Capitolo 68

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P.O.V.'S ALICE
Riaccompagno mio marito a lavoro, entro nel distretto e come sempre suonano tantissime sirene, chiaro segno di qualcuno che ha bisogno di aiuto. Per loro è un ambiente normale che vivono ogni giorno, io ogni volta che ci metto piede entro nel panico, perché penso sempre al peggio.
"Alice, è stato un piacere, e sono felice di vedere che va molto meglio." Il suo capo mi si avvicina salutandomi prima di andare via
"La ringrazio. Tempo al tempo e si sistema tutto" gli sorrido e guardo mio marito che dopo aver addormentato Zoe in braccio la ripone nel passeggino
"Che fai ora? Vai a casa?"
"Pensavo di fare un salto alla rivista per salutare i colleghi e devo anche portare dei documenti che ho finito di sistemare"
"Aspetta prendi la macchina poi mi vieni a riprendere, è troppo distante a piedi e non voglio che ti stanchi e ti strapazzi troppo" gli sorrido e prendo le chiavi che mi porge
"Marco" si intromette il suo capo e subito entrambi gli volgiamo lo sguardo
"Accompagnala alla macchina" lo guardo interrogativo e guardo mio marito che gli acconsente e in silenzio ci dirigiamo fuori mentre mi circonda dalla vita
"Perché ti ha detto di accompagnarmi fuori" lo vedo sospirare
"Questa mattina si è aperto a me, e io gli ho confessato le mie paure. Sarà sicuramente per quello, non ti preoccupare è tutto ok" annuisco fingendomi convinta ma non lo sono del tutto
Ci salutiamo e poco dopo mi immetto nel traffico, la bambina fortunatamente nel metterla in macchina non si è svegliata.
Dopo circa 20 minuti arrivo a destinazione e scrivo subito un messaggio a mio marito avvisandolo di essere arrivata alla rivista.
Scendo per prendere il passeggino e ho una strana sensazione addosso, ho come l'impressione di essere osservata, mi guardo intorno ma non vedo nulla di anomalo, ci sono persone che camminano sui marciapiedi e macchine in movimento.
Metto Zoe nel passeggino, chiudo l'auto e mi avvio verso l'entrata dell'ufficio, prestando bene attenzione intorno a me perche questa sensazione di essere seguita non mi abbandona.
Mi affretto ad entrare nell'atrio e come sono dentro, al sicuro, tiro un sospiro sollievo.
Non faccio in tempo a chiamare l'ascensore che mi squilla il telefono, ovviamente è Marco
"Amore tutto ok?" Se prima era apprensivo, ora lo è il doppio
"Marco è tutto ok, ho solo avuto una strana sensazione ... mi hai detto di dirti tutto e io ho avuto l'impressione di essere osservata e seguita" sento che deglutisce e rimane in silenzio
"Ma magari sono solo io suscettibile alla cosa adesso, è la prima volta che esco di nuovo da sola e sono un po' tesa" cerco di giustificare quello che gli ho detto e di sminuirlo perché non voglio farlo stare a lavoro con quest'ansia addosso
"Non ti preoccupare, c'è una volante in giro che è in quella zona li, la mandiamo a fare una ronda. Hai fatto bene a dirmelo. Se non ti senti sicura, aspettami lì ti raggiungo con un taxi e torniamo a casa insieme, o se ti senti stanca e vuoi rientrare prima vedo come posso liberarmi" la sua voce trapela ansia e questo non mi piace
"Marco devi stare un po' più tranquillo e rilassato. Comunque ora ti saluto che salgo al mio piano, vedo come va, se mi tralungo qui ti avviso e torniamo insieme, va bene. A dopo" ci salutiamo e attacco per poi salire in ascensore al 4° piano
Appena metto piede nella reception la ragazza al banco mi corre incontro saltellando e cacciando un urletto di gioia "Non ci posso credere. Ma come stai? Che ci fai qui?" ha un sorriso da una parte all'altra del viso
"Sono stata a pranzo con mio marito poi lui è rientrato a lavoro e io mi sono allungata qui con la bambina visto che è ancora caldo e voglio approfittarne finché il tempo ci permetterà di passeggiare. Devo anche consegnare dei documenti per del lavoro che ho svolto da casa, anzi i ragazzi li trovo in ufficio?"
