48. Lord Brian

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48.

Appena tornati dalla spiaggia, scombussolata dall'incontro con suo marito, Lirl chiese un stanza singola, tutta per sé, ad Hanjé, e si cambiò.
Sarebbe rimasta da lei, la sera, e voleva che Claude capisse bene come stavano le cose, che non era lì per saltare nel suo letto, di nuovo.

L'aveva sconvolta accogliendola con tanto impeto, aveva scompigliato le sue certezze.

Era tornata per i suoi figli, perché voleva ridargli fiducia in un futuro un po' più tranquillo e normale.
Ma adesso? Cosa le succedeva? Non capiva più niente, di sè.

Quando lui l'aveva afferrata e fatta ruotare nel suo vortice d'acqua, spruzzi e amore, non aveva avuto più controllo e si era persa. Peggio quando l'aveva stretta a sè, sussurrandole "Biscottino della mia anima, abita il mio deserto, ancora. Non andartene più."

Stava per abbracciarlo, baciarlo. Ma si era irrigidita, pensando a John, l'avrebbe preso per un tradimento.
Poi giunse un gran dolore. Doveva parlare a suo marito, ma se non fosse stato sincero? Sarebbe finito tutto. Il dolore bruciava sempre più.

Aveva viaggiato molto, continuamente spostandosi.
Doveva cambiare se stessa.

Pensava di esserci riuscita.
In quei mesi, aveva conosciuto tanta gente e la sua naturale vèrve l'aveva aiutata a mescolarsi con gli altri, ad ascoltare e ricevere cibo per la mente e lo spirito.
Aveva cercato saggezza, in filosofie antiche e pensato molto.
Si sentiva meglio.

Era stata avvicinata da diversi uomini, molto interessanti, ma la nostalgia di Claude, pian piano aveva cominciato a torturarla. Lei la respingeva, voleva guarire dal suo amore.

Poi, prima di tornare, fece una crociera, conobbe un gruppo di diplomatici inglesi, in viaggio, con al seguito le mogli.

Un paio di loro, la notarono. Lo stile, gli abiti molto eleganti, ma furono gli abbinamenti di colori e accessori a intrigarle. E vollero conoscerla.

Per niente formali, la invitavano spesso al loro tavolo. Un giorno le presentarono una persona.

"Cara Lirl, le presento Lord Brian Merimor, il nostro ambasciatore" le disse Lady Alcott.
Lei riconobbe in lui, una persona che la osservava attentamente da lontano, spesso. Non era l'unico.

Lui fu molto gentile e dopo poche battute galanti, di circostanza, si allontanò.

Una sera ricomparve al suo fianco, con un grosso cane al guinzaglio, mentre lei era sulla passeggiata. Si fermò, la salutò, fece il baciamano.

Quando alzò la testa, fu impossibile non notare gli occhi grigi, fermi, intensi.
Penetranti, cercavano, indagavano, scoperchiavano le difese.

Distolse lo sguardo, seccata. Rispose al saluto molto freddamente.
"Ci conosciamo?" chiese lui.

Lei aveva accelerato il passo, ma si mise a ridere "Ci ha presentato ieri sera Lady Alcott...Troppo champagne, Lord Merimor?"

Era stata pungente e maleducata apposta, che la trovasse antipatica e se ne andasse!

"Intendevo dire se ci conoscevamo 'già" fece lui, per nulla smontato.

Lirl rise di nuovo "Impossibile, io sono semplicemente Lirl Maver, niente titoli, una qualunque. Niente nobiltà. Non sono al suo livello."
E avrebbe voluto aggiungere 'mi lasci perdere'.

La bella cagnolona, una femmina, che lui portava al guinzaglio, le diede una musatina, un segno di fraternità di branco.
Era una Bonadilirl, l'aveva notato immediatamente. Ricambiò l'onore di essere stata accettata così, senza preamboli. Le fece una carezza, ma disegnandole con il pollice, un piccolissimo cerchio sulla fronte.

Helòr - l'Oro di Hellok Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora