Capitolo 2

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La mia testa pulsa, faccio fatica ad aprire gli occhi, sento qualcosa toccarmi la guancia, è un qualcosa di caldo.
È lui, è la sua mano che mi sta accarezzando, il cuore inizia a galoppare nel petto come una furia quando lo sento parlare con suo fratello.
"Mi spieghi che diavolo ci faceva in giro da sola la domenica mattina presto?"
Il tono di Luca sembra un tono di rimprovero, nonostante sia più piccolo di un paio d'anni di Marco in questo momento sembra più maturo di lui.
"Ieri sera abbiamo discusso, anzi direi proprio litigato. Me ne sono andato e sono rientrato a casa verso le 3 e qualcosa. L'ho lasciata da sola quando aveva bisogno di me. E cristo ho fatto una cazzata assurda!"
Le mie orecchie si addrizzano, che intendi Marco con cazzata? Che hai combinato? Da come percepisco in questo momento credo si stia muovendo, e lo conosco abbastanza bene da sapere che si starà passando le mani in mezzo ai capelli.
"Che hai combinato Marco? Mi devo preoccupare? Ti prego non dirmi che sei andato con un'altra perché al tuo fianco hai una ragazza d'oro, è magnifica, dipendi da lei da 3 anni a questa parte, tu stesso me l'hai detto che è la tua vita. Quindi adesso dimmi, che hai fatto di così grave?"
Il suo è un tono misto tra ansia, preoccupazione e rimprovero
"Senti io non so se dovrei dirtelo, se sia giusto o meno, ma io sento il bisogno di parlare con qualcuno. Stamattina ho provato a parlare con lei ma mi ha praticamente evitato, volevo parlarle, scusarmi e dirgli che sono il ragazzo più felice del mondo perché solo dopo che mi sono chiuso tra i miei pensieri ho capito veramente che..che ho tutto quello che potevo desiderare dalla vita. Ma sono stato veramente uno stronzo ieri sera, mi sono fatto prendere dalla paura, è stato così inaspettato che per un momento non ho realizzato che stesse succedendo proprio a me, ho creduto che me l'avrebbe portata via, ma non so nemmeno io come in quel momento sono andato a pensare certe cose. Dio è tutto così complicato!"
Lo sento sbuffare, un freddo gelido mi invade segno che lui si è alzato, sento un conato salirmi e inizio a tossire, apro gli occhi e vedo Marco avvicinarsi di fretta a me e inginocchiarsi a terra, mi accarezza una guancia, ma ha gli occhi preoccupati
"Ehi, che è successo? Come ti senti? Dio mio mi ha fatto morire nel giro di pochi minuti
Mi stringe forte a lui e nonostante la rabbia che provo dentro, tra le sue braccia mi sento a casa, mi sento protetta. Lo scanso di corsa, mi alzo velocemente e corro in bagno con una mano sopra la bocca.
Mi piego sopra la tazza e rigetto tutta la mia rabbia, la mia frustrazione, le mie paure, il mio dolore; lui mi segue subito perché lo sento tenermi i capelli in una presa morbida mentre con l'altra mano mi tiene la fronte.
Non so se sia per lo sforzo o perché ho bisogno di lasciarmi andare, ma piango, vomito e piango, singhiozzo.
Continuo a singhiozzare anche dopo essermi pulita e asciugata, ho bisogno di buttare fuori tutto.
Lui è seduto dietro di me e mi stringe forte dalla vita, cerco di divincolarmi ma non ci riesco la sua presa è troppo forte ed io in questo momento mi sento troppo debole per contrastarlo.
Mi stringe a se e mi culla
"Shh Shh. È tutto ok stai tranquilla, non ti agitare di prego. Calmati."
Le sue parole sembrano invane perché se possibile piango ancora più forte inizio a sputargli addosso tutto l'odio che ho accumulato ieri sera in frasi sconnesse e interrotte dai miei singulti
"PEZZO DI MERDA! COME HAI PO..TUTO! COME HAI POTUTO! IO TI ODIO! TI HO DETTO DI ESSERE INCINTA E MI HAI URLATO CONTRO! TE NE SEI ANDATO E IO AVEVO BISOGNO DI TE INVECE. HAI DEFINITO TUO FIGLIO UN PASSO FALSO! TE NE RENDI CONTO? M..MA CHE RA..Z..ZA DI UOMO SEI EH? UN BASTARDO ECCO COSA SEI!"
Cerco di divincolarmi, la rabbia sta prendendo il sopravvento e nonostante io stia bene tra le sue braccia in questo momento vorrei solo picchiarlo.
Provo a sfuggire dalla sua presa ma non ci riesco, mi tiene stretta a lui e non mi lascia andare.
"Basta basta! Sono stato uno stronzo lo so, e ti chiedo scusa ti prego. Scusami, ma mi sono impaurito, è stata una notizia inaspettata, non lo immaginavo, basta piangere mi uccidi così"
Continua a cullarmi, siamo ancora sul pavimento del bagno e sono ancora rannicchiata tra le sue braccia anche se il mio pianto sembra essersi calmato e il mio respiro tornato regolare.
Quando vede e sente che mi sono calmata, si alza e aiuta anche a me, mi sciacqua e mi asciuga il viso, tutto questo sotto la sua presa salda, il suo tocco in questo momento mi infastidisce così mi scrollo le sue mani dai miei fianchi ma il mio corpo sembra essere troppo debole e provato perché come faccio un passo le gambe mi cedono. Mi prende al volo, mi prende in braccio e lo ringrazio mentalmente per questo perché non credo sarei riuscita a camminare da sola, mi porta in camera e mi adagia delicatamente sul letto, mi toglie le scarpe e mi rimbocca le coperte.
Si siede sul bordo e mi accarezza la fronte, la guancia, mi tocca i capelli, in questo momento mi sta coccolando e i suoi occhi sono supplichevoli di perdonarlo.
"Riposati un po'. So che questa notte non hai dormito, hai bisogno di stare tranquilla e la mia testa matta di certo non ti aiuta. È presto ancora, sono appena le 9, dormi qualche ora."
Continua ad accarezzarmi e piano piano mi rilasso, mi prende anche l'altra mano e glielo lascio fare senza oppormi perché non ce la farei.
"Non so chi dei due non ha collaborato al mio sonno stanotte"
Mi guarda con un'espressione interrogativa e capisco subito che non mi ha capita, i miei occhi diventano pesanti, mi si stanno per chiudere, ma riesco comunque a sussurrargli
"Te e Tuo figlio."

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