Capitolo 16

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Fisso il soffitto, mi sento impotente in questo momento. Non avevo mai pensato a questa cosa nonostante avessi avuto rapporti con i ragazzi. Non ricordo nemmeno se abbiamo usato le precauzione, sia con Junmyeon che con Jongdae è stato tutto così naturale che probabilmente abbiamo fatto le cose senza pensarci. Credevo che loro fossero stati attenti. Forse queste sono solo mie paranoie inutili e non è niente di tutto questo... Un bambino, ho 26 anni... non sono pronta ma se fosse davvero così cosa dovrei fare? Già i ragazzi sono nei guai e una cosa del genere potrebbe solo rovinargli la carriera... Piango, di nuovo... Mi squilla il telefono, è Jongin. Non voglio parlargli in questo momento. Gli scrivo un messaggio "Nini, non sto molto bene! Scusami. Ti richiamo dopo". Non saprei che altro dirgli. Dovrei uscire a comprare quel dannato test per togliermi ogni dubbio ma ho paura di sapere la verità... Che devo fare? Vorrei tanto che la mamma fosse qui in questo momento... Mi alzo per andare in bagno quando sento suonare il campanello all'impazzata. Ma chi diavolo è? Non aspettavo nessuno. "Arrivo un attimo!" cerco di sciacquarmi il viso e vado ad aprire. Mannaggia a me, l'avessi mai fatto!

Serena, una delle mie più care amiche mi piomba in casa e inizia ad urlare. "Tuuu vivevi in Corea con tutto questo ben di dio e non mi hai detto niente?" mi sbatte davanti una rivista coreana con una foto degli Exo. Ricordo di avergliela spedita poco dopo essere arrivata a Seoul per mostragli il lavoro che stavo facendo ma possibile che le poste ci abbiano messo così tanto tempo a consegnarla. "Ehm... ma..." appena vedo la foto dei ragazzi un brivido mi assale, eccoli belli e sorridenti. Tutti insieme. "No ma poi ti prego, davvero quel figo è quella polpetta di Minseok? Portami in Corea ti prego! Quel luogo fa miracoli" ora che ci penso da bambini mio fratello era innamorato di lei ma Serena non l'ha mai considerato di striscio. Capisco la sua euforia ma in questo momento non sono nel mood giusto per scherzare. "Eheh, già... dai un giorno ti racconto, ora scusami ma stavo uscendo!" mi guarda per qualche istante. "Sicura che è tutto apposto?" ma proprio in quel momento scoppio di nuovo a piangere. "Ho fatto una cavolata Sere... e ora che faccio?" gli racconto tutta la storia, non ne potevo più di tenermi dentro tutto. "Dai Sharon, calmati, andiamo a prendere il test, a tutto c'è una soluzione!" usciamo dirette in farmacia...

Siamo nel bagno di casa mia. Ho il test in mano e Serena mi fissa con i suoi occhioni da cerbiatto. Ci conosciamo da tutta la vita ma mai avrei pensato che un giorno mi sarei trovata in una situazione del genere. Grazie al cielo c'è lei qui con me in questo momento. Mi sorride. Ho paura ma devo farlo...

Sono in ansia. Sono passati già venti minuti e non ho il coraggio di guardare. Sono seduta sul divano in salotto con Serena che mi ha preparato una camomilla nella speranza di vedermi calmare, inutilmente. E se fosse che faccio? Ho fatto l'amore sia con Jongdae che con Junmyeon a distanza di pochissimi giorni... cavolo! Dovrei far tutto da sola senza fargli sapere niente? A parte che, non ho modo per mettermi in contatto con loro ma poi creerei solo l'ennesimo problema. E a mio padre... oddio che cosa gli dico?

Sono davanti alla porta del bagno, la fisso, se entro lo vedo ma ora non voglio proprio entrare. Serena è dietro di me "Allora?" la guardo con gli occhi preoccupati. "Non ce la faccio" mi da una pacca sulla spalla "Dai forza e coraggio. Ricordati che un bambino è comunque uno dei doni più belli che la vita ti possa dare, e poi hai la tua famiglia!". Credo che non si renda conto della situazione. Tanto prima o poi lo devo guardare, entro in bagno quando suonano al citofono. Serena scende ad aprire. Va bene, ora aspetto di vedere chi è arrivato e quando se ne va guardo questo coso. No, no... fammi guardare. Lo giro lentamente... lo ricontrollo meglio... non so se ridere o piangere... ora sono veramente nei guai. "Sharon, c'è... c'è.. uno dei fighi della rivista... " mi giro sentendo Serena tutta euforica e mi ritrovo davanti Jongin. Gli lancio addosso il test. Mi butto a terra disperata. "E' positivo c***o! Ora che faccio..." scoppio di nuovo a piangere. Jongin mi guarda senza capire. Ha tra le mani il test, lo osserva e poi vedo che prende la scatola delle istruzioni. Si siede di fianco a me "Ma è una cosa bellissima... vieni qui!" mi stringe forte a lui cercando di consolarmi. Serena ci guarda sorridendo, credo che non ha capito che Jongin non c'entra nulla con questa storia

