Capitolo 25

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P.O.V.'S MARCO

Sento un cerchio alla testa, voci in sottofondo parlottare, è una sensazione molto strana, sembra che mi sono fatto almeno 10 canne.
"Marco" sento chiamare il mio nome ma fatico ad aprire gli occhi, è una voce a me sconosciuta
"Forza ragazzo, apri gli occhi, c'è la tua famiglia ad aspettarti" ci provo di nuovo ma non ci riesco, credo di fare una smorfia facciale ma sento il labbro tirare, muovo le dita ma molto piano è come se le sentissi addormentate
"C'è anche la tua ragazza ad aspettarti Marco, sei molto fortunato sai? Ha messo sotto sopra il pronto soccorso e il reparto per trovarti e avere informazioni di te, ha un bel caratterino, dai che ti aspetta"
Alice
Oh piccolina mia, chissà la preoccupazione che ti ho dato, la mia ancora, e come se fossi stato stimolato da quelle parole, apro lentamente gli occhi e li sbatto piano mentre cerco di mettere a fuoco il dottore che mi parla, piano piano diventa più chiaro e nitido
"Bentornato, come ti senti?" il dottore mi sorride ma che cazzo si riderà, sembra che mi è passato sopra un treno
"Drogato, sembra che mi è passato sopra un treno"
"È normale, hai avuto un incidente, cosa ricordi?"
Cazzo è vero, non ho ancora avuto modo di realizzare bene ma ricordo solo un gran trambusto
"Potrei avere dell'acqua?" mi porge un bicchiere d'acqua e sorseggio piano, quando la sento scendere giù per la gola è un sollievo
"Ero appena arrivato al semaforo, era rosso, dopo qualche secondo è scattato il verde e sono passato, ma non mi sono reso conto di niente, ho sentito solo un rumore forte e delle luci abbagliarmi, mi ricordo che sono stato spostato con tutto l'abitacolo e di aver sentito una sensazione strana alle gambe"
"Marco sei arrivato qui ed hai rischiato un arresto cardiaco, eri agitatissimo, in ambulanza non hai fatto altro che agitarti e hai perso i sensi poco prima di arrivare al pronto soccorso. Ti abbiamo dovuto indurre il coma per cercare di ristabilire i tuoi valori, avevi perso troppo sangue" lo guardo attento cercando di captare ogni dettaglio per ricordare altro ma niente, rimango fermo sulla mia versione
"Sto messo così male?" ho paura della sua risposta, tra due settimane mi devo laureare, non posso rimandare ormai è tutto pronto
"No no, stai benissimo, sei un ragazzone in forma e in salute, ora ti senti un po' intontito perché ti abbiamo svegliato da poco ma vedrai che già tra qualche ora starai meglio. Non hai riportato fratture, se non qualche taglio e qualche graffio, e il trauma cranico alla testa dovuto all'impatto ma stai tranquillo che non è grave, è molto lieve quindi devi solo stare a riposo per una settimana, non di più"
Menomale, sono vivo, sono in salute, la mia condizione non è delle peggiori, posso tirare un sospiro di sollievo
"Quanto sono stato in coma?" non ho la cognizione del tempo, stavo semplicemente tornando dalla mia fidanzata dopo aver passato una serata con la mia famiglia, invece riapro gli occhi e mi ritrovo in un letto d'ospedale
"Qualche ora, sei arrivato qui intorno all'una e mezza di questa notte. Ora ti faccio vedere la tua famiglia dal vetro, poi tra qualche ora ti spostiamo in una cameretta di reparto così possono entrare ok? Dobbiamo aspettare che riprendi bene il ritmo e farti alcune analisi, qui dentro può entrare una persona alla volta, posso chiudere un occhio e farne entrare due, ma devi stare tranquillo"
"Va bene"
Si dirige verso il vetro e alza la tendina, quando li vedo tutti dall'altra parte, oltre ai miei genitori, mio fratello e la mia ragazza, ci sono tutti i miei amici più stretti.