"Sono usciti in pausa pranzo rientreranno a momenti, hanno fatto un po' più tardi per via di una riunione , ma se vuoi puoi aspettarli nel vostro ufficio."
"Certo, ottima idea anzi non dirgli niente che voglio fargli una sorpresa" la saluto e mi dirigo nel nostro ufficio, quello che condividiamo io Riccardo e Zoe, e non è cambiato niente se non che sulla mia scrivania, lasciata in ordine come esattamente 8 mesi fa, spicca un angioletto che stringe un arcobaleno.
Mentre aspetto prendo Zoe in braccio che si sta svegliando e le faccio fare il tour dell'ufficio della mamma
"Vedi Zoe tu sei nata qui, è qui che la mamma ha iniziato a desiderarti più di ogni altra cosa al mondo, è qui dove la mamma ha avvertito i primi sintomi. Questo posto Zoe è magico, è pieno di creatività e menti brillanti, è il posto dei sogni in cui ogni desiderio prima o poi diventa realtà." Continuo a passeggiare per l'ufficio con la mia bambina stretta a me, la sua guancia appoggiata alla mia mentre mi ascolta e guarda incuriosita tutto quello che le faccio vedere.
Ci mettiamo a guardare fuori la finestra e salutiamo tutte le macchine che passano, è incredibile come anche le cose più semplici viste dagli occhi di un bambino assumano tutto un altro fascino.
Mentre siamo intente a salutare le macchinine di sotto sento delle voci arrivare dal corridoio e l'emozione che sento montarmi dentro è ansia mista ad eccitazione. Sono felice di rivedere i miei colleghi e rivederli nel nostro nido creativo, rimango di spalle a parlottare con la mia bimba mentre sento aprire la porta e un secondo dopo si ammutoliscono
Mi giro e li vedo con le espressioni sorprese
"Sorpresaaa!!!"
"Ma che ci fai tu qui??" Zoe corre ad abbracciarmi, nonostante ci sentiamo quasi tutti i giorni soprattutto per lavoro, vedersi di persona è tutta un'altra cosa
"Eravamo in zona e visto che dovevo consegnare del lavoro abbiamo pensato di farvi una sorpresa" guardo la mia bambina che li guarda inizialmente curiosa perchè non li conosce e poco dopo ride e batte le mani, è proprio solare
"Fatti abbracciare" il tocco di Riccardo non mi da più così fastidio, nonostante fosse sempre stato insistente e provocatorio da quando indosso la fede è tornato al suo posto e anche il rapporto lavorativo tra di noi va molto meglio, diciamo che ha capito
"Ma quindi? Racconta, come stai, come state, dai dai è troppo tempo che ci dobbiamo vedere!!" Zoe mi fa accomodare sul divanetto e sistemo la bimba vicino a me prendendole qualche giochino dalla sua borsa per intrattenerla
"Noi stiamo bene, va tutto bene, nell'ultimo periodo un po' acciaccata ma andrà meglio" mi guardano entrambi cambiando espressione
"Che stai dicendo che è successo?" Riccardo si avvicina a noi con la sedia ed è tutt'orecchie
"Mio marito stava seguendo delle indagini molto importanti, sono coinvolti nomi pesanti e criminali di ogni genere. Gli avevano mandato un avvertimento via cellulare quando eravamo ancora in Sardegna con la famiglia e appena rientrati a casa hanno approfittato dell'unico momento in cui non era di guardia. Hanno bersagliato me, sono stata rinchiusa 3 giorni in un capannone umido e pieno di muffa, senza acqua ne cibo, quando sono riusciti a rintracciare la mia posizione e a trovarmi mi hanno portata in ospedale che ero semi vegetale. E' stata dura .." mi si incrina la voce e gli occhi mi si riempiono di lacrime, è forse la prima volta che mi lascio andare, finora ho sempre cercato di trattenermi ed essere forte perché chi aveva bisogno di sostegno e di non vedermi così era proprio Marco.
