Capitolo 17

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P.O.V:'S ALICE

È passato poco più di un mese dal lieto evento, dovrei stringere la mia bimba tra le braccia, dovrei allattarla, cullarla, coccolarmela ogni volta che entrambe ne sentiamo il bisogno ma non è così.
Mi sento svuotata, è una sensazione terribile quella che sto provando, sono caduta in basso questa volta e non voglio neanche provare a rialzarmi.
La mia Nina non è qui con me, per una complicanza durante il parto è nata morta, si è perso il battito poco prima delle ultime spinte, non c'è stato niente da fare, hanno provato in tutti i modi a rianimarla ma niente, la mia piccolina era già volata via.
Non vivo più, non mangio più, non dormo più, non so più chi sono.
Da quando sono uscita dall'ospedale e sono tornata a casa mi sento persa, la mia testa non ragiona più, voglio morire anche io, voglio raggiungerla, che differenza farebbe la mia presenza sulla terra? Non è possibile sopportare tutto questo dolore, quando lo leggevo nei libri o in giro non ci credevo, provavo ad immedesimarmi nel dolore di una mamma e stavo male, ma solo ora mi sto rendendo conto di quanto quella sofferenza che provavo io leggendo le storie di mamme di bambini mai nati non fosse niente al pari di quello che sto sentendo adesso.
Voglio solo chiudere gli occhi  e non riaprirli più.

P.O.V.'S MARCO

Oggi è stata l'ennesima giornata straziante a lavoro, non sento più neanche la stanchezza fisica a fine turno tanta è la stanchezza nella mia mente.
Sto rientrando a casa questo momento, molto spesso, da quando è successo il tutto, appena possono mia madre, mia suocera e mia zia la mattina quando io non ci sono vengono a casa nostra cercando di spronare Alice a mangiare qualcosa o almeno ad uscire dalla camera da letto, spero ora di trovarla almeno in piedi.
Entro nella sala ma è tutto spento, le tende sono chiuse, la cucina è in ordine esattamente come stamattina, vado in camera da letto, la trovo lì e mi si spezza il cuore.
In questo momento sembra così piccola ed indifesa che stento veramente a riconoscerla, è sdraiata su un fianco, rannicchiata in posizione fetale con lo sguardo rivolto verso la finestra e non si muove.
"Ei, amore" non so neanche come andarci e come comportarmi con lei, ogni cosa che io dica sembra non servire a niente e mi sento sempre di troppo, il punto è che veramente non so come aiutarla, il mio aiuto più grande è non farmi vedere debole davanti a lei, cerco di piangere solo quando sono solo perché ne sento il forte bisogno di buttare fuori tutto, ma non davanti a lei, non posso permettermi di farla spezzare ancora più di quanto non sia già rotta.
Mi guarda con quegli occhioni verdi, grandi, spenti e persi, persi nel vuoto, è come se non fosse qui con me. Non parla più, ha parlato e pianto solo appena successo, ma da quando è uscita dall'ospedale è come se fosse caduta in una sorta di mutismo selettivo e vive da tre settimane a questa parte così, chiusa nel suo dolore e in silenzio.
"Hai mangiato qualcosa oggi?" le parlo dolcemente, non voglio risultare stronzo, incazzato con il mondo intero come in realtà sono, ma in questo momento lei non ha assolutamente bisogno di tutto questo.
Mi guarda ma non parla, scuote solo la testa e smette di guardarmi. Mi sta scomparendo da davanti agli occhi, è dimagrita tantissimo e non va bene assolutamente così, devo prendere in mano la soluzione in qualche modo.
"Allora che ne dici di alzarci e mangiarci qualcosa davanti ad un film? Oppure possiamo fare una passeggiata fuori così prendi un po' d'aria, non fa tanto freddo è una bella giornata, che ne dici?" mi guarda come se avessi appena detto un'assurdità ma non mi risponde, tutto quello che fa è girarsi dall'altra parte e coprirsi con la coperta fino al mento.
"Ali, ascoltami, ei guardami" la scuoto piano ma non si muove così mi sdraio di fronte a lei
"Devi reagire, non è una situazione facile, ma non possiamo continuare così, non mangi da giorni e non posso sopportare di vedere che continuano ad alimentarti con le flebo perché come ti alzi per andare in bagno ti senti male, mi stai scomparendo davanti e io non posso accettarlo, bisogna andare avanti con forza e coraggio, e lo facciamo insieme, ci rialziamo insieme e guardiamo al futuro. Non parli più, non riesco a capire cosa ti passa per la mente e se tu non mi parli come faccio a capirti e ad aiutarti?!" continua a guardarmi ma non proferisce parola ma quando credevo di aver perso le speranze un filo di voce esce dalle sue labbra e mi sento morire
"Mi sento svuotata" in poche parole mi ha annientato
"Io non so più chi sono, mi sento morta, vuota, io voglio solo raggiungerla" chiude gli occhi strizzandoli forte e per la prima volta dopo tre settimane la vedo piangere
"Alice ma che stai dicendo?! Non dire cazzate per favore"
"Io...io voglio Nina" piagnucola piano con gli occhi chiusi e si dondola piano e non credo di averla mai vista così
"Lo so amore mio, la voglio anche io, ma sono sicuro che Nina non vorrebbe vederci così" la stringo forte a me ed è in questo esatto momento che crolla, si rompe in tanti piccoli pezzettini che raccoglierò con cura
"Piangi, non l'hai mai fatto da quando è successo, piangi tutto"
Ci addormentiamo così, stretti l'uno nell'altro, sfiniti dalle lacrime che abbiamo versato, che anche io ho versato perché ne sentivo il bisogno e non sono riuscito a trattenermi.

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