamente?"
"Sì"
"Le preciso che le informazioni che le dò sono ampiamente provate e certe, come vedrà nelle relazioni. Quindi nessun dubbio
"Ho capito"

"Dunque, sinteticamente.

Prima relazione.
John è l'aggressore di Núha, non conosco le motivazioni, sono certissimo che Núha se ne ricorda, ma non vuole dirlo.

Seconda relazione.
Tom ha incastrato John, con un falso furto, che ha commissionato a due balordi, per farlo espellere dal collegio, così vendicandosi delle vecchie ruggini.

È tutto. Trova prove e particolari nelle relazioni."

Claude lo guardò come se fosse appena stato svegliato da un bel sogno e faticasse a entrare nell'incubo. Ma si riprese subito.

"La polizia cosa ne sa?"

"Di John ha molti sospetti e indizi, ma la prova regina no. Quella ce l'ho solo io.

Di Tom nessuno sa niente. Salvo la persona che mi ha aiutato nelle indagini e che è il derubato. Ma non parlerà assolutamente.
Solo io, questo signor Brimian e Tom conosciamo la faccenda"

Quindi, l'unica che potrebbe incastrare John è Núha...In teoria, ma non credo lo farà"

"Le parlerò. Sarebbe suo diritto, deciderà lei"

"Ho fatto in modo che Tom arrivi subito, domani, in serata, così potrà parlargli. Purtroppo non è cambiato granché.

John invece, non sa che io so tutto e ho in mano l'unica vera prova. È già stato interrogato dalla polizia, ma non hanno certezze"

"Grazie, vado a riposare e leggo le relazioni"
"Non è arrabbiato?"
"Sono stanco di essere arrabbiato. Sono stanco di guai, di questa famiglia.

Non voglio prendermela più. Farò quello che devo fare, senza farmi venire tanti scrupoli.
Voglio smetterla con i patemi d'animo. Pare che, comprensione e pazienza, non diano risultati pratici."

'E sono distrutto,' avrebbe voluto aggiungere.

'John è così intelligente, speravo in lui...Tom è un imbecille, troppo stupido e corrotto. Avevo un figlio degno di me...finalmente, il mio John...invece...'

Si mise la testa fra le mani, si sentiva annullato, truffato dal destino.

Quei due, i suoi discendenti, quelli che dovevano trasmettere il suo cognome di famiglia, erano un fallimento.

Dopo un po', si accomodò in salotto, lesse con freddezza cosa avevano combinato i suoi figli.

Al mattino andò da Núha, voleva sentire dalla sua voce la verità, come ultimo scrupolo. L'accusa era grave, le prove consistenti. Proprio per questo voleva lasciare uno spiraglio di dubbio a John.

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