78. Ragazzina

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78.

La volta successiva, la piccola sposa di suo cugino fu severa.
"Se non ti trovi bene con me, non voglio costringerti, ma perché non vieni quasi mai?"
"Sto benissimo lì, ho solo da fare in ufficio" rispose Núha.

"Mm..ma prometti che verrai domani...Prometti!!"
"Va bene. Ci sarò."

Per fortuna trovò solo Donyll e la bimba.

"Perché quando c'e Rúnhr, rimani pochissimo?" chiese la baby mamma.

"Mi innervosisce" disse Núha.
"Ma è simpatico, e così tanto, tanto bello.." a Donyll brillarono gli occhi, il follettino rideva.

"Sì, ma io non ho voglia di parlare con gli estranei"
"Ah..carina la sua ragazza, vero?"
"Molto, sexy e simpatica"

"Eppure l'ha lasciata"

"È un bell'uomo, può scegliere, è giovane. Si sarà stufato. È normale, ne passerà parecchie probabilmente"

"Ti piace?"
"È bellissimo, certo. Ma non mi interessa, se è questo che intendi. Poi non è il momento"

"E se fosse il momento? Lui l'ha lasciata perché vuole te."

Lei alzò gli occhi di scatto, stupita.
Donyll aveva un'espressione birichina.

"Cosa dici! Non scherzare piccinina" disse Núha.

"È vero che morirai?"

"Sì, ma non pensarci"
"Fra quanto?"
"Dovevo già essere morta, non so quando sarà, ma il dottore ha detto che morirò senz'altro. Parliamo d'altro."

Suonò il campanello, salirono Mark e Rúnhr.
Provò un senso di fastidio. Prese la borsa, "Io vado."

"Ah..no", disse Donyll, "stavolta si offenderà e io ho promesso che saresti stata qui, a cena"

"Ma cosa stai combinando, peste?"

"Ha detto che gli piaci. Mi ha chiesto aiuto per poterti incontrare. Cosa c'e di male?"

"Oddio! Io sono malata, Donyll, non ho futuro, hai fatto un pasticcio. Lo farai star male"

"Non credo, lui lo sa, Mark gli ha spiegato. C'ero anch'io, gli ha detto tutto. Tutto, capito? Perciò.. "

"Perciò ti strozzo, a me non piace."

"Davveroooo!!!??.. Ma che bugiarda..
Bugiarda, bugiarda che sei.! Che coraggio! Non ci credo assolutamente.

Ti succede qualcosa...un qualcosina, quando c'è lui...Io conosco bene 'quella cosetta lì sai?
Guarda come è andata con Mark...A me non puoi raccontare storie.
Ma se non è vero..
Diglielo tu allora..se riesci a convincerlo"

"Accidenti, accidenti accidenti, ragazzina!!!"

Entrarono.
Rúnhr vide subito che era arrabbiata.
Mentre Núha era in cucina, a mettere nei piatti il primo, anche lui entrò. Lei si irrigidì.

"Sei arrabbiata, colpa mia?"
"No, perché mai? No, io sono così, musona, antipatica, isterica..lunatica"
"Non ci credo"
"Pazienza, vedrai"
"Stai scappando da me?"

"Ma..no, no!..Oh..santocielo, scusami, ma non interpretare il mio comportamento in modo personale.
Indispongo spesso la gente. Non brillo in cordialità.
Ti assicuro, non è colpa tua, non mi sei antipatico. Mi spiace, hai ragione, sono stata maleducata, ma io sono così, ruvida".

"Come mai?"
"Così, carattere, non so"
"Non ci credo, sono io che ti irrito. Mi dispiace, vorrei capire. Andiamo a prendere un gelato, io e te, stasera?
Non dire di no, o mi offendo. Dai! Non ci conosciamo granché. Va bene?"

"Ma..."
"Sono così insopportabile? Ci vedremo spesso, meglio fare amicizia, non ti pare? Solo due chiacchiere"
"Mmm.. "

Non voleva andare, ma era cosi gentile e non trovava una scusa valida da propinargli, senza offenderlo. E le sembrava di essere maleducata, rifiutando.

"Va bene"
"Ok, allora, va bene il gelato?"
"Sì..Va bene."

Intanto, insieme, portarono i piatti del primo in tavola.
La cena fu divertente. Rúnhr era molto ironico, riuscì a farla ridere spesso. La piccola Anill, ogni poco, gli si arrampicava addosso e lei non riusciva a staccare lo sguardo da quei due.

Qualcosa la scuoteva così tanto, vedendo, un uomo, così tenero e paziente...Così caldo. Non era normale.
Era innaturale nella famiglia da cui veniva.

Donyll, era contenta, con un'aria palesemente soddisfatta. Ogni tanto le schiacciava l'occhio, e poi a Rúnhr. Núha, di nascosto, le fece segno che le tagliava la gola.

Poi serví il caffè. E andò a lavare i piatti.
Rúnhr la seguì. "Stanca?"
"No. Senti, prima ero un po' nervosa. Mi spiace"
"Non eri così il primo giorno, cosa ti è successo?"
"Niente"
"Sono io quel niente?"
"Ma no, te l'ho già detto"
"Riuscirai a sopportarmi stasera?"
"Ma sì, sei divertente"
"Andiamo subito allora, finché sei di buon umore."

La prese per mano e la trascinò via.

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