La settimana passa velocemente, e oggi Jongdae è riuscito a convincermi ad andare a mangiare dai suoi genitori. Ammetto che la cosa mi mette un po' in ansia. Le poche volte che li ho visti sono sempre stati molto carini nei miei confronti ma, non essendo molto abituata a vivere in una situazione famigliare normale, mi mette un po' a disagio la situazione che si crea in loro presenza. E poi, come dire, sono un po'... all'antica, ecco. Quest'oggi anche Jongdae non mi sembra tanto contento di dover andare a Dajeaon. Nonostante tutto adoro quella città, mi piace l'atmosfera della periferia e la tranquillità che si respira da quelle parti.
Siamo in macchina e mio marito è stranamente silenzioso. "Amore, stai bene? Non hai detto una parola da quando siamo partiti..." gira lo sguardo leggermente nella mia direzione accennando un sorriso. "Si cucciola, sono solo un po' stanco... tra le prove e le nottate che sto passando in studio sono davvero distrutto..." lo guardo con disapprovazione, sarà stanco ma sono certa che mente in questo caso. "Jongdae... che hai? Sai che le bugie non le sai dire..." rido stringendogli la mano appoggiata sul cambio. Accenna un sorriso "Ormai mi conosci troppo bene mi sa... sono un po' preoccupato... per questo ho cercato anch'io di rimandare il più possibile questo pranzo dai miei genitori" mi stupisce, in fondo è la sua famiglia, lui dovrebbe stare tranquillo. Gli accarezzo la gamba e gli sorrido "Dai amore, è solo un pranzo... che sarà mai?". Accendo la radio e metto un po' di musica mentre noto dal cartello che siamo arrivati.
Ad aspettarci fuori casa di Jongdae c'è sua mamma che ci guarda sorridendo mentre scendiamo dalla macchina e appena vede suo figlio gli butta le braccia al collo e inizia a sbaciucchiarlo, fa sorridere vedere lo sguardo imbarazzato di mio marito. Mi è ancora difficile capirlo ma credo che per una mamma i propri figli rimangano per sempre dei bambini. Poco dopo si avvicina a me e mi inizia ad osservare dalla testa ai piedi, come se ci fosse qualcosa che non va. Che vergogna. "Ciao Sharon! Ti trovo in forma!" mi dice sorridendo il padre che nel frattempo ci raggiunge da dietro. "Oh grazie signor Kim" lo guardo sorridendo mentre Jongdae si avvicina e mi prende per mano. "Hai messo su qualche chilo dal matrimonio o sbaglio? Ormai sei una donna sposata, dovresti vestirti un po' diversamente" mi dice improvvisamente la madre prendendomi per un braccio e staccandomi dal figlio. Jongdae mi guarda preoccupato, sa i complessi che mi faccio per il mio fisico che sta cambiando. Non rispondo e proseguendo verso l'ingresso mi fermo a fissare la mia immagine riflessa alla vetrata. Indosso una semplice felpa e un paio di jeans stracciati, non riesco a capire cosa c'è di male. E poi la pancia è solo leggermente evidente. "Amore, non dar retta a quello che dice mia madre" mi dice mio marito mentre mi raggiunge stringendomi da dietro e baciandomi la guancia.
Poco dopo raggiungiamo i genitori di Jongdae all'interno. Il pranzo, fortunatamente procede in maniera tranquilla, sua mamma è davvero un ottima cuoca ed è tutto buonissimo. L'atmosfera, nonostante le prime battute iniziali, è molto tranquilla e rilassante. Guardo Jongdae e faccio segno di dare lui la notizia ai suoi genitori "Volevamo dirvi che è una femmina!". All'improvviso lo sguardo della mamma inizia a brillare di gioia. "E' contenta signora?" le dico mentre la vedo avvicinarsi. "Si tantissimo!! Ho pregato giorno e notte affinchè fosse una bambina!! Questo è un dono del signore, davvero!" rimango stupita dalle sue parole, mentre cerco imbarazzata lo sguardo di mio marito. Non pensavo che fosse così importante per lei il sesso del bambino. "Anche noi siamo tanto contenti!" sottolineo appoggiando la mano sulla gamba di Jongdae. Vedo il suo sguardo molto teso. "Il nome l'avete già scelto? No perché dopo due figli maschi... un dono del genere... si dovrà assolutamente chiamare come mia madre! Secondo la tradizione..." in questi giorni in realtà noi non avevamo mai parlato del nome della bambina, non sapevo di questa tradizione famigliare. Jongdae è scuro in volto "Il nome mamma non l'abbiamo ancora scelto! Sarà nostra cura scegliere un nome che ci piace..." la sua voce fredda e diretta. "Kim Jongdae! Modera i termini! Permettimi di poter dire che da oggi mi occuperò personalmente di mia nuora e della bambina... sai quanto tengo a questa tradizione..." ripete la donna. Che imbarazzo! Gli animi si scaldano, non sono abituata a vedere mio marito così. La madre inizia a farmi raccomandazioni assurde, dal modo di vestire, fino all'alimentazione. Mi sento molto pressata dalla cosa. In questi quasi cinque mesi ho vissuto tutto in maniera tranquilla e serena ed mia suocera inizia a farmi richieste assurde. "Ovviamente, la bambina dovrà nascere qui e crescere con noi a Dajeon... e tu Sharon potrai rimanere qui con noi..." la proposta mi imbarazza alquanto, sono venuta in Corea proprio per essere indipendente e vivere liberamente stando vicino a Jongdae, ed ora dovrei venire a vivere qui? Lontano da lui? Non so cosa dire, guardo mio marito preoccupata, quando all'improvviso si alza girandosi verso la madre "Certo che ogni volta tu hai qualcosa da dire eh? Le persone per te non sono libere di scegliere! Devono sempre e solo stare ai tuoi comodi, alle tue richieste! No mamma! Sharon rimarrà con me, ne abbiamo già parlato! Voglio essere io a prendermi cura di mia moglie e mia figlia, nessuno starà alle tue stupide regole". E' la prima che lo vedo così arrabbiato. Ora capisco perché non voleva venire qui. Il padre, che era stato zitto per tutta la discussione riesce fortunatamente a calmare gli animi parlando alla moglie del loro altro figlio, e distraendola dal discorso. Fortunatamente poco dopo aver finito di pranzare, io e Jongdae decidiamo di rimetterci in viaggio per tornare a casa nostra.
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Le stelle della mia vita
Fanfiction"... quanti ricordi, quante cose che sono successe. Una lacrima mi riga il viso, quasi mi manca il respiro nel pensare che questa normalità da domani sarà solo un lontano ricordo".