Mi sento delusa. Sola. Abbandonata.
Se ne è andato, mi ha voltato le spalle e se ne è andato.
Continuo a fissare la porta di casa, immobile, con un dolore nel petto lancinante, gli occhi che bruciano, lo stomaco che si contorce.
Perchè? Perchè l'hai fatto? Mi avevi detto che qualsiasi cosa sarebbe stata mi avresti appoggiata, mi avresti sostenuta, mi avresti amata come solo tu sai fare. Eppure adesso mi hai lasciata da sola, nella Nostra casa, e te ne sei fregato. Mi hai abbandonata nel momento del bisogno, in un momento Nostro.
Immaginavo che non avresti fatto i salti di gioia ma non potevo immaginare di certo i tuoi occhi iniettati di rabbia e delusione e le tue urla, le tue mani che stringevano i miei polsi come non mai. Quelle mani che mi hanno sempre accarezzata con amore e devozione, che invece adesso mi hanno solo impaurita e fatta tremare.
Che cosa ti è preso? Che ne hai fatto del mio ragazzo dallo sguardo dolce?
Perchè mi hai fatto questo?
Non riesco a muovermi, respiro a malapena, fisso la porta imperterrita sperando che prima o poi si apra, che lui entri e corre ad abbracciarmi scusandosi.
Passano forse 10 minuti o probabilmente anche un'ora, quando volto lo sguardo e vedo il casino che c'è in sala realizzo che se n'è andato veramente.
Quei pochi metri che percorro per arrivare al divano sembrano inifiti, ho le gambe pesanti e la testa che gira, faccio lo slalom tra i vari oggetti che ha scaraventato a terra come un piatto, due bicchieri, le posate e un vaso.
Mi siedo a gambe incrociate e mi sembra di essere in uno stato di trance, come se guardassi la scena da spettatrice anzichè da protagonista.
Penso, penso e rivivo tutto...1 ora prima
Mangio di gusto la pasta al pesto che ha cucinato Marco, ultimamente ho sempre fame, indipendentemente dall'ora.
"Ti ricordi si che domani siamo a pranzo dai miei per il pranzo domenicale con i parenti?"
"Certo, come ogni domenica."
Ogni domenica la famiglia di Marco organizza un pranzo per stare tutti insieme, compresi il fratello, i genitori, nonno, zii, cugini, insomma siamo in tanti e adoro l'atmosfera che si crea. Mi sono trovata bene sin da subito con loro, sono adorabili.
Si alza per sparecchiare come fa sempre ad ogni fine pasto ma lo fermo dal braccio
"Aspetta amore prima volevo dirti una cosa"
Mi guarda e mi sorride, ed ogni volta che lo fa io mi sciolgo, i suoi occhi mi hanno stregata la prima volta che mi hanno sorriso e continuano a farlo ancora oggi nonostante siano 3 anni che stiamo insieme e 2 che conviviamo
"Ehi che succede, sembri tesa, lo sai che mi puoi dire tutto. Allora?"
Lo guardo, guardo le nostre mani intrecciate poggiate sul tavolo, e improvvisamente mi sento piccola e impaurita, non so come reagirà.
Mi accarezza una guancia, e lo fa dolcemente, il calore della sua mano sembra darmi conforto ma continuo a sudare freddo e inizio a tremare
"Tesoro stai tremando, che succede? Non ti senti bene? Sei pallida, che hai Alice?"
Lo guardo, guardo i suoi occhi marroni e provo a parlare, ma le parole mi muoiono in gola, non pronuncio niente, non ci riesco. Non riuscendo a parlare tolgo bruscamente le mie mani dalle sue e mi alzo andando verso la mia borsa.
In qualche modo dovró pur dirglielo, se non riesco a trovare le parole giuste allora meglio che siano i fatti a parlare. Prendo quello che devo prendere dalla borsa, lo stringo tra le mie mani e torno seduta davanti a lui.
Lo fisso dritto negli occhi, come a chiedergli scusa anche se in fondo non devo scusarmi proprio di niente, le mie nocche sbiancano per la presa forte e a lui questo dettaglio non sfugge
"Che hai tra le mani?"
Non riesco a muovermi, l'unica cosa che faccio è chiudere gli occhi e continuare a stringere forte le mani mentre una lacrima bagna la mia guancia
Prendo coraggio, apro le mani e glielo porgo
"So..so...So..no sono incinta!" la mia voce è ridotta ad un sussurro tremolante.
Lui fissa gelido il test di gravidanza che ha tra le mani, alza lo sguardo su di me e non lo riconosco, non è il mio Marco questo, lascia di botto il test e lo fa cadere sul tavolo come se si fosse scottato.
Il rumore della plastica che picchia contro il vetro del tavolo rimbomba nelle mie orecchie e nella mia testa mentre lo guardo con sguardo supplichevole di dire qualcosa.
