Capitolo 40

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P.O.V.'S ALICE
10 gennaio
Vado nella saletta della pausa a farmi un the verde che possa in minima parte calmare la mia agitazione e che riesca a cacciare indietro la nausea che questa mattina si fa sentire prepotentemente.
In realtà non sappiamo bene da quand'è che sono incinta ma credo di essere sopra le 3/4 settimane ,gli ultimi test digitali hanno dato come esito 3+, cercheremo di capirlo meglio oggi, anche se è evidente come il corpo inizia a cambiare, la vita e il bacino non sono più così stretti e il seno oltre ad essere duro e dolorante si è riempito molto nella parte alta.
Per non parlare del viso, è più tondeggiante rispetto al solito, chiunque mi vede dice che sono diversa ed è vero me lo vedo anche io.
"Ti hanno fatto bene le vacanze" mentre sono intenta a versarmi il liquido nella tazza sento la voce di Riccardo sopraggiungere alle mie spalle
"Perchè?" non gli presto così tanta attenzione e tiro fuori dal mobiletto delle fette biscottate, sono tornata ai cibi secchi che non mi fanno rimettere
"Sei diversa non lo so, sei...più bella" mi si avvicina pericolosamente sorridendomi e spostandomi i lunghi capelli sciolti dietro la schiena
"Non toccarmi, non prenderti libertà che non ti concedo per favore" gli rispondo stizzita spostandomi su uno sgabello cercando di calmare l'ansia che mi mette stare in una stanza da sola con lui, prima che possa ribattere mi squilla il telefono troncando sul nascere la sua ennesima uscita fuori luogo
"Ei" la mia voce cambia da tesa a dolce, così come la mia espressione ogni volta che parlo con Marco, mi sento osservata da Riccardo così nervosamente mi alzo iniziando a girare per la saletta mentre sono al telefono
"Come ti senti?" è da questa mattina alle 6 che combatto con la nausea e ho dovuto pregarlo di accompagnarmi a lavoro
"Un po' meglio, ora sto prendendo un the e una fetta biscottata, mi salgono delle ondate che non riesco a calmare spero di riuscire dopo aver fatto colazione" mi fermo davanti alla finestra e istintivamente poso la mano sinistra sul mio ventre, indosso una camicia ampia con taglio sotto al seno che scende svasata e una gonna a tubino elasticizzata, dal momento che la maggior parte delle cose me le sento già scomode, e un paio di biker con le fibbie, il mio look oggi è piuttosto casual ma sempre con un tocco glamour.
"Amore se non te la senti, prenditi un giorno, basta che mi chiami che ti vengo a prendere lo sai"
"Marco tranquillo, sarà sicuramente anche un po' d'ansia per oggi pomeriggio e poi siamo appena rientrati a lavoro non posso andarmene subito dai" cerco di rassicurarlo anche se non so quanto posso esserci riuscita.
Dopo interminabili minuti di rassicurazioni concludiamo la chiamata e posso finalmente godermi la mia colazione, quando mi volto per andare al mio posto di prima trovo Riccardo a fissarmi, ancora.
"Potresti smetterla di fissarmi?" mi esce un tono acido ma me lo scatena la sua persona
"Sei ingrassata o mi sbaglio?" alzo lo sguardo dalla tazza e lo guardo severo
"Anche fosse che problemi avresti a riguardo? Non ti hanno insegnato ad essere carino e delicato con il genere femminile?!" uso un tono derisorio perchè mi scatena il nervoso più di quanto io oggi non sia già
"Hai un fidanzato molto attento alla linea, al fisico, super palestrato..." si lecca le labbra e mi guarda languidamente
"E con questo? Vorresti dire che dovrei compensare la sua figura con la mia? Eppure mi sembra che hai sempre fatto apprezzamenti sulle mie forme...qualunque sia il tuo pensiero non mi interessa minimamente, mi scivola addosso quindi risparmiati il fiato" finalmente desiste e se ne va.
Finisco la mia colazione in tranquillità e poco dopo mi dirigo alla mia postazione dove trovo una Zoe con un'espressione troppo turbata e curiosa
"Ho qualcosa che non va?" mi guardo addosso per cercare di capire il motivo per cui mi guarda così
"Sei strana e distratta da stamattina e non è da te. Che succede?" mi siedo dietro alla mia scrivania e un collega mi lascia, poco carinamente, un plico di fogli da firmare per la direzione
"La gentilezza non si usa più?" lo ammonisco guardandolo torvo e Riccardo che ha la scrivania esattamente di fronte a me continua a guardarmi insistentemente
"Me ne fotto della gentilezza dal momento che mi è stato chiesto di fare 500 cose insieme" quando mi parla così questo stronzetto appena arrivato non ci vedo più, batto i palmi sul tavolo e mi alzo andando verso di lui
"Ci siamo passati tutti qui dentro a fare gli schiavi dei piani alti, se adesso siamo arrivati dove siamo ora è perchè abbiamo dato prova di esserne in grado ma soprattutto, abbiamo sempre lavorato con il massimo rispetto, e io non ammetto un tono del genere da un ragazzino incallito che appena arrivato già si sente parte integrante" mi appoggio con il sedere alla scrivania e incrocio le braccia guardandolo dritto negli occhi
"Ragazzino a me? E sentiamo, quanti anni hai tu? 25, io ne ho 30 e non accetto che solo perchè hai una figa tra le gambe hai fatto più strada di me, che sono un uomo" lo guardo con gli occhi spalancati e prima che possa rendermene conto Riccardo gli si è piazzato davanti ammonendolo
"Stai calmo ragazzo e soprattutto non permetterti di rivolgerti a lei o a chiunque altro in questo modo" il deficiente anziché starsene zitto, che farebbe più bella figura, continua
"Perchè mi vorresti dire che lei non ha aperto le gambe per il ruolo che ricopre ora? No-" non lo faccio nemmeno finire di parlare che gli tiro un ceffone in pieno viso tanto da fargli girare la guancia dall'altra parte
"Non ti permettere mai più, ho studiato per questo e mi sono fatta la gavetta"gli vado sotto al naso e la nostra è una sfida tra sguardi
Sto per aprire bocca nuovamente quando vengo colpita da dei crampi al basso ventre che mi mozzano il respiro, mi aggrappo al braccio di Riccardo che è al mio fianco per sorreggermi
"Alice che hai?" mi sorregge dalla vita e inizio a lamentarmi flebilmente piegandomi leggermente in avanti
"Ali, ei, respira, Ricky facciamola sedere" Zoe mi sposta i capelli dal viso e Riccardo mi prende in braccio portandomi nel divanetto della sala break
"Chiamate Marco, vi prego, chiamate Marco" mi siedo rimanendo lo stesso aggrappata a Riccardo che cerca inutilmente di tranquillizzarmi
"Alice che succede? Perchè stai così?" Riccardo mi prende il viso tra le sue mani grandi incastrando i suoi occhi preoccupati nei miei impauriti
"Sono incinta...ora non so, ho paura" inizio a piangere sommessamente appoggiandomi alla sua spalla, lo odio ma ora ho bisogno di sostegno

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