Vedo Alice piangere e ridere, Diego e Valter la abbracciano e gliene sono grato, sicuramente avranno passato queste ore con lei, chissà la paura quando non mi ha visto arrivare a casa oppure quando l'hanno avvisata

2 giorni dopo

"Mamma ti dico che sto bene" mia madre mi ha riempito di domande da quando le hanno detto che mi dimettono, non mi ha dato tregua
"Va bene va bene"
"Alice?" non la vedo da ieri sera, mi sono addormentato e lei era qui vicino a me, ma stamattina quando mi sono svegliato al suo posto c'era mio fratello
"Marco quella ragazza è un amore, sei molto fortunato. Ieri sera con tuo padre e Diego l'abbiamo convinta a tornare a casa per riposare un po', ha passato tre notti qui dormendo su una sedia, era distrutta"
"L'avete mandata a casa da sola?" il pensiero che stia sola e che abbia guidato esausta non mi fa stare tranquillo
"No no, l'ha accompagnata Diego, si fermava a casa sua, tempo di riposare qualche ora, farsi una doccia e prenderti il cambio per uscire" tiro un sospiro di sollievo al pensiero che sta con uno dei miei migliori amici
"Quando è arrivata qui l'altra notte tremava, ha intimorito anche la segretaria del reparto" a mia madre scappa una risata e anche a me
"Perché? Che ha fatto?"
"Urlava perché non le davano informazioni di te, non si era ancora accorta che c'eravamo noi fuori e Diego" ridacchio al pensiero del casino che è stata capace di scatenare
"Si ha un bel caratterino quando si innervosisce"
"Ci tiene molto a te tesoro, questi giorni non si è mossa un attimo da qui, quando la trascinavo a fare due passi si raccomandava a Diego di avvisarla subito per la più minima novità. È dolcissima, ha un cuore grande ho avuto modo di parlarci un po' in questi giorni"
"Ha un cuore che ha dovuto sopportare toppo dolore, mi sento quasi in colpa, chissà la preoccupazione che le ho arrecato" mia mamma mi sposta il ciuffo ribelle dalla fronte e fa un sorriso
"Amore è passato ora, stai bene, sei vivo e sei bello. Ti vedo cambiato, sei ancora più bello, ti fa bene"
"Quando le ho detto la prima volta che mi ero innamorato di lei per poco non le viene un infarto, era terrorizzata dall'idea di legarsi a qualcuno dopo quello che le era successo. Mi ha pregato di non dirglielo più, così glielo facevo capire ogni volta con uno sguardo, con un gesto, con una carezza o con un bacio, la stessa cosa la leggevo nei suoi occhi. L'ho sempre saputo che mi amava anche lei, dopo quello che le è successo si è messa nelle mie mani e anche se me l'ha detto solo poco fa, me lo faceva capire ogni volta che mi guardava, ha quegli occhi così puri e cristallini che potrei annegarci volentieri. Doveva solo tirar fuori un po' di coraggio e ammetterlo a se stessa" sospiro e sorrido a mia mamma che continua a tenermi abbracciato a lei e non sono mai stato così bene, non ho mai sentito così tanto il bisogno di un abbraccio da parte di mia madre.
Il nostro momento viene interrotto dal bussare alla porta, si apre piano e fa capolino Alice con una borsa in spalla e un sacchetto tra le mani
"Buongiorno" sul suo viso si apre un sorriso enorme a vedermi, sono seduto sul divanetto con mia madre
"Ciao peste. Un uccellino mi ha detto che hai messo a soqquadro il pronto soccorso e minacciato e intimorito la segretaria del banco accettazioni" cerco di trattenere una risata ma davanti alla sua risposta non mi trattengo e rido di cuore
"No Marco, semplicemente non mi volevano dare informazioni riguardo a te perché non sono una tua famigliare, sono stata un po' brusca ma per una buona causa" posa la borsa con il cambio sul tavolino e mi si avvicina lasciandomi un bacio in fronte
"Tieni, ti ho portato una brioche per colazione" sorrido come un bambino
"Oh menomale, qui la colazione fa schifo"
"Tesoro sei in ospedale che ti aspettavi le portate di capodanno?!" mia madre se ne esce fuori così e ha ragione
"Ho parlato ora con il tuo dottore prima di salire, prima di dimetterti devono ripetere i prelievi, dopo che hai fatto colazione se vuoi possiamo fare due passi, senti ancora fastidio alle gambe?"
"No, stamattina le sentivo un po' formicolare ma ora non sento più niente" prendo il sacchetto e mi alzo in piedi sovrastandola con la mia altezza, è così piccolina vicino a me
"Dove vuoi andare?" Mia madre si alza subito dopo di me e mi circonda per la vita, mentre Alice mi prende la mano
"A fare due passi, non ce la faccio più a stare solo seduto o sdraiato, tranquille che sto bene" già da ieri cammino meglio, ma per uno come me è veramente dura questo "riposo" forzato
"Appoggiati a me, vieni" Alice prende il mio braccio sinistro e se lo posa sulla spalla e intreccia la sua mano con la mia
"Davvero, mi piace essere viziato, ma sto bene" mia madre sbuffa e la mia fidanzata brontola, molto bene.
Usciamo fuori dalla stanza e vedo arrivare dal fondo del corridoio mio fratello con un sorriso stampato in faccia a vedermi in piedi
"Andrea che ci fai qui, dovresti essere a lavoro"
"Volevo prima passare a vedere come stavi, tanto di qui devo passare"
"Beh sto bene"
Dopo aver scambiato qualche altra chiacchiera con mio fratello, va via e rimango con la mia fidanzata e i miei genitori
"Ali ma tu come fai con il lavoro" non ci avevo minimamente pensato
"Marco pazienza il lavoro, ho preso qualche giorno, e quando torni a casa lavorerò in smart-working"
"Sai che non voglio che ti sacrifichi, è la tua-" mi azzittisce con uno sguardo
"Basta, lo sai come la penso, dopo tutto quello che hai fatto tu è il minimo, non si discute."
Smetto di fare domande perché tanto so che se ha deciso così ormai è inutile anche solo tentare a farle cambiare idea.
"Buongiorno" ci giriamo e vediamo il mio dottore
"Allora Marco se vieni con me, facciamo l'ultimo prelievo e poi ti firmo le dimissioni, per pranzo sei a casa" mi sorride e lo seguo in ambulatorio.
Torno in camera dopo 15 minuti più o meno e trovo solo Alice a sistemare le mie cose, è così dannatamente carina anche senza trucco e con le occhiaie segno dello stress di queste notti
"Ei" mi avvicino e le stampo un bacio
"Amore se vuoi rimanere a casa dai tuoi lo sai che non c'è problema"
"No, voglio stare con te" la vita è così imprevedibile che voglio passare il più tempo possibile con questa ragazza
"Ei che cosa sono quegli occhi tristi eh?!" è incredibile la capacità che ha di captare ogni mio cambio d'umore, mi siedo sul letto con le gambe divaricate e la attiro a me, mi circonda il collo e passa le mani tra i miei capelli, sa bene quanto mi rilassi questa coccola
"Me la sono vista brutta" mi appoggio con il mento sul suo seno e la guardo cercando di trattenere le lacrime
"Lo so amore ma sei qui, con me" mi tocca le spalle, il viso facendo attenzione a non sfiorarmi sul sopracciglio e sul labbro dove ho i cerotti, scuoto la testa e chiudo gli occhi cercando di ingoiare il magone che sento in mezzo al petto
"Che succede eh?" Mi lascia un bacio prima su un occhio, poi sull'altro e infine sul naso
"Ho avuto paura di non rivederti, sei stato il mio pensiero fisso, non potevo morire senza averti vissuta abbastanza, è che sei entrata piccola piccola nella mia vita ma me l'hai sconvolta, in meglio ovviamente, l'hai riempita di colori e di stupore per ogni minima cosa. Io non potevo pensare di non averti amata abbastanza" sono ormai in lacrime e anche lei, anche se sta cercando di trattenersi
"Marco mi hai amata più tu in pochi mesi piuttosto che tante altre persone in tanti anni. E ti posso giurare che voglio essere amata così e amarti per il resto dei miei giorni. Sei la persona più importante della mia vita e mai mi sono pentita tanto come in questi giorni di non averti detto prima di amarti così tanto" mi asciuga le lacrime che copiose scendono ormai e mi abbraccia stretto a se
"Piangi amore mio, sciogli tutta l'ansia e la paura di queste ore" mi tiene la testa sul suo petto e mi accarezza la schiena, e mi lascio andare cullato dalle sue parole dolci e dalle sue carezze.
