Capitolo 70

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P.O.V.'S MARCO
È sabato, è trascorsa un'altra settimana, ho appena finito di preparare la colazione da portare a letto a mia moglie prima di uscire per delle commissioni.
Sistemo meglio il cappuccino e il cornetto sul vassoio e mi dirigo in camera. La trovo che dorme ancora, è su un fianco e tiene la manina di Zoe che dorme beata nella next to me, sono di una dolcezza incredibile.
Poso tutto sul comodino e apro leggermente le tende e mi siedo sul letto vicino a lei, toccandole i capelli e baciandole ogni angolo del volto
"Buongiorno dormigliona" rimane con gli occhi chiusi e sorride
"Ah ma stamattina proprio non riesci a svegliarti" si rigira nel letto, si stropiccia gli occhi e finalmente li apre
"Ciao amore" mi posa un bacio sul palmo della mano che tengo sulla sua guancia
"Sorpresa" mi scosto mostrandole il banchetto e le si illuminano gli occhi
"La colazione a letto!! Grazie" mi stringe a se lasciandomi ripetuti baci a stampo finché non decido di approfondire e la sento mugolare, se ripenso all'amplesso di ieri sera mi scoppia il cervello, è stato fugace, dolce, passionale, ci siamo ritrovati e non c'è stato nulla di più bello
"Facciamo colazione prima che si sveglia?" Annuisce ed usciamo sul balconcino che abbiamo in camera, si stringe nella mia felpa e ci godiamo 10 minuti di tranquillità
"Eccola, si è svegliata" rientriamo dentro e subito come vede la mamma sorride
"Amore mio" la prende in braccio riempiendola di baci e lei se li prende tutti, penso che appena sveglie siano la cosa più bella che io abbia mai visto in vita mia.
Dopo un'ora finalmente siamo tutti pronti, sono in sala a dare una sistemata ai giochi di Zoe tutti sparsi sul divano quando le sento arrivare ridendo
"Fatti vedere da papà quanto sei bella" la tiene in braccio fronte a me e lei sgambetta ridendo. Le ha messo una tuta (pantalone e felpa) color ghiaccio con sotto un body con il colletto che esce fuori, dei calzini color prugna e in testa un cappellino di cotone dello stesso colore. È fine settembre ed inizia a rinfrescare l'aria anche la mattina
"Amore mio ma sei meravigliosa, tutta sportiva" la alzo e me la stringo al petto riempiendola di baci e lei gongola, è una bambina super serena e solare
"Andiamo?" Mia moglie annuisce e prende il passeggino e le nostre giacche e finalmente usciamo di casa
Ci immergiamo poco dopo nel traffico che sembra scorrere e facciamo la prima tappa dal pediatra, Zoe fortunatamente sta bene e cresce a vista d'occhio, appena usciti di lì, andiamo a fare scorta di pannolini e poi ci dirigiamo al distretto, devo lasciare del materiale al quale ho lavorato in questa settimana da casa e anche se rientrerò lunedì avevano urgenza di catalogarlo.
"Ragazzi, che bello vedervi" Vincenzo ci viene incontro e saluta subito mia moglie
"Alice come stai?"
"Andiamo avanti, per fortuna che c'è lei" sorride indicando con un cenno del capo Zoe che è in braccio a me a mordicchiare la catenella del ciuccio, questi dentini ci stanno facendo dannare
"Ho schedato tutto qui, poi lunedì che rientro vediamo meglio insieme se c'è qualcosa che non è chiaro" gli consegno un plico di documenti che mia figlia tenta di prendere, è curiosa di tutto.
Vincenzo ride, posa ciò che gli passo e le allarga le braccia per prenderla, mia figlia va con tutti, si fionda immediatamente in braccio a lui
"Ma quanto sei bella tu eh! Adesso ti faccio vedere dove lavora il papà" mia moglie ridacchia a vedere le sue espressioni, la circondo sulle spalle con un braccio e insieme li seguiamo con lo sguardo mentre fanno il giro dell'area di lavoro comune
"Come va?" Clara ci si avvicina e squadra mia moglie da capo a piedi
"Va tutto bene grazie." Gli rispondo io mettendo a tacere ogni suo punto interrogativo
"Finché farai il tuo lavoro e rimarrai al tuo posto va tutto bene" guardo mia moglie come se le fosse spuntata un'altra testa e rimango scioccato.
Per fortuna Clara fa per rispondere ma viene interrotta da un collega che la chiama per farle vedere qualcosa al pc e quindi indietreggia
"Ma seria?" Guardo Alice e le scoppio a ridere in faccia e lei per giunta mi risponde con un sorrisetto impertinente
"La deve smettere di prendermi per pazza e soprattutto di sbavare addosso a te" rido di gusto e le poso un bacio sulle labbra sussurrandole "mi piaci quando fai la gelosa" lei ride e mi scansa visto che sta tornando Vincenzo da noi con Zoe
"Vai da mamma amore" Alice la prende e lei continua a guardarsi intorno incuriosita
"È bella sveglia eh" annuisco e poi ci salutiamo visto che dobbiamo andare a pranzo dai miei e a quest'ora Roma è davvero trafficata.
Appena arriviamo a casa di mia madre ed entriamo Edoardo ci viene incontro correndo "Tatta tatta tatta" ovviamente non verso di me ma da mia moglie. È cresciuto così tanto, tra 3 mesi farà due anni e a me sembra ieri che ricevemmo la chiamata in piena notte che stava per nascere
"Amoreee" mia moglie si abbassa alla sua altezza e dopo essersi abbracciati lo prende in braccio
"Ciao campione" gli scompiglio i capelli e lui mi fa la linguaccia, non ha preso benissimo la nascita di Zoe, inizialmente la evitava proprio, come se non ci fosse e per lui è stato super difficile accettare che la zia, ovvero mia moglie, avesse una bambina da cui dipendere.
"Ragazzi che bello vedervi" mia madre ci viene incontro abbracciando prima me e Zoe che me la toglie letteralmente dalle braccia e poi salutando mia moglie. Con tutto il trambustò che è successo non ci siamo più visti.
"Alice, tesoro come stai? Va meglio?" Mia moglie le sorride, annuisce e ricambia l'abbraccio per poi far scendere Edoardo che scalpita per correre in salone .
"Ciao tesoro, come stai?" Francesca si fionda su mia moglie, anche se si sentono quasi tutti i giorni, come la vede la abbraccia e sembra non volerla lasciare
"Non me la consumare eh" le faccio l'occhio lino e lei mi imbruttisce scherzando
"Occhio a te a non consumarla. È una santa a stare vicino a te" mio fratello si alza da tavola e come al solito mi punzecchia, per fortuna che viene mi madre in mia difesa
"Non me lo toccate il mio bambino"
"Capirai, al cocco di mamma tutto è concesso. Perfino di mettere in pericolo la moglie incinta" smetto di ridere all'istante, mi faccio serio e tutti lo guardiamo esterrefatto
"Che cazzo dici Andrea" mi avvicino a lui scansandomi da mia madre
"Ti sei reso conto che stavolta l'hai combinata grossa si" lo guardo e non riconosco mio fratello
"Stai scherzando spero" mi esce fuori una risatina isterica, mi avvicino a lui sovrastandolo con la mia altezza e mi metto ad un cm dal suo volto
"No Marco. Tua moglie per poco non ci lascia la pelle, ha 25 anni e una bambina di 6 mesi. Ma dico io cosa ti ha detto il cervello ad immischiarti" fumo dalla rabbia
"Pensi che io non ci penso tutti i giorni? Credi che non ci penso a come l'ho ritrovata? A come me l'hanno ridotta? Ma che cazzo ne sai tu eh. Che cazzo ne sai di me che non dormo più, che sto sempre di guardia, che ho iniziato ad andare da uno psicologo per superare la faccenda e di quanto cazzo io mi senta in colpa per tutto quello che è successo." Alzo il tono fino ad urlare e lo prendo per il colletto della polo
"Marco no, lascialo" mi moglie corre subito e si mette in mezzo a noi, non so nemmeno come fa ad infilarcisi
"Tesoro smettila. Guarda me. Ei guardami" mi richiama e in quegli occhi io trovo la mia salvezza come sempre
"Ne abbiamo già parlato, insieme. Non farti sopraffare dalla rabbia. Io sto bene, stai tranquillo" mi si riempiono gli occhi di lacrime come ogni volta che penso all'accaduto, l'abbraccio d'istinto, e mi lascio cullare dalla sua dolcezza.
"Scusami"
"Smettila Marco. Io sto bene, sono qui con te" inizio a piangere sommesso sulla sua spalla e mi punta le labbra sulla guancia lasciandomi caldi baci e parlandomi a bassa voce
"Ci sono io. Stai tranquillo amore mio. Così bravo, calmati." Mi stringe forte e io ritrovo l'ossigeno
"Tesoro" mi sento toccare la schiena ed è la mia mamma
"Mamma scusa" mi asciugo gli occhi e vedo i suoi tristi
"Marco che succede" mi prende la mano e ci sediamo sulle poltroncine vicino al camino
"Lo psicologo che mi segue al distretto mi ha detto che potrebbe trattarsi di disturbo post traumatico. Io non lo so che cosa sia, ma ho iniziato a non dormire per paura di non avere la situazione sotto controllo, ad avere scatti di rabbia che non riesco a controllare. Ho il terrore di girarmi e ritrovarmeli ovunque pronti a colpirmi di nuovo. Vivo con il senso di colpa per quello che è successo ad Alice e al bambino che aspettava." mi copro gli occhi e cerco di respirare per non sfociare nel pianto che so che non riuscirei a controllare.