Le lacrime mi rigano il viso. Non riesco a smettere di piangere. Jongin è seduto di fianco a me sul divano del salotto che cerca di pulirmi dal mascara e Serena, dopo aver capito la situazione e cercato di farmi calmare, è dovuta andare al lavoro promettendomi che sarebbe tornata appena possibile. "Sono stata un irresponsabile Nini... questa è l'unica spiegazione!" ripeto per l'ennesima volta. "Smettila di dire così, avete sbagliato ma ormai la situazione è questa... non penserai mica di..." lo fermo prima che finisce la frase, so dove vuol andare a parare. "E cosa faccio? Non so nemmeno di chi sia figlio questo essere e mai lo scoprirò. Non voglio rovinare la carriera a nessuno e poi... se lo scoprisse mio padre non oso immaginare cosa potrebbe succedere..." all'improvviso Jongin si alza, la sua espressione cambia. "Ferma! Intanto non ti permetto di dire queste cose... piuttosto ti aiuto io ma una soluzione la dobbiamo trovare!" ma cosa vuole fare? E poi anche se mi mettesse in contatto con i ragazzi a cosa servirebbe? A niente! Se mai fosse stato Junmyeon mi darebbe l'ennesimo ben servito e Jongdae... lasciamo perdere. "No... Jongin è inutile, veramente! E poi non voglio far finire anche te nei guai" dico urlando. Continuamo a parlare per ora fino a quando ci addormentiamo entrambi sul divano.

Mi sveglio di soprassalto, Jongin sta dormendo poco distante da me, cerco di alzarmi senza far rumore per andare in bagno. Il test è ancora lì appoggiato sul lavandino. Lo riprendo in mano, lo guardo. Quelle due linee... quelle linea che mi cambierebbero completamente la vita. Mi guardo allo specchio, i miei occhi sono rossi da quanto ho pianto, quasi non mi riconosco. Mi sfioro la pancia con la mano. Ma cosa diavolo abbiamo combinato? Sento un brivido forte. Davanti a me le immagini di quella sera a casa di Junmyeon e di tutte quelle volte che abbiamo fatto l'amore. Voleva essere il mio guardiano e invece, aveva solo giocato con me. O forse non era solo pronto ad avere una storia. E poi Jongdae e quel giorno a casa sua, il modo naturale in cui tutto è successo, come due ragazzini che scoprivamo per la prima volta un sentimento forte come l'amore. Il suo sorriso, la sua dolcezza. Chissà come stai e se ogni tanto mi pensi? Non posso rovinargli la vita in questo modo, a nessuno dei due...

Fisso la mia immagine riflessa nello specchio. Sharon, ma cosa stai facendo? Sei sempre stata una persona forte, hai affrontato tante cose, hai sempre cercato di risolvere tutto da sola ma ora, ti sei trovata in una situazione più grande di te. Sento una presenza dietro di me, è Jongin. Si è appena svegliato. "Sharon..." mi giro. "Cosa devo fare? Dimmi cosa devo fare?" mi scruta con la sguardo. Mi dispiace averlo messo in una situazione del genere, lui non c'entra nulla e questa sera dovrà pure partire per Parigi prima di tornare in Corea. "Fai quello che dice il tuo cuore... ma non prendere decisioni che ti faranno pentire, io non dirò nulla a nessuno, te lo prometto!" lo abbraccio e lo ringrazio per quello che sta cercando di fare per me.
Jongin è appena partito e già mi manca. Affrontare questa situazione da sola sarà davvero difficile ma devo prendere una decisione, e anche in fretta! Tra pochi giorni tornerà a casa anche mio padre e devo capire che fare prima che scopra qualcosa. Dovrò anche andare dal medico.

