103. Al telefono

7 1 1
                                    

103.

Núha tentò di telefonare a Lirl.
"Hello.."
"Ciao mamma"
"Núha, tesoro! Che piacere sentirti"

"Mamma, devo darti un dispiacere. Papà ha tentato il suicidio, ma ha inciampato, è caduto e si è solo sparato alla fronte, di striscio, ma ha anche battuto forte la testa. Niente di grave però. È in ospedale. Spero che non ci riprovi, ha bisogno di supporto morale"

"Sì certo. Mi sento in colpa.
Ma non voglio tornare. Rivedermi e poi lasciarmi andare, non sarebbe positivo per lui. Potrebbe fargli peggio. E potrebbe fare qualche stupidaggine, o costringermi a restare. Ma ci penserò"

"Sono d'accordo, non devi venire qui. Potrebbe cercare di ucciderti per la rabbia, come ha fatto con me. È da tanto che non riesce più a controllarla.
Possiamo stargli vicino, telefonandogli il più possibile. Ma non so se questo gli moltiplicherà la frustrazione, o gli farà bene. Tu cosa ne dici?"

"Che deve accettare la realtà. Più presto è, e meglio è.
Telefonargli è un modo prudente di aiutarlo e stargli vicino.
Ma anche di chiarirgli le idee. Non può andare avanti a fare il presuntuoso irrispettoso.
Potrei telefonargli ogni tanto, se vuole. Saprà che non è del tutto solo"

"Glielo dirò e ti farò sapere se vuole sentirti"

Telefòno a Claude, che aveva il telefono in camera.
"Pronto?"
"Ciao papà, sono Núha. Come stai?"
"Sono affari miei. Chi ti ha avvertito?"
"Nessuno, 'io' ho avvertito Rodrik"

"Sei venuta a casa? Mi hai soccorso tu? Come ti sei permessa?"
"Non sono venuta lì"
"E allora come hai fatto a saperlo?"
"Un sogno"
"È una balla. Bugiarda! Sei entrata in casa mia, come una ladra. Cosa cercavi di fare, rubarmi qualcosa?"

"Va bene.
Puttana e adesso bugiarda e ladra. Ecco cosa succede a fare le buone azioni a chi ti vuol male.
Chiedi a Rodrik"

"Puoi starne sicura. Non entrerai più in casa mia, putt......"
"Fermo là!
Lo sai che non è vero. Non ti scalmanare con la tua recita. Ti spiegherà Rodrik.
Come ti senti? Lo rifarai? Spero di no. Sei ancora giovane e un bellissimo uomo. C'è senz'altro qualcuno che ti vuole"

"Ma non tua madre"

"L'hai fatta troppo grossa, troppo a lungo, con troppa superbia, e anche a me.
Ma lei ti vuole bene, puoi salvare almeno questo.
Oppure lascia perdere, ma guardati attorno. Trova una donna adatta a te. Non devi più fare errori così. E non devi spararti"

"Cosa vuoi da me? Non illuderti, non credere di commuovermi, recitando da brava figlia. Non ti dò una lira"

"Soldi, ancora soldi, solo soldi..Ti uccideranno. Non ho mai voluto i tuoi soldi, e te lo dimostro ogni giorno. Volevo altro, ma ho perso ogni speranza..E non ho bisogno di niente"

"Sei una degenerata"
"Oddio, papà. Sei penoso, piantala con la storia della puttana. Ormai sei stato scoperto.
Anche la mamma sa tutto. La tua falsità l'ha sconvolta"

"È per questo che mi ha lasciato? Per colpa tua?"
"Sì, se è una colpa essere una giornalista e non una puttana, come ami sostenere tu.
Ma soprattutto perché l'hai manipolata.
La mamma non si perdona per quello che mi ha fatto, guidata da te. Riesci a pensare cosa ha provato?
Riesci a capire che ingannandola, le hai fatto danni serissimi?
Doveva sapere, per essere padrona della realtà, padrona di essere felice"

"Mi hai telefonato per farmi incazzare? Io non ho sensi di colpa nei confronti di nessuno. Ho fatto quel che andava fatto"

"Per i tuoi comodi però. So che non hai sensi di colpa. Sei un predatore, tutto si possiede, o si distrugge.
Io ho il torto di non soddisfare il tuo egoismo, non mi trasformerò mai in una schiava della famiglia.
E quanto alla mamma, adesso finalmente è guarita".

Helòr - l'Oro di Hellok Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora