16. Innocenza

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16.

Nin prese la chiave dello studio del signor Claude.
Si fidava solo di lei, sapeva che era accorta, precisa. L'aveva istruita su come riorganizzare i suoi fascicoli, una volta la settimana, lui non aveva tempo di farlo.

Era in casa loro da anni.

Hanjé aveva rinunciato a lei, pur di affiancare a Lirl una persona che conoscesse gli spigoli di sua sorella e avesse sufficiente autorità e prestigio, per essere in grado di farla ragionare...Prima che rovinasse un matrimonio importante, per lei e il piccolo John.

Nin girò la chiave ed entrò. Cominciò a esaminare con calma quel che stava sui tavoli.

Claude era stressato. Stava cercando di riposare un po'.

Dieci giorni all'estero, poi un giorno per riorganizzarsi e di nuovo via all'estero due giorni. Era a casa da dieci giorni, ma avev lavorato in un turbine di contatti, nel suo studio.

Un andirivieni che lo aveva spossato. C'era un vero caos, da riportare a un ordine, almeno approssimato, nello studio.

Nin diede una rapida occhiata ai documenti sulla scrivania di Claude, poi passò alle due borse porta documenti, da viaggio. Stracolme.

Claude non le aveva svuotate.
I suoi due viaggi ravvicinati componevano un unico affare. Gli servivano le stesse scartoffie nelle due trattative. Quindi aveva riposto, nelle borse, i documenti del primo viaggio e poi anche quelli raccolti nel secondo viaggio. Per forza.

Arrivo e ripartenza. Mordi e fuggi.
Il poverino era stanchissimo, e così, era sconvolto anche il suo studio. Lo sarebbe stata anche Nin, dopo riordinato tutto.
'Un matrimonio pazzesco fra scartoffie quasi gemelle' pensò.

"Bisogna 'sposare' a tutto questo macello, anche le relazioni e gli accordi posati sui due tavoli riunioni... Nooo!" Disse Nin, le mani nei capelli.

Partì dalle borse. Svuotò e suddivise. Poi passò a una tasca laterale esterna.
Strano, appariva rigonfia. Aprì e tolse tutto con un po' di fatica.

Soldi, soprattutto spiccioli, ricevute. Due biglietti scritti a mano, con appunti di prenotazioni e altro.

Era un bel malloppo. Ovvio, un sacco di movimenti in pochi giorni.

Però..'Strano, di solito queste cose le ficca nella tasca interna, del soprabito da viaggio'.

Prese il tutto, e lo distribuì sul tavolo di Claude. Cominciò a controllare e riordinare i biglietti, notò delle date particolari. Le venne un dubbio.

Si rammentò la voce di Claude  quando aveva aggredito il figlio, dandogli del ladro:

'..stupido, hai arraffato tanto in fretta quel che c'era nella tasca del soprabito, che mi hai portato via anche appunti e scontrini che mi servivano.'

Lei ci pensò su.

..Tempo prima, Claude, non avendo trovato, in tasca, i soldi e biglietti del primo viaggio, aveva accusato John di furto.
Quindi aveva incaricato Nin di cercare, di nascosto, fra le cose di John, la refurtiva. Ma lei non aveva trovato niente.

Controllò le date e i riferimenti dei vari biglietti...
..Esatto, come pensava..Era, tutto lì, nella borsa.

"Povero John! Insultato e picchiato, per una stupida distrazione di suo padre" esclamò.

Intuiva cosa era successo.

Claude non usava quasi mai la tasca esterna della borsa. Teneva spiccioli e appunti nella tasca 'interna' del soprabito da viaggio.

Però le aveva chiesto di procurargli una cartina in più, per una nuova destinazione dove doveva andare.

E lei prima che partisse, gliele aveva consegnate tutte, lui le aveva infilate appunto nel soprabito, tasca interna.

Poi era partito.

