Capitolo 63

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P.O.V.'S MARCO
Siamo tornati a casa, a Roma, già da due settimane, ho ripreso a tornare tutti i giorni al distretto e l'ansia di dover lasciare mia moglie e mia figlia mi attanaglia lo stomaco.
Successivamente alla chiamata di quando eravamo in vacanza non mi è arrivato più niente... e questo non so se sia un bene o un male.
"Marco, tutto bene? Sembri un po' distratto ultimamente" il mio capo mi si avvicina durante la pausa e non ho capito minimamente niente della riunione che abbiamo fatto in mattinata
"S..i, si tutto ok" mi guarda come a dire << ma chi vuoi prendere in giro >>
"Vieni con me" mi arrendo e decido di aprirmi a lui, è una persona fidata che senza dubbio può aiutarmi e soprattutto agire lucidamente rispetto a me, ci spostiamo di fuori isolati da tutti e mi confido tranquillamente
"Quando ero in Sardegna, un pomeriggio, erano quasi le 19 mi è arrivata una chiamata da un numero sconosciuto. Era una cvoce roca, maschile che io già ho risentito da qualche parte ma non riesco a collegare. Mi ha in un certo senso minacciato. Io...io non so cosa pensare, se qualcuno ce l'ha con me sicuramente prende di mira l'unica cosa che ho a cuore, mia moglie e mia figlia e io non posso permettermi di mettere a repentaglio la mia famiglia." sono angosciato, non dormo più la notte, e quel poco che riesco a riposare sono continuamente disturbato da brutti pensieri
"Merda. Ne hai parlato con tua moglie?" scuoto la testa e mi paso una mano sul viso appoggiandomi alla ringhiera
"Meglio, per il momento non allarmarla, mostrati normale, tranquillo. Hai avuto prontezza in quel momento?"
"Si abbastanza, non ho intenzione di parlargliene fino a che non ne so qualcosa di più, non voglio farla preoccupare. Quando ho riagganciato la chiamata ho avuto la prontezza a dire che era lavoro e per giorni me ne sono convinto anche io. Appena ho sentito quella voce strana ho avuto la lucidità immediata di registrare la chiamata e di salvarmi il numero. Ho tutto. Ma io da solo non so cosa farmene, io veramente.." entro in uno stato confusionale
"Marco, calmati. Non puoi nella tua posizione permetterti di farti prendere dal panico. Inviami tutto quello che hai e iniziamo da lì. Stai attento quando giri, sia da solo sia con tua moglie, guardati intorno, ogni minima cosa può essere utile, ma mi raccomando salvaguardati in maniera anonima, non devi dare sospetto" annuisco vigorosamente e sapere di avere l'aiuto e l'appoggio di qualcuno mi da forza e soprattuto un po' di coraggio che mi mancava
Poco prima di rimettermi a lavoro faccio una chiamata a mia moglie per sapere come va a casa, ha ancora un mese di maternità, rientrerà a lavoro solo la mattina per qualche ora e lascerà la piccolina al nido della rivista.
"Amore ei" mi risponde affannata dall'altra parte e sento confusione sotto come se stesse all'esterno
"Ei sono fuori, sono venuta a fare un giro al parco con Zoe così prende un po' d'aria visto il bel tempo" ecco, non posso controllarla o chiuderla in una campana di vetro ma la mia ansia prende il sopravvento
"Va bene, io tra un po' qui finisco non vedo l'ora di tornare a casa, oggi è estenuante" sento la sua risata dall'altra parte e questo un po', anche se poco, mi rasserena
"Dai amore, resisti! Io credo mi fermo un po' qui al parco, mi sono portata alcuni documenti di lavoro da leggere, magari nel frattempo Zoe si addormenta visto che da dopo pranzo non ne ha avuto minimamente l'idea del pisolino" il pensiero che rimane fuori casa con la bambina, quindi entrambe a rischio, mi fa stare sulle spine ma confido cercando di non farle percepire la mia preoccupazione
"Va bene, stai attenta però. Ora devo andare ci vediamo più tardi tesoro"