E' mattina e sono in giro con Serena. Non mi va di parlare di tutta questa situazione quindi l'ho portata a fare shopping. Almeno si distrae tra i vestiti e non fa domande scomode. Mi gira un po' la testa e qui dentro fa tanto caldo. "Questo vestito come mi sta?" mi dice uscendo dal camerino. "Bello! Stai bene!" in realtà ho la mente totalmente altrove e poco mi importa di come gli sta. "Perche non guardi qualcosa anche per te?" cerca di farmi sentire a mio agio ma non riesce. Mi sposto un po' e la mia attenzione viene catturata dalla parete davanti a me. Sono articoli per neonati. Rimango colpita da un paio di scarpine. Sono delle Nike sportive ma piccolissime. Sembrano le scarpe che mettevano sempre gli Exo durante gli spettacoli ma in miniature. Un brivido mi assale, le prendo in mano. Sono bellissime. Serena mi raggiunge. Gliele mostro. "Belle vero?" mi sorride. "Sharon se potessi vedere i tuoi occhi in questo momento brillano... sei proprio sicura che..." faccio un sospiro. "NO! Se credi nel destino sai che ti dico? Il destino ha voluto così e così sarà!" non so nemmeno io da dove ho trovato la forza di dirle ciò. Decido di acquistare le scarpine, poco importa se sarà un maschio o una femmina ma sarà comunque un regalo che le stelle hanno voluto donarmi, un piccolo Exo...

Usciamo dal negozio, Serena mi sorride e mi abbraccia "Per qualunque cosa sappi che io sarò con te!" sono davvero felice di aver ritrovato un'amica come lei. Ora capisco perché mio fratello ne era tanto innamorato da ragazzino. "Sere, grazie! Veramente! Questo esserino avrà una zia speciale" mi sorride "A proposito, non pensi che dovresti dirlo a Minseok?" già, lui ha diritto di sapere ma ora non saprei come contattarlo, dovrò chiedere a Jongin. Dovrò anche pensare di come dirlo a mio padre.

Torno a casa e mi rimetto a fissare le scarpine che ho appena comprato. Sono ancora incredula di quanto sono piccole. Cerco un posto dove nasconderle per ora e mi sdraio sul letto. Spero almeno questa notte di riuscire a prendere sonno. Nonostante abbia un po' paura di quello che potrebbe succedere sono sicura che questa è la decisione più corretta. Crescerò questo bambino, a costo di farlo da sola. Non importa chi è il padre, non è giusto che la loro carriera venga interrotta così, già li ho messi nei guai abbastanza. Mmm... però uffi! Io voglio sapere... Metto un po' di musica di sottofondo e mi metto a sfogliare la galleria delle immagini del mio cellulare. Jongdae, tesoro mio... quanto mi manchi, vorrei tanto che il mio esserino diventi proprio come te. Sarebbe il regalo più bello che tutta quel esperienza in Corea mi ha dato. Continuando a scorrere le foto trovo una foto di Junmyeon, non sapevo nemmeno di averla salvata. Certo che questo ragazzo è bellissimo e se mio figlio fosse così bello dovrei lottare ogni giorno per non farmelo portare via da qualche agenzia di spettacolo. Mi viene da ridere. Mi sa tanto che i miei ormoni stanno impazzendo!
Entro sui social, era da tanto che li aprivo. L'avessi mai fatto. Tutta l'euforia del momento viene distrutta da un articolo "Chen, main vocalist degli Exo, questa domenica sposa Mihee, figlia del direttore Kang della SM Entertainment". Mi cade il telefono dalle mani e le lacrime iniziano a scendere senza sosta. Mi manca il respiro, sento come se il mondo mi stesse crollando addosso. Domenica,esattamente fra due giorni... una forte fitta parte dallo stomaco, vorrei urlare ma non riesco a far altro che piangere.

Sento il telefono squillare, chi è adesso? Riconosco il numero di Jongin. Gli rispondo, completamente in lacrime, "Sharon... calmati! Devi cercare di stare tranquilla. Ascolta riusciresti a venire in Aereoporto a Malpensa? Sto tornando da Parigi e volevo salutarti prima di partire!" ma non doveva partire direttamente da Parigi? Boh... Avrà avuto un imprevisto? Malpensa? Ma da quando i voli europei arrivano lì? Nonostante sia completamente scossa dalla notizia del matrimonio così imminente decido di prendere la macchina e raggiungerlo...

Le stelle della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora