Capitolo 57

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P.O.V.'S ALICE
Sono passati due giorni dalla partenza di Marco e proprio poco fa al telefono mi ha detto con certezza che il suo soggiorno in Sicilia sarà di una settimana.
Finisco di mangiare pollo e insalata per cena e mi butto sul divano stringendo la piccolina tra le mie braccia, un senso di ansia mista a malinconia mi avvolge al pensiero di rimanere sole.

Da oggi pomeriggio la piccola é nervosa e non fa altro che piangere, me la metto sulle gambe e cerco di distrarla facendole il solletico fino a che non veniamo interrotte dal computer che suona avvisandomi di una chiamata Skype da Marco, rispondo ...

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Da oggi pomeriggio la piccola é nervosa e non fa altro che piangere, me la metto sulle gambe e cerco di distrarla facendole il solletico fino a che non veniamo interrotte dal computer che suona avvisandomi di una chiamata Skype da Marco, rispondo immediatamente e mi appare davanti mio marito in tutta la sua bellezza
"Amori miei, quanto mi mancate" lo vedo con i capelli umidi e a torso nudo e i miei appetiti si risvegliano in un batter d'occhio
"Che ci fai nudo?" Mi acciglio quando realizzo che hanno un'intero appartamento dove vivono tutti insieme e di conseguenza...tutti vedono tutto, insomma poca privacy
"Amore sono appena uscito dalla doccia prima di andare a cena"
"Te ne giri nudo con quella? Marco che stai combinando?" Lo vedo alzare gli occhi al cielo mentre sbuffa e si passa le mani nei capelli mentre io me entro in uno stato di allerta
"Alice che cazzo hai? Perché queste scenate di gelosia?" il suo tono è duro e tiene la mascella rigida, non faccio in tempo a rispondergli che proprio lei passa dietro di lui in accappatoio e quando si rende conto della mia presenza con fare da gallina si avvicina a mio marito toccandogli le spalle e le braccia nude ammiccando, mi sta provocando ma ingoio il boccone amaro cercando di nascondere il mio nervosismo
"Non una parola" lo avverto irritata prima di alzarmi dal divano con Zoe da un fianco e il pc dall'altro per poggiarlo sull'isola mentre la bimba ha ricominciato a lamentarsi
"Che cosa ha Zoe?"
"Piange Marco, come sempre, vuole stare solo in braccio e non si calma, con niente, io.." mi vengono gli occhi lucidi dal nervoso mentre continuo a muovermi sul posto cercando di calmarla
"Tesoro che hai? Che succede?" Mi guarda mortificato come se si sentisse in colpa per avermi lasciata sola con una neonata sapendo che non ho nessuno a darmi una mano
"Niente. É tutto ok, sono solo stanca" mi asciugo le guance con una mano e subito dopo mi libero della camicia rimanendo in reggiseno con il seno scoperto per allattare la bambina
"Sta male?" si riferisce a nostra figlia che ciuccia attaccata al mio seno
"Non lo so che cosa abbia ma da oggi pomeriggio é strana, piange fino a rimanere senza fiato, non posso separarmi un attimo da lei, mi sono dovuta fare la doccia con la cabina aperta in modo che mi vedesse" continuo a cullarla e sembra tranquillizzarsi
"Amore io vorrei tanto essere lì con te, con voi. Credimi, te lo giuro. Ma qua la situazione non é come ce lo aspettavamo e abbiamo dovuto prolungarci di più. Io veramente non so-" lo stoppo avvicinandomi al monitor
"Marco stai tranquillo, qui ce la caviamo, é un po' monella e mi fa arrivare a sera sfinita ma tu devi stare tranquillo" mi fa gli occhioni dolci
"Mi mancate" ha gli occhi lucidi e sbuffa vedendo la piccola ancora attaccata a me
"Anche tu amore, tanto. Il momento peggiore é la sera, che tu non sei nel lettone con noi"
"Lo so, ma io grazie a te ho il suo pupazzetto che sa di voi e in parte mi fate fare bei sogni" mi sorride e spontaneamente sorrido anche io cercando di sciogliere i nervi, prima di chiudergli la valigia gli ho messo un pupazzetto che tengo sempre nella carrozzina di Zoe con il suo odore addosso
"Si é calmata, come la attacchi al seno si tranquillizza subito" annuisco e guardo mia figlia sorridendo dolcemente alla perfezione e alla bellezza della mia cucciolotta
"Si é addormentata amore, non so se sia il cambio di stagione e ne risente non lo so ma é un po' nervosetta"
"Fammela vedere ti prego, la mia paura più grande é che cresca in questi giorni" gli sorrido e poi mi avvicino alla webcam e scoppia a ridere di pancia quando vede Zoe dormire beata tra le mie braccia con la boccuccia aperta leggermente sporca di latte e la classica espressione post poppata.
Viene chiamato da quella gallina e da altri ragazzi per scendere a cena e dopo rassicurazioni e ti amo sussurrati ci salutiamo e io mi fiondo a letto con la piccola approfittando che ora dorme tranquilla per riposarmi un po'.