"Ei, ora sei fuori, pensa solo a questo" Riccardo mi si avvicina lasciandomi una carezza sulla testa mentre Zoe mi stringe le mani
"Ero incinta ragazzi" li guardo entrambi e le loro espressioni sono sconvolte
"Che stai dicendo, come.." Zoe butta un occhio alla piccola che tranquilla agita il sonaglino
"Non lo sapevo nemmeno io, Marco si ritiene responsabile di tutto quello che è successo. Ero di poche settimane, non l'avevamo ancora scoperto, non c'è stato niente da fare. I colpi subiti all'addome, per quanto ho cercato di chiudermi su me stessa e coprirmi, sono stati troppo forti"
mi asciugo le guance e faccio un respiro profondo prendendo in braccio Zoe che nel frattempo si è arrampicata su di me per essere presa
"Quanto tempo fa è successo? Quando ci siamo sentiti per lavoro era già successo tutto? Sembravi star bene" scuoto la testa
"No, considerate che sono stata dimessa una settimana fa, oggi è il primo giorno che esco di casa, Marco è rientrato a lavoro questa mattina. Stiamo parlando di 10 giorni fa, è piuttosto recente. Mi sono voluta far coraggio e uscire da sola, in casa nonostante ho lei che mi occupa la giornata, sarei impazzita. E soprattutto temevo che se non l'avessi fatto subito, poi avrei avuto ancora più ansia e paura. Già adesso non è stato facile" sospiro
"Se hai bisogno di qualcosa, di qualunque cosa, sai che su di noi puoi sempre contare" Riccardo prende in braccio la piccola che nel frattempo non si è fermata un attimo
"Lo so ragazzi, grazie. A dire il vero c'è una cosa che vorrei chiedervi. Come siete venuti oggi a lavoro?"
"Io sono venuta in macchina e sono passata a prenderlo alla fermata della metro, che ha la macchina dal meccanico, perché? Ti serve un passaggio a casa, non c'è problema lo sai" guardo Zoe (la mia collega) e sentire che sono di passaggio al distretto mi alleggerisce il peso sul petto
"No no sono in macchina. Ho pranzato con Marco e i colleghi nella tavola calda vicino al distretto e per venire qui mi ha lasciato la macchina perchè non vuole che mi strapazzi troppo. Vorrei chiedervi se per voi non è un disturbo accompagnarmi fino al distretto e poi torniamo a casa insieme."
"Non c'è problema, figurati. Anzi possiamo fare così: Riccardo viene con te e la bambina con la vostra macchina, ti lasciamo al distretto e poi io lo accompagno alla metro come avevamo programmato"
"Per me va bene, grazie mille e scusatemi ma da quando sono scesa dalla macchina che mi sento addosso una strana sensazione"
"Di che parli?" Riccardo si fa serio e lo guardo dritto negli occhi
"Ho come l'impressione di essere osservata a distanza e di essere seguita. Molto probabilmente è solo una mia sensazione, è tutto molto fresco quindi sicuramente sono anche un po' suscettibile. Ma non mi sento tranquilla essendo sola in giro con Zoe. Quando è successo tutto il casino, Zoe non l'hanno toccata, l'hanno lasciata con Marco ora se dovesse succedere qualcosa di nuovo non voglio minimamente che si avvicinino a mia figlia"
"Ei devi stare tranquilla, tuo marito non permetterà che possa succedere di nuovo una roba del genere. Conoscendolo avrà già fatto ispezionare tutta la zona a seconda di come ti muovi." Riccardo mi fa scappare una risatina perchè è vero, lui e mio marito sono partiti con il piede sbagliato, ma una volta sciolto il ghiaccio entrambi si sono rivelati di piacevole compagnia, e per quel poco che lo conosce ha già fatto centro sul comportamento adottato da Marco
"Hai proprio ragione! Considera che poco prima di entrare quando l'ho chiamato per avvisarlo che ero qui con la bambina e gli ho detto della sensazione che avevo addosso ha mandato subito una volante che era in zona a controllare" sorrido e scuoto la testa mentre mi alzo a prendere il biberon con l'acqua per far bere Zoe che sta scalpitando come una pazza
