Mare cristallino con immense spiagge bianche contrapposte a maestose distese verdi e l' imponente vulcano, l'isola di Jeju è un vero spettacolo della natura. Non c'ero mai stata ma mamma e papà si sono sposati qui, e ricordo di aver sfogliato quel album di fotografie molto spesso quando ero bambina.
La stessa impressione di questi luoghi meravigliosi ce l'ho ora mentre dall'aeroporto ci spostiamo verso il resort dove trascorreremo questi giorni e dove si terrà l'evento. La meraviglia di questi luoghi cercano di distrarmi la testa dai pensieri. Con il viso coperto da dei grandi occhiali da sole, Jongdae è seduto di fianco a me e si godo il panorama scattando foto di tanto in tanto. "Bello vero?" mi dice sorridendomi. "Bellissimo!" lo guardo, questo ragazzo ha qualcosa di speciale, riesce nonostante tutto a mettermi tranquillità. "Ogni volta che vengo qui, rimango incantato da questo posto... vieni qui che ci facciamo una foto!" mi tira verso di lui con l'intento di scattare un selfie. "Non voglio finire nei guai... daii" cerco di lamentarmi mentre lui scoppia a ridere. "Smettila... è un foto, un ricordo! Ti fai troppe paranoie Sharon" ci scattiamo la foto e scoppiamo a ridere insieme. Più conosco questo ragazzo più capisco quanto è fortunata Mihee ad averlo al suo fianco. Eppure non riesco a non pensare a quello che è successo con Junmyeon... "Sono un po' agitato per l'evento di domani, è la prima volta che rappresento gli Exo e... non sono nemmeno bravo a parlare in pubblico" la voce di Jongdae interrompe i miei pensieri. Da quel poco che ho visto lui dal meglio di se quando canta ma nelle interviste è tra quelli che sta sempre più in disparte. "Vedrai che farai del tuo meglio, ne sono sicura!" cerco di tranquillizzarlo come fa sempre lui con me.
E' sera e dopo aver cenato con tutto lo staff sono nella mia stanza ad ascoltare un po' di musica. Il villaggio dove alloggiamo è bellissimo, con tanti piccoli cottage che danno direttamente sul mare. Dalla finestra vedo Jongdae che è seduto fuori dalla sua stanza che cerca di studiare qualcosa. Lo raggiungo, spero di non disturbarlo. "Stai studiando il discorso di domani?" solleva lo sguardo e annuisce. "Si, Junmyeon mi ha scritto quello che devo dire ma non riesco a memorizzarlo..." ecco, più cerco di non pensarci e più sento il suo nome. Faccio un sospiro, devo pensare ad altro, mi siedo di fianco a lui "Jongdae, sono sicura che farai un bellissima figura! Hai cantato davanti a millioni di persone, questo discorso non sarà niente! Io sarò lì a fare il tifo per te!"
Come immaginavo l'intervento di Jongdae durante l'evento è andato benissimo. Ogni tanto tentennava e il suo sguardo si girava verso di me che dal pubblico gli sorridevo. Ha fatto davvero un'ottima figura e gli è stato pure chiesto di cantare, ammetto che mi ha emozionato davvero tanto. Sono in camera, sdraiata sul letto. Devo farmi una doccia ma non ho voglia di alzarmi. Ho appena parlato al telefono con mio fratello e gli ho raccontato dell'evento. Sento bussare alla porta. Non curante del fatto che sono vestita con una maglietta dei Pokemon e un paio di pantaloncini mezzi rotti, vado ad aprire. E' Jongdae. Oddio, che vergona. Oltretutto indossa solo i pantaloni del costume. "Ti disturbo?" lo guardo, imbarazzata, cerco di guardami intorno per non fissare il suo petto così... perfetto. "Ehm no..." mi sorride, e senza dire una parola mi abbraccia. "Sharon... grazie! Davvero!" mi sussurra. Sento uno strano brivido dentro di me, ma cerco di staccarmi da lui. "Ho fatto il mio dovere!" mi sorride e mi spettina i capelli. "Comunque preparati che stasera ti porto a cena!" lo guardo imbarazzata. Beh che sarà mai, una cena tra amici. "Ehm... ok!" mi fa l'occhiolino e chiudo la porta davanti a me. Mi devo preparare e non ho idea di come vestirmi. A parte quel pranzo con Junmyeon non sono mai uscita a cena da quando sono in Corea. E poi qui ho pochi vestiti! Sono in agitazione totale! Intanto vado a farmi la doccia.
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Le stelle della mia vita
Fanfiction"... quanti ricordi, quante cose che sono successe. Una lacrima mi riga il viso, quasi mi manca il respiro nel pensare che questa normalità da domani sarà solo un lontano ricordo".