Capitolo 48

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P.O.V.'S ALICE

Sono di ritorno a casa anche io questo pomeriggio, Marco mi verrà a prendere all'aeroporto appena dopo le 18. Il motivo è semplice: non sto tornando perchè sentivo nostalgia di mio marito, ma perchè nei giorni scorsi ho avuto delle perdite piuttosto consistenti per un paio di giorni e sono entrata subito in uno stato confusionale.
Appena me ne sono resa conto ho chiamato subito Marco e poi la mia ginecologa in uno stato di confusione totale, entrambi hanno cercato di rassicurarmi ma se il mio corpo gocciava sangue il mio cuore piangeva.
In casa per fortuna nessuno ha sospettato di niente anche se devo dire che mia suocera è stata più premurosa del solito come se avesse capito qualcosa, ho inventato una scusa di lavoro, di un progetto importante con alcuni finanziatori stranieri e per fortuna non hanno fatto troppe domande riguardo a spiegazioni di questa mia partenza improvvisa.
Mio cognato e mia cognata mi hanno accompagnata in aeroporto e hanno lasciato il piccolo con i nonni, siamo usciti che si era appena svegliato dal suo pisolino e abbiamo avuto modo di salutarci.
"Facci sapere appena arrivi a Roma ok?" mio cognato mi abbraccia e mi lascia un buffetto sulla guancia
"Vedrai che andrà tutto bene questa volta ma tu cerca di stare tranquilla ok?!" appena mi stacco dall'abbraccio di mia cognata la mia espressione è dubbiosa, forse ha capito tutto senza che io dicessi niente oppure è solo una mia impressione, fatto sta che il modo in cui mi guarda, la dolcezza negli occhi che mi trasmette e l'occhiolino che mi rivolge mi fanno intendere già tutto da mamma a quasi-mamma.

P.O.V.'S MARCO
Sono all'aeroporto ad aspettare mia moglie e non vedo l'ora di stringerla tra le mie braccia. Sono passati solo 8 giorni eppure mi sembra di non vederla da molto di più, quella donna mi ha reso dipendente da lei è appurato.
Ho ancora impressa la sua voce quando mi ha chiamato quel pomeriggio in uno stato di panico, per fortuna la sua dottoressa anche a distanza l'ha rassicurata dicendole che potrebbero essere delle perdite d'impianto e che le sue analisi erano perfette raccomandandola poi di rientrare a casa in modo da poterla visitare immediatamente visti i precedenti.
Sono le 19.30 e il suo volo è arrivato da un bel po', proprio nell'istante in cui sono al telefono nella speranza che mi risponda, un qualcosa mi fa girare, come se una calamita mi avesse attratto dall'altro lato dell'ambiente ed eccola li a fare la sua comparsa, non la vedo da qualche giorno se non per videochiamate che mi sembra diversa, emana una luce incredibile ed è più in carne soprattutto in viso. È semplicemente bellissima!
"Amori miei!" la abbraccio appena mi si lancia addosso e la sollevo leggermente lasciandole baci rumorosi sul collo, il suo profumo dolce che sa di casa mi era mancato come l'aria.
"Come stai?" le sposto i capelli indietro e non le do nemmeno il tempo di parlare che la attiro a me per baciarla e salutarla come si deve
"Benissimo e tu? Come te la sei cavata in mia assenza?" mi posa un bacio sul naso e ridacchia, il suono più bello che abbia mai sentito
"Donna di poca fede che sei, tranquilla la casa c'è ancora tutta!" ridiamo insieme e le prendo il borsone e il trolley
"Andiamo a casa ti prego ho bisogno di una doccia, sto morendo di caldo" si lega i capelli in una crocchia disordinata ed ora si che la riconosco

"Come stai?" le sposto i capelli indietro e non le do nemmeno il tempo di parlare che la attiro a me per baciarla e salutarla come si deve"Benissimo e tu? Come te la sei cavata in mia assenza?" mi posa un bacio sul naso e ridacchia, il suono più b...

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