"Senti ma invece tu devi svelarmi il tuo patto con il diavolo: mi spieghi com'è possibile che a soli 6 mesi dal parto, sei così in forma? Cioè hai sempre delle tette alte e piene com'erano ma hai la pancia piatta, ed hai anche pranzato!" rido mentre prendo in braccio mia figlia che già si è stancata di giocare sul divano e ora vuole stare in braccio a me, in piedi, come se fosse leggera e magrolina
"La vedi? Non si ferma un attimo. E poi ho allattato continuamente per 6 mesi, ora ho un po' allentato perchè abbiamo iniziato lo svezzamento, ma da quel che ho capito allattare ti fa consumare tante calorie. E poi non hai orari, scordati di avere orari normali, la tua routine viene stravolta, nonostante l'aiuto di Marco i primi mesi sono stati un inferno. Non dormiva mai, e quel pover uomo la mattina doveva andare a lavorare. Ho passato i primi 3 mesi a passeggiare per casa intere nottate, presumo che ho smaltito parecchio lì perchè il mio metabolismo era sempre attivo" ora lo racconto con un tono scherzoso ma ricordo che i primi mesi li ho vissuti come un inferno, erano un incubo, ero stremata e quel poco sonno che avevo in corpo doveva bastarmi per tutta la giornata
"Ha ragione Zoe, stai davvero benissimo. Anche in viso, hai delle forme diverse, più morbide ma più belle, e sembri serena e solare" sorrido a Riccardo ringraziandolo e probabilmente ora le mie guance vanno a fuoco perchè i complimenti mi mettono troppo a disagio.
"Ma invece tu non l'hai vista l'area nido terminata vero?" guardo Riccardo con gli occhi che brillano
"Davvero sono riusciti a terminarla?" Mi annuisce sorridendo
"Ma è accessibile? Cioè posso vederla? Io prima o poi dovrò riprendere a lavoro e vorrei lasciare Zoe qui per comodità"
"Certo. Scendiamo te la faccio vedere. Io ormai sono di casa, come ho dei momenti no scendo giù a giocare 10 minuti con loro"
"Ah non ti facevo così tenero. Che c'è hai studiato una tecnica anche per abbindolare piccole donnine?!" Ridiamo tutti e tre e poco dopo scendo al secondo piano con Riccardo mentre Zoe è rimasta in ufficio che aveva una call.
In ascensore mia figlia scalpita per guardarsi allo specchio e Riccardo ride
"Dove le prende tutte queste energie?Non si è fermata un attimo"
"Ti giuro che vorrei saperlo anche io, arrivo a fine giornata cotta. Non sta un attimo ferma e siamo nella fase in cui vuole stare solo con me ma pesa anche" usciamo dall' ascensore e continuiamo a parlare mentre Zoe mordicchia la catenella del ciuccio visto il fastidio per i dentini.
Entriamo nel mondo delle meraviglie, questo posto è unico, ogni angolo è curato nel dettaglio e a misuro di bambino. Sono pochi, all'incirca 10 bambini seguiti da 4 educatrici
"Vieni Ali. Loro sono le educatrici, trovi Simona, Francesca, Giorgia e Patrizia" sposto Zoe sul mio fianco sinistro e do la mano ad ognuna di loro presentandomi. Stringo la mano all'ultima, Patrizia, la sua stretta di mano è sicura e decisa, ha qualcosa di familiare ma non riesco a capire dove l'ho già vista
"Come vedi hanno anche un angolo nanna dove fare il riposino, la zona pappa attrezzata di seggioloni e poi tutto il resto sono giochi e attività motorie da fargli fare. Sono tutti tra un anno e 2 anni e mezzo" Riccardo parla mente mi illustra ma io sono fissa a guardare quella donna
"Alice tutto ok? Mi stai ascoltando?" Mi si avvicina toccandomi una spalla
"Ti senti bene?" Deglutisco e mi ghiaccio all'istante
"È lei Riccardo, è la donna che mi ha sequestrata" inizio a tremare e inizio anche a far fatica a tenere Zoe tanto che me la toglie dalle braccia