Durante la notte vengo svegliata dal lamento di Zoe che mi stringe la mano da dentro la sua culletta, accendo l'abat jour e me la metto sul petto cercando di calmarla.
Mi dirigo in bagno per cambiarla e mi rendo conto che ha le guanciotte rosse, i piedini bollenti e la fronte che scotta, continua a lamentarsi lagnandosi e vado immediatamente nel panico cercando ovunque il termometro per misurarle la febbre: 38.7
"No no no cazzzzo nooo" vado nel panico più totale, mi porto le mani nei capelli e la guardo lamentarsi piano come se non fosse reattiva del tutto
"Zoe, amore, amore di mamma, ehi" le prendo le guanciotte stringendole, le pizzico le braccia ma non piange forte, preparo subito dell'acqua tiepida per immergerla tentando di farle abbassare la febbre.
Dopo un'ora che mi sembra un'infinità di tempo mi ritrovo ad indossare le prime cose che trovo pronta per andare in ospedale dopo aver infilato alla piccola un pagliaccetto e un giacchino di cotone avvolta in un lenzuolino.
Sono le 2 di notte e provo a chiamare mio marito seduta sul letto con la piccola tra le braccia ma non risponde
Mi dirigo sparata in ospedale, e fortunatamente al pronto soccorso ci sono degli infermieri liberi che mi vengono immediatamente in contro
"Scusate la mia bambina ha la febbre, io ... io non le si abbassa" sono nel panico più totale e mi fanno sedere calmandomi, dopo avergli spiegato la situazione mi tolgono Zoe per portarla al reparto di neonatologia per visitarla.
Durante tutto il tempo in cui é lontana da me non so dove andare a sbattere la testa, mi appoggio al muro con le braccia incrociate e la mia testa vortica perdendosi tra i miei pensieri fino a che non vengo disturbata da un dottore
"Signorina, é la mamma di Zoe?" Annuisco e cerco nei suoi occhi delle risposte che purtroppo non é in grado di darmi
"Dobbiamo ricoverare la bambina, deve essere assolutamente monitorata, é troppo piccola, quanto tempo ha?" la testa mi prende a girare e sento la terra mancarmi sotto i piedi
"Signorina si sente bene? Venga si sieda. Per favore mi portate un po' di zucchero" si inginocchia davanti a me tenendomi le mani con fare rassicurante
"Ha 3 mesi e mezzo" mi sento persa, l'unica persona che vorrei qui ora non c'è
"Ha qualcuno da chiamare? Un compagno? Il papà della bambina" mi guarda negli occhi e poi abbassa lo sguardo sul mio anulare sinistro dove indosso il diamante di fidanzamento, la veretta di diamanti rosa che Marco mi ha regalato per la nascita della piccola e la fede
"Mio marito...ma lui é fuori per lavoro io.." inizio a piangere portandomi le mani sugli occhi
"Chiami qualcuno, é troppo sconvolta e impaurita signorina, un parente, un'amica, e avvisi appena può suo marito" lo guardo impaurita
"Ma la bambina sta bene vero?! La prego mia figlia-" il medico mi circonda con le braccia lasciandomi sfogare sulla sua spalla cercando di calmarmi
"Sua figlia starà bene ma sono certo che suo marito sia l'unica persona che lei voglia avere affianco in questo momento. Ora si calmi, noi dobbiamo fare altri accertamenti alla piccola e potrebbero volerci delle ore quindi lei si calmi e attenda qui" annuisco asciugandomi le guance e come si allontana provo a richiamare mio marito non so quante altre volte ma non risponde e impreco dentro di me e forse anche ad alta voce e alle fine decido di chiamare mia cognata, le uniche persone a me vicine
"Fra, scusa l'ora" la voce mi trema come tremo io
"Ali sono Andrea, ma che succede a quest'ora" la sua voce è impastata di sonno e confusa
"Andre" crollo e prendo a piangere
"Alice che succede" percepisco lo stato allarmato di mio cognato dall'altro capo del telefono
"Sono in osp..edale...Zoe ha l..a febbbbre alta" mi lascio andare scoppiando a singhiozzare mentre lo sento imprecare
"Stai calma, arriviamo subito, tempo di avvertire mamma per lasciarle Edo"
"Scusami io..non sapevo chi...chiamare"
"Tesoro stai tranquilla, arriviamo" mi siedo in corridoio con i gomiti poggiati sulle ginocchia, la testa china e la mani tra i capelli, dopo quella che sembra un'infinità di tempo mi sento abbracciare ed è mia cognata
"Ali" mio cognato si inginocchia alla mia altezza
"Io veramente non so...perchè" sono completamente spaesata
"Hai chiamato Marco?" annuisco e mi alzo in piedi iniziando a macinare chilometri davanti a loro
"Non mi risponde, lo chiamo da non so quanto tempo ma niente, se la starà spassando con quella" do voce ai miei pensieri e i miei cognati mi guardano con gli occhi di fuori per poi scambiarsi un'occhiata tra di loro, dopo mezz'ora vengo chiamata per allattare la piccola prima che venga messa di nuovo sotto osservazione senza darmi modo di restare con lei, ritorno dai ragazzi all'incirca dopo 2 ore, mi hanno permesso di stare con lei fino a che non si è addormentata e mi hanno fatto lasciare qualche biberon di latte.

