Ormai siamo in pieno autunno e fuori inizia a far freddo. E' passata una settimana da quando la mia vita sembra aver preso una piega finalmente migliore. Sono a casa, buttata sul divano ad aspettare Jongdae che ha insistito per voler andare da solo a far la spesa. Meglio così, non avevo proprio voglia di uscire. Ultimamente mi trovo spesso a pensare a mio fratello e al fatto che non sappia niente di quello che sta succedendo qui. Appoggiato sul tavolino davanti a me il pupazzo a forma di gattino che abbiamo comprato da spedirgli e un blocco di fogli. Voglio scrivergli una lettera.
"Ciao zio,
già ti starai chiedendo il perché ti chiamo così? E' successo tutto così in fretta che è difficile trovare una spiegazione a queste parole. Eppure eccomi qui, nella città dove sei cresciuto a scriverti. Ho capito che l'amore è così, ti prende quando meno te l'aspetti e ti sorprende nei modi più diversi, un po' come ho sorpreso io la mamma quando è tornata in Italia. Me la sono vista brutta i primi giorni sai? Mamma continuava a piangere e soffrire. E poi è arrivato papà e piano piano tutto ha preso una piega più bella. Sai, sento spesso la mamma parlare di te, devi essere un tipo figo. Da quello che ho capito vivi molto lontano e fai lo stesso lavoro di papà. Mamma dice sempre che mi piacciono i marshmellow proprio come a te perché ogni volta che sta male poi li mangia e si sente meglio. Non so come mi chiamo, a volte mamma dice piccolo Exo ma non so cosa vuol dire e nemmeno come sono, ma sento di essere molto fortunato/a perché la mamma e il papà si amano tanto, nonostante tutte le difficoltà che passano. Sono molto dolci con me, mi piace quando si fanno le coccole e si danno tanti baci. Mi piacerebbe tanto conoscerti e passare un po' di tempo insieme a te. Ti mando questo gattino che papà dice che ti somiglia tanto così quando ci vedremo potremo giocare insieme, mi raccomando prenditene cura. Non vedo l'ora di stare tra le tue braccia e iniziare a scoprire il mondo insieme a te.Ti voglio bene zio Minseok!"
Finalmente ho finito di scriverla, poi la farò leggere a Jongdae prima di spedirla. Metto la lettera in una busta e la metto nel pacchetto insieme al gattino. Ormai è buio e guardo l'orologio. E' ora di cena e Jongdae non è ancora tornato. Aspetterò ancora un po' e poi provo a chiamarlo, non voglio stargli addosso. Nel frattempo provo a chiamare Miyoung, mi farò una due chiacchiere con lei mentre cucino. Strano, non risponde. A questo punto provo a chiamare Jongdae per capire a che punto è, mi sento un po' sola. Ma nemmeno lui risponde...
La cena è pronta già da un pezzo ma Jongdae non è ancora tornato. Inizio ad essere evidentemente preoccupata e un po' anche arrabbiata. Non risponde al telefono nonostante continua a suonare libero. Non riesco veramente a capire. E anche Miyoung non mi risponde, chissà dov'è finita anche lei, sono sicura che oggi non lavorava. Mi siedo e fisso il piatto davanti a me quando sento le chiavi girare nella porta. Jongdae apre la porta carico di sacchetti del supermercato. Gli lancio uno sguardo arrabbiato "Ti sembra l'ora di tornare?" inizio nel frattempo a sistemare le cose. "C'era tanta gente!" mi risponde mentre mi fissa senza capire. Fa pure il finto tonto. "Perché non rispondevi al telefono? Ti avrò chiamato una decina di volte!" tira fuori il telefono dalla tasca mentre guarda lo schermo. "Scusami cucciola, non avevo sentito" sembra che non abbia capito che sono arrabbiata. "Tu non me la racconti giusta Jongdae... e cucciola dillo a qualcun'altra!" lo guardo malissimo mentre lui scoppia ridere. "Giuro che questi tuoi sbalzi d'umore mi fanno impazzire, fai quasi paura..." cerca di abbracciarmi ma evito la presa. Ho quasi la sensazione che mi sta prendendo in giro. "Lasciami in pace e sai che ti dico, f*****o!" prendo una felpa tra quelle appoggiate sulla sedia e mi dirigo verso la porta. "Sharon ma dove stai andando? Guarda che davvero io..." non mi interessano le sue parole in questo momento, sbatto la porta dietro di me.
E ora che faccio? Dove vado? Sono sicura che Miyoung sia tornata a casa. Sono ormai davanti al suo appartamento, non riesco a smettere di piangere. Ho quasi la sensazione che Jongdae mi sta tradendo con qualcuna. Inizio a bussare alla porta quando la mia amica mi apre. "Posso rimanere qui stanotte?" le dico piangendo e buttandomi addosso a lei. "Ma certo! Fatti abbracciare, che è successo?" appoggio la testa sulla spalle. "Jongdae mi tradisce, ne sono sicura" mi guarda stranita, ma chiude la porta dietro sé facendomi entrare, per fortuna ci sono le amiche in questi casi...
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Le stelle della mia vita
Fanfiction"... quanti ricordi, quante cose che sono successe. Una lacrima mi riga il viso, quasi mi manca il respiro nel pensare che questa normalità da domani sarà solo un lontano ricordo".