Capitolo 7

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Ho passato la notte in bianco, non sono riuscito a prendere sonno, sono appena le 5 di mattina e vicino a me sento il letto muoversi.
Volto lo sguardo e la vedo che si muove con un'espressione buffa in faccia, ha le sopracciglia increspate dove le si viene a formare quella simpatica rughetta tra di esse.
Dopo quello che è successo a casa dei miei appena tornati a casa abbiamo mangiato qualche boccone e poi è crollata, ho notato che in questo ultimo periodo la sonnolenza prevale su qualsiasi altra cosa e tutto lo stress che ha addosso in questo momento di sicuro non la aiuta.
Ha passato una notte un po' turbolenta, l'ho guardata dormire per ore ma non mi infondeva calma e tranquillità come tutte le altre volte, aveva il viso teso e non era tranquilla, non ha fatto altro che rigirarsi e lamentarsi, si è anche alzata più di qualche volta per andare in bagno ed è tornata con gli occhi rossi e gonfi. Non sono riuscito ad andare con lei per il semplice fatto che ho preferito lasciarle i suoi spazi, in situazioni delicate come questa so che ha bisogno di stare da sola, tende ad isolarsi e a volte ho anche paura a disturbarla talmente è assorta nel suo mondo. 

Ore 9:00

Mi sveglio sentendo qualcosa sfiorarmi la guancia, prima ancora di aprire gli occhi so chi può essere, sorrido e mi accoccolo con gli occhi ancora chiusi tra il suo collo e la sua spalla.
"Buongiorno amore mio" mi stringe forte mantenendo le nostre gambe intrecciate e dandomi tanti baci sulla fronte.
"Buongiorno bellezza" mugugno contro il suo collo, senza riuscire a muovermi, la stringo forte a me come se fosse la mia ancora di salvezza.
Pigramente intrufolo la mano sinistra sotto il suo pigiama e lascio una carezza sul suo pancino, la mattina neanche si nota ma quando arriva alla sera, si gonfia e non posso che rimanere affascinato da quella pancina che gironzola per casa.
Lei ridacchia e ritira la pancia
"Hai le mani fredde"
Così per non darle fastidio decido di dare comunque il buongiorno al mio cucciolo, scivolo fino al suo ventre, lo scopro e lascio un bacio nei pressi del suo ombelico, lentamente risalgo e allineo i nostri visi
"Come ti senti?" Vedo il suo sorriso spegnersi seguito da un sospiro mentre continuo a mantenermi sui gomiti per non schiacciarla con il mio peso
"Bene è un parolone, sono in ansia e ho paura, tanta, se..se ci fosse stato...io oddio"
Inizia a blaterale senza riuscire a pronunciare quell'orribile parola, smette di toccarmi i capelli e si porta le mani sul viso coprendosi gli occhi.
"Ei ei devi stare tranquilla, ci sono io, ci sono io con te" gli scanso le mani dal viso e mi perdo in quegli occhi verdi che luccicano dalle lacrime che sta cercando di trattenere, annuisce poco convinta e mi lascia una carezza sulla guancia
"Marco?"
"Dimmi"
"Mi dai un bacio?"  La guardo interdetto, non mi aspettavo questa domanda eppure non vedo l'ora di esaudire questo piccolo desiderio, sorrido e mi avvicino alle sue labbra, la guardo negli occhi come a chiedere silenziosamente il permesso e il suo sorriso timido mi incita a congiungere le nostre labbra.
È un bacio dolce, lento, lei tiene le mani intorno al mio viso mentre le mie accarezzano la curva dei suoi fianchi. Picchietto con la lingua schiudendole le labbra e finalmente inizia la nostra danza, è un continuo rincorrersi.
Appena le nostre lingue si sono sfiorate si è accesa la passione, lei sotto di me ha iniziato a contorcersi e a respirare a fatica, ci stacchiamo piano, restando con le fronti appoggiate l'una all'altro mentre cerchiamo di riprendere fiato. La guardo ed ha le guance rosee, le labbra rosse e gli occhi carichi di desiderio, le sue mani si spostano verso l'orlo della mia maglietta e si intrufolano sotto
"Marco ti voglio"
Ho paura, una paura tremenda di farle male nel suo stato, cerco di trattenermi ma quando sposta le sue mani verso il mio sedere e inizia a leccarmi il collo faccio fatica a rispondere di me, fletto le anche e le faccio sentire quanto la desidero e lei sembra apprezzare perché si muove affannata, mugola e mi strizza i glutei. Sorrido e continuo a spingermi verso la sua intimità mentre le palpo una natica e la bacio delicatamente dalla clavicola all'orecchio.
"Ti..ti pre-go" mi dice tra un ansimo e l'altro, sono completamente appoggiato a lei con la mia erezione che inizia a stare stretta nei pantaloni e a farmi male, guardo il suo viso e potrei venire all'istante, ha gli occhi chiusi, il labbro inferiore tra i denti e cerca di muoversi mantenendomi saldo con le gambe che hanno circondato i miei fianchi.
"Cristo Alice, non so se riesco a trattener-" non mi fa nemmeno finire di parlare che mi prende per la testa e mi zittisce con un bacio da far girar la testa, si aggrappa con entrambe le braccia al mio collo e le mani intrufolate nei miei capelli mentre con le gambe intensifica la stretta; ma decisamente quello che mi fa perdere il controllo sono i suoi fianchi che ondeggiano in direzione del mio membro che non fa altro che pulsare.
Non ci capisco più niente, continuo a farla eccitare cercando di portarla al limite la prendo per il sedere e la spingo verso la mia erezione, mugola di piacere e sospira ma non le basta, prende una mia mano e se la porta all'interno dei pantaloncini che indossa e mentre continua a baciarmi sento che sorride, soddisfatta di aver ottenuto quello che voleva.
"Mh sei audace questa mattina signorina" la guardo con un sorrisetto impertinente mentre lascio dolci carezze alla sue parti intime, gioco con le grandi labbra toccandole piano e allargandole senza soddisfarla
"Stron-" non la faccio nemmeno finire che le impalo dentro due dita, lancia un urlo che va a morire sulla mia spalla, si contorce e trema, inizio a muoverle piano per farla abituare ma è talmente bagnata che la penetrazione avviene senza fatica.
Non resisto più, di fretta abbasso quel poco che serve pantaloni e boxer e mi spingo in lei.
Il paradiso.
Il Mio.
Mi impalo, sto fermo come a cercare di prolungare quel momento il più possibile, ci guardiamo intensamente negli occhi mentre lei con le sue mani delicate mi tocca piano ovunque.
E così, ci perdiamo nel nostro mondo per un po', ci amiamo come mai abbiamo fatto forse, come se fosse la prima volta.

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