Capitolo 42

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E' ormai tarda sera quando rimango sola nella mia stanza con la mia piccolina. Jongdae è andato a casa da poco, se non fosse stato contro il regolarmente sarebbe rimasto a dormire qui. Ammetto che ho insistito anch'io a lasciarlo andare, questa giornata è stato un vero vortice di continue emozioni e dal momento che domani mattina deve pure lavorare è giusto che si riposi un po'. Abbiamo una vita intera per stare insieme e di certo qualche ora di lontananza non è nulla di così disastroso. Nel frattempo mi godo ogni piccolo momento insieme alla mia bambina, che dorme tranquilla nella culla di fianco al mio letto. Non riesco a staccare gli occhi da lei, ed ammetto che ancora faccio fatica a credere che questo piccolo spettacolo della natura è mia figlia. Assurdo vero? Fino ad un'anno fa non sapevo nemmeno cosa volevo dalla vita ed ora sono diventata mamma. E' tutto così strano, che più ci penso e più non riesco ancora a realizzare la cosa.

Mi metto nel letto ed avvicino il più possibile la piccola culla a me

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Mi metto nel letto ed avvicino il più possibile la piccola culla a me. La mia Miyou dorme spensierata ormai da ore, lei non sa ancora nulla di quello che c'è intorno a lei. Dovrei provare ad addormentarmi anch'io anche se l'adrenalina della giornata continua a circolare dentro di me e non riesco potrei a rilassarmi come si deve. Sento il telefono suonare, è un messaggio di Jongdae "Amore, sei sveglia? Io non riesco proprio a chiudere occhi. Ho ancora impresso il momento meraviglioso che mi hai fatto vivere questa mattina! Grazie Sharon per questo dono magnifico! Mi raccomando cerca di riposare che oggi hai fatto un gran lavoro e manda un bacino alla nostra principessa! Ti amo!" le sue parole sono sempre capaci di commuovermi. Jongdae non si rende conto che il regalo più bello l'ha fatto lui a me e che sono sempre più orgogliosa di avere lui al mio fianco. Accendo la luce del comodino e scatto una foto a Miyou e gliela invio "La nostra principessa sta già sognando il suo papà ed ora farò lo stesso anch'io! Ti amo Jongdae e grazie per aver deciso di essere parte della mia vita! Mi raccomando dormi un po' anche tu, anche tu hai fatto tanto! Buonanotte!" sorrido nel scrivere il messaggio. Appoggio il telefono sul comodino e spengo la luce, è arrivato il momento anche per me di riposare un po'.

Non riesco proprio a chiudere occhio invece, inizialmente credevo che il problema fosse quello di trovare una posizione che con questi punti non fosse dolorosa. Poco fa è passata un'infermiera e mi ha portato un antidolorifico ed quel male fastidioso sembra che si è attenuato. Ma il vero problema questa sera sono i pensieri. Non riesco a smettere di pensare a mia mamma e a quanto sarebbe stata felice se fosse stata qui. Quando perdi una persona cara è impossibile abituarsi alla sua assenza, ormai sono più di dieci anni che lei se n'è andata eppure io sento costantemente il bisogno di lei. Oggi, sono diventata mamma e più che mai la mente pensa alla donna che mi ha messo al mondo.

Quando la gente che l'ha conosciuta dice che mi assomiglia non posso far altro che sentirmi la persone più orgogliosa di questa terra anche se so benissimo che ho ancora tanta strada da fare per poter essere una donna come lei.

Flashback

Era una giornata d'inverno. Faceva molto freddo. Sul tappeto di un appartamento nella periferia di Milano una bambina stava giocando con le sue bambole tranquilla, quando un bambino più grande di lei vestito con un'armatura da supereroe correva per il salotto divertendosi a disturbare il gioco tranquillo della sorellina. "E cosi, il grande eroe Min Min sconfigge il suo accerrimo nemico e uccide tutti i suoi soldati!" con un colpo di piede prende la bambola preferita della sorella ed inizia a calpestarla con forza. La piccola Sharon, aveva solo quattro anni e non sapeva come difendersi. La forza del fratello aveva rotto la testa alla bambola provocando nella bimba un pianto di disperazione. "Mamma.... mamma.... Minseokki mi ha rotto la mia Barbie!" era corsa in cucina dove la mamma, una giovane ed avvenente donna dai lunghi capelli neri, stava preparando la cena. Sharon faceva sempre così, si attaccava al pantalone della donna in cerca d'attenzione. La giovane prese in braccio la sua piccola stringendola forte per consolarla "Amore dai, non è successo niente, ora aggiustiamo! Minseok, vieni immediatamente a chiedere scusa a tua sorella!!" richiamava all'ordine il bambino che di fronte alla madre non poteva far altro che chinare il capo e chiedere scusa alla sorellina più piccola. C'era solo un modo per tranquillizzare la piccola Sharon, raccontarle una delle fiabe delle sue principesse preferite. La mamma appoggiò la figlia sull'orlo del tavolo ed inizio a raccontarle una delle sue storie preferite. "... ed alla fine la principessa sposò il principe azzurro, e vissero felice e contenti!" alla conclusione la piccola aveva finalmente ripreso a sorridere. "Ma mamma il principe azzurro esiste?" chiese Sharon con gli occhi incantati. "Certo che esiste, anche tu quando sarai grande troverai il tuo principe azzurro!" come ogni mamma, quella dolce donna desiderava il meglio per la sua piccola principessa...

Le stelle della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora