Capitolo 16

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Siamo da poco arrivati in ospedale, dopo le prime due non ho avuto altre contrazioni, mi sento solo il bacino indolenzito.
Le emozioni che sto provando sono contrastanti, è scaduto il tempo previsto ma non è ancora scaduta la settimana in più che mi hanno dato, e l'ansia incombe su di me in questo momento.
Mi sono impaurita, lo ammetto, non me l'aspettavo, è stato tutto così improvviso e inaspettato che mi ha colta alla sprovvista.
Ora mi trovo seduta su una poltrona in una stanzetta, mi hanno messa sotto tracciato visto che dalla visita che mi ha fatto la mia ginecologa non risulto dilatata.
Le acque non mi si sono rotte, per ora è tutto sotto controllo e se vediamo che niente si smuove e rimane tutto fermo come ora, già mi hanno avvisata che mi rimanderanno a casa.
"Eccomi, ho finito ora di dare i tuoi dati" Marco ha un'aria che non so descrivere, sembra agitato e non posso di certo fargliene una colpa, io stessa lo sono. Gli faccio un sorriso debole, mi sento stanca ed ho sonno, e cerco di sistemarmi sulla poltrona come meglio riesco e come questa cinta che mi stringe mi permette.
"Come ti senti? Fisicamente ed emotivamente" mi fa una una carezza sul viso e coccola la nostra piccolina che si muove piano mentre il suo battito frenetico ci culla in sottofondo
"Fisicamente bene, emotivamente non lo so, è che l'ho talmente tanto desiderata ed immaginata che ora che sto per tenerla veramente tra le mie braccia ho paura di non essere pronta." sento gli occhi pizzicarmi e una strana sensazione alla bocca dello stomaco
"Ei, devi stare tranquilla, ci sono io con te, affronteremo tutto insieme, le paure, le ansie, i pianti e i momenti di felicità. Anche io ho dentro una sensazione strana, anzi forse più di una, ma credo sia normale, stiamo per conoscere questa piccola tempesta che sono sicuro sarà l'amore della nostra vita, la cosa più bella che io e te potessimo fare insieme, una cosa tutta nostra che ci legherà per il resto della vita, e io non credo che ogni grazie che ti dirò basterà davvero. Mi hai fatto il regalo più grande che potessi farmi." Sono ormai una fontana, le emozioni che sto vivendo in questo momento sono un qualcosa di unico e stupendo e non mi voglio trattenere, neanche ci provo, lascio andare tutto quello che sento
"Vieni qui" mi stringe forte a se e mi culla piano, e questo, lui, il battito di nostra figlia e lei che si muove piano nella mia pancia sono tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento.

1 ora dopo

"Allora, vediamo un po' cosa ci rivela il tracciato? Te come ti senti?" è entrata la mia dottoressa a controllare come procede la situazione ma dalla sua faccia mentre scruta il foglio lunghissimo capisco che non si è smosso ancora niente
"Bene se non fosse che non riesco più a stare seduta così, ho bisogno di muovermi un po'"
"Si, adesso te lo stacco, fai una passeggiata qui fuori in corridoio, stai in giro un'oretta ma sempre nei dintorni dell'ospedale, poi quando rientri ti controllo di nuovo, qui non è segnato nessun picco quindi niente contrazioni giusto?" mi slaccia la cinta e reclina la poltrona dove sono seduta per aiutare ad alzarmi
"No, niente" mi metto in piedi barcollante, sento indolenzimento dal bacino in giù e non appena muovo qualche passo, Nina fa la matta
"Tutto ok?" mi chiede Marco quando vede che mi fermo appoggiandomi al tavolinetto presente in stanza
"Mh mh mi sento indolenzita, è normale?" chiedo conferma alla mia ginecologa per sicurezza per non entrare in panico
"Certo, hai assunto per tanto tempo la stessa posizione quindi è tutto normale, devi solo sgranchirti le gambe, vedrai che camminare ti aiuta"
"Andiamo" Marco mi si avvicina porgendomi il braccio per appoggiarmi a lui e dopodiché usciamo fuori e veniamo letteralmente assaliti dai nostri familiari
"Allora? Come ti senti? Come va?" mia madre e mia suocera mi tartassano di domande mentre cerco di non crollare per la fiacca che mi sento addosso
"Bene bene, tranquille, devo solo sgranchirmi un po' le gambe ma ancora non si è mosso niente" dico loro mentre sono accoccolata al braccio di marco con la schiena piegata, anche stare dritta mi fa male, ormai sono un fascio di nervi e il peso della piccola sta diventando sfiancante
"Ora camminiamo un po' che ne dici? Magari aiuta a smuovere qualcosa" mi dice Marco mentre mi sostiene e sento nella sua voce che sta cercando di nascondere l'ansia che lo ha assalito da quando abbiamo messo piede qua dentro
Sono almeno quaranta minuti che camminiamo in giro per l'ospedale senza sosta, con la velocità che il mio passo mi permette, quando all'improvviso a pochi metri dalla stanzetta in cui mi trovavo prima mi sento una cosa strana, è come se mi sentissi bagnata ... oddio no, no, no
Mi fermo piano e guardo in basso verso le mie gambe e vedo bagnato sia addosso a me che a terra
"No, no, no... Marco" piagnucolo in uno stato di panico totale, lui guarda prima il punto dove sto guardando io ora e poi guarda me in viso e cerca di consolarmi con un sorriso tirato anche se in realtà è più impacciato di me
"Allora, manteniamo la calma, vieni andiamo in stanzetta e chiamiamo la dottoressa, andiamo siamo quasi arrivati ce la fai?" mi prende una mano e mi sorregge con l'altra per la vita, lo guardo e annuisco piano
"Mamma, puoi chiamare la ginecologa? Credo abbia rotto le acque" mia suocera si appresta subito ad andare a cercare la mia dottoressa mentre mia madre mi prende dall'altro lato e insieme mi fanno sedere su una delle sedie li fuori in corridoio
"Mamma...io, ora-" balbetto in preda ad uno stato di trance cercando aiuto e conforto nella braccia della persona che meglio mi conosce e sa confortarmi
"Ei, stai tranquilla, dai che tra poche ore potrai stringerla tra le braccia, pensa solo a questo" mi stringe forte a se e mentre sono accoccolata sul suo petto, cullate dalle sua carezze e parole dolci, riesco a trovare in me un po' di serenità, come se lei avesse il grandissimo potere di calmarmi in qualunque situazione io mi trovi.

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