P.O.V.'S ALICE
"Mi scusi" un ragazzo mi disturba dalla mia lettura sedendosi nell'altro lato della panchina dove sono seduta io
"Si?!" lo guardo bene ed effettivamente è un bel ragazzo ma decisamente non il mio tipo
"Posso sedermi qui? Sempre che non la disturbo" accenno un sorriso e rimango stupita del fatto che c'è gente che ancora chiede permesso
"Ma certo, tanto noi tra un po' andiamo" proprio nell'esatto momento in cui il ragazzo si siede Zoe inizia a lamentarsi nell'ovetto
"Amore della mamma ti sei già svegliata" inizio a farle dei versetti e poco dopo prima che scoppi a piangere la prendo in braccio sistemandole i pantaloncini del completino che indossa oggi
"Che bella bambina, quanti mesi ha?"
"Grazie, ne ha fatti 6 qualche giorno fa" sorrido alla piccola mentre lei sgambetta e batte le manine
"Complimenti davvero è stupenda" guardo il mio interlocutore e gli sorrido, non accetto mai i complimenti rivolti a me, ma quando si tratta di mia figlia mi inorgoglisco perchè è semplicemente stupenda
"Se solo dormisse un po' di più, eh polpetta" le tempesto il collo e la guanciotta di baci scatenando la sua risata felice
"Tuo marito non ti aiuta?" lo guardo con le sopracciglia aggrottate e non riesco a capire dove vuole andare a parare
"Non ho detto questo. E non sono cose che ti dovrebbero interessare" mi innervosisco quando mi si tocca sul personale della mia famiglia, è una cosa che non tollero
"Oh scusami mi dispiace, credevo ch-" lo interrompo mentre sistemo Zoe nell'ovetto
"Non perda tempo a scusarsi, devo andare, arrivederci" mi alzo e me ne vado con mia figlia dirigendomi a casa.
Appena entro in casa sistemo la piccola sul divano affianco a me e mi sdraio sul divano nell'assoluto silenzio che è piacevolissimo per le mie orecchie mentre la piccolina si è riappisolata nel tragitto verso casa
Mentre sono intenta a leggere alcuni documenti di lavoro la quiete del momento viene interrotta dal citofono che suona, chiudo gli occhi pregando che la bimba non si svegli e tiro un sospiro di sollievo quando ho la certezza che la cosa non l'ha disturbata minimamente.
Vado ad aprire e trovo mia suocera, le chiedo di fare piano visto che Zoe dorme e ci accomodiamo in sala sedendoci al tavolo
"Allora come mai qui?" Le sorrido ma la noto strana in viso, non ha una bella cera
"Ero di passaggio e ho pensato di fermarmi per vedere anche la piccola" mi sorride ma la sua espressione é tutto fuorché rilassata o serena
"Dorme mi dispiace, ultimamente ha il sonno disturbato e passiamo delle notti da incubo causa anche qualche dentino. Tu sei sicura di stare bene?" Le prendo le mani e percepisco quanto é agitata
"Ho bisogno di parlare con Marco" deglutisce e abbassa lo sguardo
"Paola mi stai facendo preoccupare cosa sta succedendo? Stai male, é successo qualcosa a casa?"
"Quando torna?" é agitata, le trema la voce e ha le mani gelate con le temperature ancora alte
"Beh tra poco ma-" vengo interrotta proprio da mio marito che fa il suo ingresso in casa
"Amoreee!" Mi chiama dall'ingresso e rimane sorpreso quando in sala trova sua madre
"Ciao mamma" mi posa un bacio a stampo e si dirige a posare un bacio in fronte a mia suocera
"Che succede?" Nota subito che qualcosa non va
"É successa una cosa oggi e io non capisco più niente" è confusa e in uno stato di confusione totale. Sta mettendo ansia anche a me, inizio seriamente a preoccuparmi e quando rivolgo lo sguardo a mio marito vedo che la cosa è reciproca
"Mamma cosa è successo"
"Quando sono uscita dal lavoro, erano circa le 14, sotto l'ufficio mi ha fermata un ragazzo, indossava degli occhiali da sole, un berretto nero, una t-shirt nera e dei bermuda di jeans, senza dirmi niente mi ha bloccata per un braccio mostrandomi una vostra foto del matrimonio e mi ha detto con un ghigno raccapricciante aspetti e vedrà" rimango pietrificata sul posto, mi si gela il sangue.
Un attimo dopo Marco tira un pugno sul tavolo in vetro talmente forte che credevo l'avesse crinato, inizia a camminare per la sala come se fosse un leone in gabbia con le mani sulla testa e impreca a bassa voce.
Dopo minuti interminabili riesco a parlare con voce tremolante
"Marco che sta succedendo"
"Cazzo, bastardo figlio di puttana, CAZZO!" Alza la voce calciando una sedia dall'altro lato della sala, il casino sveglia Zoe che inizia a piangere forte e la nonna si precipita subito a prenderla
"Marco, chi è quel ragazzo che ha una nostra foto e che conosce tua madre persino dove lavora" mi avvicino a lui cercando di mantenere la calma e mi guarda come se fosse in procinto di scoppiare a piangere
"Ho ricevuto quando eravamo in Sardegna una chiamata strana, degli avvertimenti da un pazzo che non so chi cazzo sia e che cazzo voglia da me" rimango sconcertata da quello che mi dice
"Perché non me l'hai detto"
"Perché non volevo farti preoccupare senza avere niente tra le mani, stiamo monitorando la situazione dal distretto e se non te l'ho detto è solo per tenerti fuori da questa situazione"
"MA IO SONO TUA MOGLIE ! QUEL CHE RIGUARDA TE RIGUARDA ANCHE ME. IO...io veramente no.. ci credo" alzo la voce contro di lui per sfogare il nervoso e la preoccupazione e poi mi risiedo con i gomiti appoggiati sul tavolo e la testa sulle mani
"Amore. Ali" si inginocchia ai miei piedi richiamando la mia attenzione
"Salvaguardare te e Zoe, proteggervi sempre, anche a costo di rimetterci la vita è lo scopo della mia vita. Voi due venite prima di qualsiasi altra cosa al mondo" mi prende il viso poggiando la sua fronte alla mia
"A te chi ci pensa a proteggerti Marco, senza te noi non siamo niente. Lo sai. Io-" inizio a piangere senza rendermene conto e lui come sempre è lì a sostenermi
"Ei amore, non fare così" mi fiondo addosso a lui stringendolo forte come se avessi paura che scappasse da un momento all'altro
Sono invasa da mille paure, paura per mio marito, paura per mia figlia, paura per cosa può succedere, vivere con l'ansia che qualcosa di male può accadere a chi mi sta vicino, in qualunque momento...

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