Dopo un tempo infinito riesco a calmarmi e solo quando sente che ho placato il mio pianto mi lascia un bacio in testa
"Va meglio?" alzo il viso per guardarla e annuisco mentre delicatamente mi asciuga il viso
"Allora adesso ti cambi e torniamo a casa ok?" annuisco, mi sento stanco e rilassato dopo questo pianto che mi sono fatto.
Lascio fare tutto a lei, come si fa con un bambino, si abbassa a sfilarmi i pantaloni della tuta e me ne infila un altro paio grigio chiaro seguiti da calze e sneakers, si alza e mi lascia un bacio sul naso
"Su le braccia" mi sfila la t-shirt e me ne mette una bianca pulita seguita da una camicia di jeans, le porto sempre aperte sopra le t-shirt ed è così strano come abbiamo in comune questa cosa.
La guardo mentre sistema le mie cose, ha i capelli legati in una crocchia disordinata ma è incredibile quanto le stia bene, indossa un paio di jeans larghi neri, una t-shirt bianca e sopra una camicia aperta a quadri rossi e neri e le sue immancabili vans nere.
È così semplice e così bella che se posso me ne innamoro ancora di più, quando si volta e mi becca ad osservarla mi sorride, quel sorriso così genuino e bello ogni volta fa fare capriole al mio cuore.
"Quanto sei bello amore mio" mi si avvicina, mi prende per le guance e mi stampa un bacio facendo attenzione a non toccarmi dove ho il labbro tagliato
"Anche tu, ma adesso andiamo a casa per favore" mi alzo e dopo aver preso le mie cose la prendo per mano
"Mamma" chiamo mia madre che come ci vede uscire dalla stanza ci viene incontro e ci sorride
"Tesoro tutto ok? Hai pianto?" Ecco lo sapevo, si vede così tanto?! Per fortuna mi salva Alice che le sorride e si allunga verso il mio viso per asciugarmi a bordo degli occhi
"Oh no, va tutto bene, ha solo sciolto il magone di queste ore" sorrido alle donne della mia vita e per fortuna i miei non fanno più domande a riguardo
"Ragazzi vi fermate da noi?!" Guardo papà e scuoto la testa
"No preferisco tornare a casa"
"Marco te l'ho detto, non devi farti problemi, se vuoi stare a casa tua-"
"Ali no, voglio solo andare a casa e stare tranquillo" il mal di testa si è alleviato ma non mi è passato ancora del tutto e voglio solo tranquillità in questo momento
"Va bene va bene come vuoi" alla fine è come se convivessimo, la maggior parte delle mie cose soprattutto il mio armadio sono a casa sua
"Le prometto che mi prenderò cura di suo figlio" Alice sorride a mia madre che da quanto ho capito se n'è innamorata dalla prima volta che ci ha parlato
"Oh tesoro, grazie. Fa tanto il duro ma ha un cuore d'oro" oddio no mamma non mettermi in imbarazzo ti prego, guardo mio padre implicandogli con lo sguardo di salvarmi mentre se la ride sotto i baffi
"Lo so, l'ho capito in questi mesi, è un cucciolo sotto sotto. Stia tranquilla davvero, non ho intenzione di far altro che non sia prendermene cura" la guardo e le lascio un bacio in testa, questa ragazza mi farà uscire pazzo, mi ha reso dipendente già
"Paola lasciamoli andare su. Avvisateci quando siete a casa" annuisco a papà e dopo averli salutati, mano nella mano ci dirigiamo fuori alla macchina diretti verso casa dolce casa.
Finalmente.

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