"Che stai dicendo?" Parla a bassa voce mentre da le spalle alle educatrici coprendomi completamente
"Non sono pazza, me la ricordo bene"
"Ok calmati. Adesso con una scusa torniamo su e chiamiamo subito Marco" annuisco e mantenendo una certa indifferenza le saluto tutte
"Maestre ci dispiace ma a noi il lavoro ci chiama. Grazie per la vostra disponibilità come sempre" le salutiamo e ci avviamo fuori, appena esco di li mi appoggio di schiena al muro, mi metto una mano sul petto cercando di regolarizzare il mio respiro
"Ei sei con me. Non vi succede nulla." Annuisco cercando di calmarmi e mi tira dalla spalla per abbracciarmi "Adesso calmati, tremi come una foglia. Dammi il telefono ci parlo io con Marco, se ti sente così gli si prende un colpo"

P.O.V.'S MARCO
"Firma e timbra così poi lo archivio" Clara mi sbatte una relazione sulla scrivania senza nemmeno dirmi di cosa si tratta
"Che cos'è?" La guardo esterrefatto d'ala ho comportamento
"È il rapporto di una rapina, ci sono dei testimoni"
"Si ma io non ho seguito l'indagine non posso firmare" sbuffa e gira gli occhi
"Mi serve solo la firma di un superiore a me, ti prego potresti firmare e non farmi perdere tempo?!" Mi squilla il telefono e prima che possa vedere il mittente si dirige da noi il capo
"Io non ti firmo ciò che non ho seguito, hai bisogno di un superiore fai firmare a lui" lo indico con un cenno del capo e rispondo senza nemmeno controllare il mittente
"Si pronto"
"Marco, sono Riccardo" guardo lo schermo per poi riportarmi il telefono all'orecchio
"Mia moglie sta bene?" Entro nel panico, che diamine ci fa lui con il telefono di mia moglie deve per forza essere successo qualcosa
"Lei sta bene e anche la bambina è solo un po' agitata per questo ti ho chiamato io. Dice di aver riconosciuto la donna che l'ha rapita" mi alzo di scatto guardando esterrefatto prima Vincenzo e poi Clara
"Che stai dicendo? Com'è possibile? Poi lei doveva stare con voi in ufficio, dove cazzo l'ha riconosciuta"
"Lei è qui con noi, siamo stati a fare un giro all'area nido ed è convinta che una delle educatrici sia quella donna."
"Arrivo subito, cerca di farla calmare per favore. Ah Riccardo, grazie" acconsente dall'altro capo del telefono e attacca
"Che è successo?"
"Mia moglie ha riconosciuto nell' educatrice del nido la donna che l'ha rapita. Ma è impossibile, sono stati arrestati tutti, è ancora sotto shock" mi passo una mano sul viso e sospiro
"Andiamo subito"
"Che?" lo guardo come se gli fosse spuntato un terzo occhio, pensavo di andare da solo io
"Andiamo a controllare. Tua moglie è sotto shock è vero ed è normale ma non è pazza Marco. E non ti mando lì da solo." Chiama altri due ragazzi con noi, mi spinge fuori dal distretto e saliamo noi in un auto in borghese e altri due agenti da un'altra
"Vincè se non si sbaglia. Che facciamo. Significa che è uscita già" inizio ad avere paura
"Innanzitutto ti calmi. Mi servi lucido, non è facile lo so perché sei coinvolto. Ma andare nel panico ora è inutile ci fa solo perdere tempo. Adesso ti calmi così tua moglie si tranquillizza appena ti vede, nel frattempo noi scendiamo sotto a fare un controllo"
"E come ti presenti, conoscono le nostre facce"
"Facciamo scendere Clara e Gioele, loro non erano presenti all'arresto ma conoscono le loro facce dalle foto. Li facciamo presentare come una coppia che sta valutando un asilo nido per il figlio, così non destiamo sospetti." Annuisco e poco dopo arriviamo in rivista.

Mentre scendiamo prego con tutto me stesso che non sia lei.
Non oso immaginare, qualora fosse lei,  come si sia sentita mia moglie ritrovandosela davanti.

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