"Marco" mio fratello si china vicino a me toccandomi una spalla, mi asciugo gli occhi e alzo lo sguardo
"Scusami. Mi sono fatto prendere, non dovevo provocarti." Scuoto la testa e mi pizzico la base del naso
"Hai ragione, per il lavoro ho messo in pericolo la mia famiglia. Fa solo ancora più male sentirselo dire" scuote la testa
"No ho sbagliato. Non hai fatto nient'altro che il tuo lavoro. E anche bene. Oggi sei stato te, magari domani sarà qualcun altro. Tu non centri" mi abbraccia e lo stringo a me scusandomi un milione di volte.

P.O.V.'S ALICE
Una volta che gli animi si sono distesi, mentre mio marito è fuori in terrazzo con il padre e i bambini richiamo mio cognato in disparte
"Andrea" si volta e mi viene incontro non lo faccio nemmeno parlare che lo blocco subito
"Non ti permettere più" lo guardo seria
"Si lo so ho-"
"Tu non sai niente. Non hai la minima idea dell'inferno che stiamo vivendo. Di quanto mi devo far forza davanti a lui. Nonostante cerchi di nasconderlo sta accusando il colpo, e tutto insieme. Non mi sento libera nemmeno di piangere il feto che mi portavo in grembo perché se lui mi vede o mi sente è la fine. Rimane le ore a letto isolato a torturarsi il cervello. Quindi te lo ripeto: non ti permettere mai più di insinuare robe del genere o di parlarne così a presa diretta. Mio marito non ha colpe, ha fatto solo il suo lavoro. Io glielo ripeterò all'infinito, ma non andare a caricare la dose di sensi di colpa che già prova di suo. Intesi?" L'ho ammutolito, annuisce con il capo e dopodiché mi dileguo in cucina da mia suocera ad aiutarla
"Sono felice che mio figlio abbia accanto una donna come te" mi stringe la mano e mi sorride
"Hai sentito tutto?" Annuisce
"Scusami Paola è che" mi interrompe
"Non devi scusarti. Hai pienamente ragione. Noi abbiamo vissuto l'incubo da fuori, non oso immaginare voi. E non doveva insinuare cose su suo fratello." Annuisco e sospiro
"È un momento difficile, e non solo per quello che è successo. C'è la paura che possa succedere di nuovo e viviamo nell'ansia. Ma sono sicura che supereremo anche questa." Mi si avvicina accarezzandomi una guancia
"Ma certo tesoro! Siete forti, e siete uno la spalla dell'altro. Vi serve solo tempo." Annuisco e la abbraccio.
Poco dopo sistemiamo in tavola i piatti pronti e li richiamiamo tutti a tavola. Marco ha già pensato a far mangiare la piccola che ora è sul tappetone a giocare con Edoardo...o meglio lei prova solo a toccare qualche giochino prima che lui glielo strappi dalle mani
"Edo no così!" Francesca si alza sgridando mio nipote che toglie qualunque cosa dalle mani a Zoe
"Mamma mio. Tutto mio." Lo osservo e provo una tenerezza immensa, è stato per un anno coccolato e pieno di attenzione da parte di tutti noi per poi ritrovarsi un batuffolo vicino
"Si amore sono giochi tuoi ma si condividono con la cuginetta. Quando siamo a casa degli zii tu giochi con i giochini di Zoe, adesso tu fai giocare lei con te." La guarda poco convinto e nel frattempo mia figlia guarda la zia e batte le mani ridendo facendo scoppiare in una fragorosa risata tutti noi.
"È proprio tua figlia." Mio suocero da una pacca sulla spalla a mio marito e si gongola mentre si alza a prenderla in braccio, visto che Edo è venuto a tavola con noi e lei è rimasta sola a terra, fa il labbruccio pronta a scoppiare a piangere
"Vieni da nonno amore" si risiedono a tavola e lei gongola felice accoccolata addosso al nonno.
Finiamo di pranzare e il dolce lo mangio imboccata da mio marito visto che sto cercando di addormentare Zoe attaccata al seno, ormai con la mia ostetrica di fiducia stiamo cercando di toglierlo del tutto visto lo svezzamento ma la poppata appena sveglia la mattina e quella per la nanna rimangono una coccola tutta nostra, abbiamo un solo bonus al quale cedo quando siamo fuori dal nostro ambiente. È una coccola che non sono pronta a toglierle, è ancora così piccola, ed anche se voglio riprendermi i miei spazi e i miei ritmi, sto accompagnando questo "abbandono" con più dolcezza possibile, sia per lei che per me.
Andrea ci scatta una foto, io e mio marito ci guardiamo ridendo mentre con la forchettina mi mette un pezzo di torta in bocca e con Zoe attaccata al seno, mi assicuro di fare in modo che non si vede nulla ne di me ne di lei (il volto) e poi Marco scherzando la pubblica sui social con la descrizione << LAVORO DI SQUADRA 😎 >>

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