P.O.V.'S MARCO
Sono appena rientrato in camera dopo una serata estenuante, ci siamo infiltrati ad una festa, piena di alcool e droga. Al solo vedere tutto quello schifo mi è venuto il voltastomaco.
Mi squilla il telefono mentre richiudo la porta della stanza e non riesco ad immaginare chi può essere alle 3 e mezza di mattina, mi avvicino e quando vedo il numero di mio fratello e numerose chiamate perse di mia moglie mi si gela il sangue
"Andre che sta-"
"Brutto stronzo che cazzo di fine hai fatto? Ti chiamiamo da ore tua figlia e tua moglie sono in ospedale" il mio cuore perde un battito a quelle parole
"Che cazzo stai dicendo Andrea" mi affretto a prendere le cose essenziali buttandole in uno zaino pronto ad andarmene da qui il prima possibile
"Zoe ha la febbre alta, troppo alta per essere così piccola e hanno deciso di ricoverarla, è sotto osservazione e non la fanno stare nemmeno con Alice" sento la voce di mio fratello piuttosto preoccupato
"Ma è la mamma!" mi passo una mano sul viso e mi dirigo nel salone condiviso per vedere se almeno il capo è rientrato
"Marco non mi frega niente se ne va della tua carriera ma qui ci sono tua moglie e tua figlia che hanno bisogno di te, quella ragazza si è ritrovata nel panico in una situazione delicata ed è sola, possono starci chissà quante persone affianco a lei ma il nostro supporto non sarà mai come il tuo"
"Sto andando in aereoporto Andre puoi vedere se c'è un volo immediato?" nell'attesa scrivo un biglietto alla mia squadra lasciandolo sul tavolo
Dopo circa 20 minuti sono nei pressi dell'aeroporto e mi dirigo immediatamente al gate grazie a mio fratello che mi ha bloccato subito il bigliettai e dopo il volo che sembra non finire di più metto piede nella mia città e ad aspettarmi c'è mio fratello, ci dirigiamo in macchina in assoluto silenzio e come chiudiamo gli sportelli lo tempesto di domande
"Che sta succedendo Andrea, mi stai nascondendo qualcosa?"
"Non ti nascondo niente, so solo che mia nipote è sotto osservazione da ore e non riescono a farle abbassare la febbre, ha 3 mesi e mezzo Marco e ha la febbre quasi a 39" non so spiegarvi le sensazioni contrastanti che sto provando ora, la paura più grande di mia moglie si è avverata, ovvero che succedesse qualcosa a casa proprio in questi giorni di assenza
"Alice?"
"Marco tua moglie è una santa con te, nascondi qualcosa? Chi è questa ragazza?" lo guardo accigliato mentre guida ed è piuttosto serio
"Stai scherzando spero! Che cosa stai insinuando? Che ti ha messo in testa? É una sua fissazione solo perchè è una bella ragazza, non riesce a capire che per me esistono solo loro" continuiamo il resto del viaggio in assoluto silenzio fino in ospedale.
Entro frettolosamente e nello stesso istante in cui io metto piede nel corridoio lei esce a testa bassa da una stanza, mi avvicino a lei correndo e la chiamo, quando alza il viso è sconvolta, non la riconosco, lo spavento della situazione l'ha precipitosamente cambiata come se fosse più grande dei suoi 25 anni, la abbraccio stretta a me ma lei non ricambia rimane con le braccia stese lungo i fianchi e dal niente, carica di chissà quale energia, mi spinge urlandomi contro
"BASTARDO DOVE STAI EH? STAVI CON LEI? Puzzi di fumo e hai il profumo di una donna sul colletto della camicia" provo ad avvicinarmi a lei cercando di toccarla e calmarla
"Non urlare Alice, calmati" provo ad avvicinarmi a lei e quando vedo che si è calmata un po' mi avvicino con calma e a pochi passi di distanza mi si butta tra le braccia stringendomi dal busto e scoppiando a piangere" la tengo stretta a me e la lascio sfogare toccandole i capelli
"Shhh amore ci sono io, sono qui, sono qui adesso" le poso ripetuti baci in testa e la faccio sedere sulle mie gambe continuando a tenerla stretta a me per tranquillizzarla...

Entro frettolosamente e nello stesso istante in cui io metto piede nel corridoio lei esce a testa bassa da una stanza, mi avvicino a lei correndo e la chiamo, quando alza il viso è sconvolta, non la riconosco, lo spavento della situazione l'ha pre...

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