"Ehi non dici niente? So che è una notizia inaspettata" cerco di accarezzargli una mano ma si alza bruscamente facendo stridere la sedia sul parquet
"NON DICO NIENTE? UNA NOTIZIA INASPETTATA? MA CHE CAZZO TI CREDI EH? PENSI CHE IO SIA PRONTO PER DIVENTARE PADRE?"
Mi sta urlando contro, fuma di rabbia, respira affannato e ha gli occhi persi. Mi sta facendo paura. Mi alzo anche io e cerco di avvicinarmi ma indietreggia e mi guarda come se fossi un viscido verme che gli fa schifo
"Ma..Marco per favore non fare così. Anche io sono impauri-"
"SEI IMPAURITA? BEH SE TE SEI IMPAURITA IO SONO INCAZZATO NERO! LO CAPISCI?"
Inizio a piangere e tremare, non lo riconosco, in questo momento mi mette paura
"Ti..ti prego non urlarmi addosso! Vedrai che ce la faremo! Io ti amo, mi hai promesso di sostenermi sempre, ti prego non sei in te in questo momento, lasciati toccare!" Provo ad avvicinarmi a lui, cerco di instaurare un contatto fisico ma mi respinge, l'unico contatto tra noi in questo momento sono gli sguardi che ci scambiamo, il suo incazzato e deluso e il mio supplichevole e triste.
Sembra essersi calmato, il suo respiro sta tornando pian piano regolare, schiude i pugni, il viso non è teso e contratto come prima al punto che le vene delle tempie pulsassero. Ma è solo una mia impressione forse, perché proprio quando sono a due passi da lui si volta come una furia verso il tavolo, prende il suo piatto e me lo lancia a pochi centimetri con un urlo di rabbia. Il primo istinto è quello di mettere le mani sulla mia pancia come a voler proteggere la creatura che porto in grembo, è un gesto involontario che a lui però non sfugge.
Lo guardo con gli occhi sbarrati e impauriti mentre continuo a piangere, respira affannato, il suo torace ricoperto da una maglietta bianca si alza e si abbassa velocemente, le sue braccia sembrano rilassate in questo momento, ma questa calma apparente dura ben poco perché continua a buttare in aria la tavola. Io continuo a piangere e cerco di fermarlo, ma lui continua imperterrito a lanciare a terra qualsiasi cosa gli capiti sotto mano, è in un mondo tutto suo in questo momento, ed io e suo figlio non ne facciamo parte.
Provo ad avvicinarmi e gli sfioro il braccio, si accorge del mio tocco perché si gira di scatto verso di me e mi blocca i polsi con una presa forte. Lo guardo supplicandolo di non farmi, di non farci del male, e forse glielo dico anche, ma in questo momento mi sembra di essere su un altro pianeta, come se tutto questo non lo stessi vivendo io.
"CHE VUOI EH? CHE CAZZO VUOI? NON TI BASTA IL CASINO CHE HAI COMBINATO? É UN PASSO FALSO, È UN CAZZO DI PASSO FALSO DA SISTEMARE ASSOLUTAMENTE"
Continua a stringermi i polsi e mi sfugge un lamento insieme ad una smorfia perché mi sta facendo male
"C..che cosa stai dicendo? Marco è tuo figlio quello che cresce dentro di me, è dentro di me da due mesi ma non ce ne siamo accorti prima"
"NON CE NE SIAMO ACCORTI PRIMA? TU NON TE NE SEI ACCORTA PRIMA! MALEDIZIONE, TU!"
"Mi stai facendo male ti prego lasciami"
Continuo a piangere, tremo e singhiozzo a tal punto da non riuscire a respirare
"Ah adesso mi preghi? Ma vaffanculo!"
Mi lascia bruscamente tanto che barcollo all'indietro, lo seguo con lo sguardo e vedo che si mette la felpa e si dirige verso la porta.
Lo seguo
"No no dove vai? Marco aspetta parliamone, non andare via! Pensi di risolvere così? Te ne vai e hai risolto così?" Provo a prenderlo per un braccio ma non riesco nemmeno ad avvicinarmi perché si scansa
"Non aspettarmi sveglia, ho bisogno di uscire e di prendere aria. Anzi vai a letto, io non credo di tornare" esce di casa e mi sbatte la porta in faccia, presa dalla disperazione apro la porta di fretta e lo vedo salire in macchina e uscire dalla nostra villetta.
"STRONZO! SEI UNO STRONZO!"
Lo odio per quanto lo amo in questo momento, e nonostante tutto quello che mi ha fatto e detto nel giro di poco prego che non vada a bere, che non gli succeda niente perché non potrei sopportarlo...
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Quello che mi dicono i tuoi occhi
RomanceSiamo una coppia di ragazzi di 23 e 28 anni, viviamo insieme, ci amiamo come non mai. L'ho sempre saputo, sin dal primo istante, che lui sarebbe stato l'uomo della mia vita. Siamo felici e spensierati ma una notizia inaspettata, più grande di noi...