Durante i primi dieci giorni di viaggio, aveva accumulato annotazioni e ricevute, per abitudine, tutto dentro quella tasca del soprabito. Comprese le cartine.
Troppa roba.

A un certo momento doveva essere diventato fastidioso, o antiestetico. E aveva buttato tutto nello scomparto esterno della borsa. Eccetto una cartina, che gli serviva avere sottomano.

Ma si era dimenticato di tutto e aveva accusato John.

Andò a controllare il soprabito, appeso nell'ingresso.

'Eccola, la cartina!
E gli spiccioli e foglietti, ma del secondo viaggio'.

Tutto combaciava.

Perciò, era andata cosí..nel primo viaggio Claude aveva vuotato la tasca del soprabito, dalla roba di troppo: spiccioli e foglietti. Tutto trasferito in borsa.
Ma la cartina, no. L'aveva lasciata a portata di mano, nel soprabito.

Poi era ripartito.

In viaggio, cercando nella tasca, non aveva trovato, quel che pensava dovesse esserci, eccetto la cartina.

Quindi aveva accusato John di aver arraffato tutto nella fretta di rubare, meno la cartina, ovviamente.

Ma la roba e i soldi, che John sembrava aver rubato, erano invece là, In borsa.

John era innocente!! Palese.

'Perfetto.
Un po' complicato, ma è così'. si disse.

Sentì aprirsi la porta d'ingresso. Lirl era tornata. Claude si era alzato, si diedero un bacio di saluto.

'Bisogna pur dare giustizia al mio piccolo John' pensò Nin, e li raggiunse.

"Buongiorno Lirl, tutto bene?" chiese Nin.
"Ah, sì, la sarta ha fatto un lavoro ottimo"

"E lei, Claude, ha fatto colazione?"
"Sì, a posto"

"Bene, dovrei farvi vedere una cosa importante" disse Nin, nascondendo la soddisfazione "Avete tempo adesso?"

"Sì, va bene" dissero entrambi.

"Venite, è in studio"
"In studio?" fece Claude sorpreso.

Nin indicò la refurtiva sul tavolo "Ecco, ho trovato i soldi e i biglietti che le ha rubato John"

"Dove li aveva nascosti, la canaglia?" chiese Claude.

"Erano qui" Nin indicò la tasca della borsa.

Immaginava che il padre si ricordasse, il perché ci fossero finiti. Invece..

"Ah, alla fine li ha restituiti, a modo suo," disse soddisfatto Claude, "ma subdolamente, mettendoli qui.
Un trucchetto per non affrontare la responsabilità. Molto furbo, ma ora però deve chiedere scusa"

"No Claude, John non ha rubato niente. Poi le spiego bene.

Ma, ci pensi, non poteva riuscire a mettere qui, nello studio, la refurtiva.
Non ha la chiave dello studio.
Né è in grado di poterla prendere, in cassaforte.

Quindi...

O 'io', ho rubato i soldi e i biglietti e poi li ho rimessi qui...
...O li ha messi lei, Claude.
Forse se ne è dimenticato, perché è un posto insolito, per lei."

Lui fece una faccia perplessa.

"Guardi le date di questi bigliettini nella borsa, sono quelli che le mancano, vero? E anche i soldi.
Tutto quello, che dovrebbe aver rubato John, è qui.
Credo di capire cosa è successo."

Gli spiegò ben, bene.

Claude non rispose, stava pensando, quando Lirl disse, acida "Oppure li ha riportati lì lei, i soldi, perché perdonassimo John!
È il suo preferito, no?"

"No, Lirl. Sbagli. Ha ragione Nin.
Era tardi, ero stordito, distrutto, a un certo punto avevo troppa roba in tasca e ho sbattuto tutto in borsa, meno una cartina.
Grazie Nin, è andata proprio così."

"John sarà contento di saperlo, è molto abbattuto" osservò lei.

"Sì, Sì, Certo, glielo dirò" fece lui.

Helòr - l'Oro di Hellok Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora