Capitolo 8

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Usciamo dallo studio della dottoressa poco dopo esserci calmati, abbiamo i cuori a mille, camminiamo sulle nuvole, sicuramente chi ci vede ci scambierà per pazzi perché abbiamo le facce stralunate.
Saliamo in macchina e apro la cartellina per riguardare l'ecografia, non riesco proprio a trattenermi e scoppio a piangere dal nulla, mi porto una mano sul petto per cercare di calmare il mio battito ma è un'emozione così forte quella che sto provando in questo momento che mi lascio andare completamente sul sedile.
"Oi piccola, vieni qui" Marco mi attira a se e mi stringe forte, lasciandomi qualche bacio in testa e accarezzandomi i capelli nel tentativo di calmarmi
"Anche per me non sembra vero, te l'avevo promesso che sarebbe andato tutto bene" mi dice poco dopo
Ci metto circa 10 minuti a calmarmi, dopo essermi asciugata le guance riporto gli occhi sull'ecografia appena fatta e non posso fare a meno di toccarla, come a fare una carezza al mio piccolino, viene involontario portarmi una mano sul grembo
"Il nostro piccolo miracolo" dico mentre guardo Marco negli occhi, sono lucidi e commossi e, come sempre sono il mio punto di sicurezza e forza

6 settimane dopo

P.O.V.'S MARCO
Rientro nel ristorante e subito vengo attratto dal viso radioso della mia ragazza che sorride dolcemente e annuisce ai discorse tra donne.
Oggi abbiamo una cena con la mia squadra di calcio e sono venute con noi anche le nostre ragazze, chi ce l'ha.
La guardo e non posso fare a meno di spostare i miei occhi sul rigonfiamento del suo ventre, ormai è ben evidente e la sera lievita a dismisura.
Indossa un semplice tubino nero corto con sopra un kimono di raso nero a fiori bianchi allacciato appena sotto il seno, le sue solite dr. Martens che le donano quell'aspetto di bimba e donna al contempo.
È entrata la primavera e lei sembra esser sbocciata, le sue curve cambiano di giorno in giorno, ovviamente in meglio, ha una luce diversa negli occhi, ed è semplicemente bellissima.
Le ragazze continuano a toccarle la pancia e a farle notare quanto stia crescendo, mentre lei se la guarda fiera e lascia una carezza su di essa.
"Preparati a pannolini, profumo di talco e latte" mi dice Stefano un mio compagno di squadra molto più grande di me che ha già due bambini.
Lo guardo e rido "guarda non vedo l'ora credimi"
Mi lascia una pacca sulla spalla e si dirige da sua moglie.
Ci rimettiamo seduti a tavola per mangiare il dolce, quando mi siedo accanto alla mia donna non posso fare a meno di lasciarle una carezza sul ventre e di baciarla, lei mi sorride dolcemente e si appoggia con la testa alla mia spalla sinistra mentre le circondo le spalle con un braccio.
"Come ti senti? Meglio?" Ha combattuto tutto il giorno contro le nausee, ma per fortuna niente di grave, il nostro giovanotto ha recuperato alla grande, il suo cuoricino batte a meraviglia e rientra nella norma per quanto riguarda le 16 settimane di gestazione, da qualche giorno è entrata nel 4º mese e aspettiamo con ansia la prossima settimana per l'ecografia sperando di riuscire a sapere anche il sesso.
"Si decisamente, ho preso l'integratore, sto un fiore. Mangiamo il dolce e poi andiamo?"  Le lascio un bacio in fronte e annuisco.
Ci portano da assaggiare diversi sorbetti e creme varie, dopo esserci ben strafogati, iniziamo a salutare tutti. Per fortuna quando facciamo le cene con la squadra è la società a pagare quindi non dobbiamo perdere tempo a dividere i conti.
"Oh vabbè raga ci vediamo in campo, noi andiamo" dico agli altri lasciando una pacca sulla spalla ad un amico.
Alza lo sguardo su di me e con un sorriso malefico mi dice "ricordati che la tua ragazza è incinta, non ci dare dentro troppo" dopo aver sentito quel che ha detto non mi trattengo e gli do uno scuffiotto giocoso sulla testa scatenando le risate del tavolo "cretino" gli dico poi prima di prendere Alice per mano e uscire nel parcheggio.
Arrivati alla macchina vedo che si appoggia alla portiera e mi guarda, rimango perplesso ma subito dopo gongolo come un bambino perché mi prende dal giacchetto di pelle e mi attira a se facendo scontrare le nostre bocche.
Infila le sue mani tra i miei capelli e mi spinge a se, non riesco a trattenermi e la attiro se possibile ancora più a me, diventiamo un corpo solo, le accarezzo i fianchi per poi portare le mie mani sul suo sedere e strizzandolo, so che effetto le fa e infatti inizia a mugolare.
La spingo verso di me per farle sentire quanto la voglio, il mio amico dei piani bassi ne sta risentendo perché scoppia, pulsa e fa un male cane in questo momento, e di certo i suoi ansimi e il suo seno che preme sul mio petto non aiuta.
Ci stacchiamo piano per riprendere fiato e rimaniamo con le fronti appoggiate, lei ha gli occhi socchiusi e cerca di far calmare il suo respiro mentre io non posso fare a meno di guardarla e rendermi conto di quanto sia perfetta, il mio sguardo scende poi su quel pancino che sfiora il mio addome, lo guardo e sorrido come un ebete mentre glielo sfioro delicatamente spinto dal bisogno di dedicare qualche attenzione anche al nostro piccolino.
Lei si appoggia con la testa sul mio petto e la stringo a me baciandola sulla testa e continuando a toccarle il ventre, so quanto la rilassi
"Cristo non riuscivo più a trattenermi, non so come farò a gestire gli ormoni" mi dice mentre sospira e io scoppio a ridere
"Bambola se questi sono gli ormoni ad agire allora dico proprio che mi piacciono, lo sai che adoro quando mi salti addosso" lei ridacchia e poi si appoggia comodamente alla portiera e mi guarda mentre sposta la sua mano destra sulla mia ancora appoggiata alla sua pancia
"Che ne dici di andare?" Le chiedo mentre la attiro a me e gli stampo tanti baci sul collo facendola ridere
"Si direi che è meglio, perché non ci tengo a prendermi una multa per atti osceni in luogo pubblico"
"Ah donna qui facciamo sul serio, davvero non riusciresti a trattenerti?!" Le dico mentre le sfioro il collo con la punta del naso, sento che deglutisce a fatica e sospira
"Marco ti prego, non giocare perché io sono seria, ti voglio ma non qui, nell'intimità di casa nostra"
La guardo e le circondo il viso con le mani
"Hai ragione piccola, è decisamente meglio, andiamo a smaltire la cena, ti farà bene ti vedo gonfia" la prendo in giro e le lascio un bacio a stampo sulle labbra per poi fare il giro della macchina e salire al lato del guidatore.
La vedo entrare con il muso e mi viene da ridere perché è così buffa, mi diverto a prenderla in giro a volte, sento che sussurra uno "stronzo", ma basta poco per farla cedere perché inizio a farle il solletico nel fianco e lei inizia a ridere e a pregarmi di smetterla. Quella risata, insieme ai suoi occhi che luccicano che mi guardano e mi entrano dentro, sono là combo perfetta per farmi innamorare di questa magnifica ragazza un'altra volta.
Ci mettiamo circa 20 minuti ad arrivare al locale dove siamo diretti, è un posto dove si balla latino americano ed è decisamente troppo tempo che non frequentiamo. Per i problemi che ci sono stati abbiamo smesso di venire a far serate e di andare alla lezione di salsa ogni settimana.
Scendiamo dalla macchina e vedo Alice fermarsi a pochi passi dal cortile esterno
"Ei che succede?" La prendo per le spalle e la attiro a me, alza lo sguardo e rimango spiazzato, sono gonfi di lacrime
"Eh che..non lo sa nessuno, l'abbiamo tenuto solo per noi però inizia a vedersi e...e io ho paura" balbetta e sposta lo sguardo continuamente mentre qualche lacrima sfugge nonostante ha cercato di trattenerle
"Tesoro stai calma, va tutto bene non devi avere paura perché non può succedere più niente ormai. Adesso sta bene, anzi state bene tutti e due e questo è l'importante." Mi guarda e mi sorride, ho capito subito qual era la sua "paura", il fatto di mostrarsi e di mostrare quel pancino che porta l'essenza della vita, della nostra vita, e non per vergogna o per le reazioni altrui ma semplicemente perché da quando abbiamo saputo che la situazione è apposto non lo abbiamo detto o mostrato, oltre che alle nostre famiglie e agli amici che ci vedono, lo abbiamo tenuto per noi perché forse ancora dobbiamo realizzare che adesso stiamo bene veramente.
Dopo una buona dose di coraggio e qualche coccola ci decidiamo ad entrare, e proprio all'entrata incontriamo facce conosciute che subito rimangono stupite da quel che vedono, ci abbracciano e si congratulano con noi per la sorpresa che gli abbiamo fatto.
Riusciamo ad entrare in pista dopo diversi minuti bloccati da chi ci fermava, e andiamo al tavolo dai nostri maestri e vedo il ciuffo colorato di mia zia che nostra complice non ha rivelato niente
Vado subito verso Giorgio, il nostro maestro, e di slancio ci abbracciamo dopo diversi mesi che ci dobbiamo vedere
"Vi siete decisi a tornare eh? Ma che fine avete fatto" ci chiede dopo averci salutati entrambi, con la piccolezza che non si è accorto del dettaglio più importante visto che le luci sono spente
"Eh abbiamo avuto un po' da fare e qualche inceppo che abbiamo preferito rallentare e prenderci del tempo per noi, piuttosto Luciana?" Chiedo di sua moglie, e mi dice che sta in pista a ballare, aspettiamo lei per dirglielo, nel frattempo andiamo a salutare mia zia e mio zio che chiedono subito, mia zia non si trattiene che slaccia il nodo della cintura del kimono di Alice (che nel frattempo ha cercato di chiudere per nascondere ma con vani tentativi) per vedere come il suo nipotino cresce
Appena Luciana torna da noi la salutiamo subito, e rimane diverso tempo abbracciata con Alice, insieme ai miei zii li invitiamo a bere qualcosa con noi al piano bar dicendogli che dobbiamo dargli una notizia.
Io, mio zio e Giorgio procediamo avanti mentre le donne parlano dietro e Alice nel frattempo ha incrociato le braccia cercando di nascondere quel tesoro prezioso.
"Allora? Che dite? Siete spariti tutti e due" ci chiede Luciana, guardo Alice che mi sorride e prende la parola
"Diciamo che abbiamo avuto un po' di cose per la testa e abbiamo preferito dedicarci a noi, però credo che è giusto che lo sappiate e soprattutto che lo sappiate da noi" mi guarda con gli occhi che luccicano mentre gli occhi dei maestri ci guardano in attesa e dubbiosi
La vedo emozionata e in difficoltà così prendo iniziativa, allento il nodo del suo kimono in modo da mostrare la sua pancia e annunciare
"Tra poco saremo in 3"
Le loro espressioni sarebbero da immortalare, sono stupite e felici tanto che ci si lanciano addosso per congratularsi con noi per poi dedicare gli giusti sguardi alla pancia della donna al mio fianco
"Mamma mia non ci posso credere, ma guarda che pancetta già scusa ma di quanto sei?" Chiede Luciana mentre ha lasciato già una dolce carezza sul suo ventre
"Sono appena entrata nella 16º settimana"
"E ce lo dite solo adesso?" Ci chiede Giorgio con gli occhi sbarrati, lancio un'occhiata a mia zia che subito mi capisce e si fa seria intervenendo in mio soccorso, non mi piace quando fanno domande del genere perché significa per noi rivivere quei giorni di malessere e tristezza
"Ecco noi siamo complici ma se non abbiamo detto niente è perché non è uscito dalle mura di famiglia per il semplice fatto che ci sono stati dei problemi e complicanze per cui appena abbiamo avuto la conferma che tutto si era ripreso e andasse per il meglio abbiamo preferito condividere questa gioia in famiglia e metabolizzarlo tra noi dopo giorni di ansia e agonia" mia zia interviene dando spiegazioni che noi in questo momento non riusciamo ancora a sopportare perché fanno troppo male
Giorgio e Luciana ci guardano con occhi tristi e compassionevoli perché hanno capito cosa si celasse dietro le parole di mia zia, poi interviene Giorgio a smorzare quest'aura di tristezza che si è creata prendendo Alice per le mani e allargandole le braccia per osservarla
"Mamma mia fatti vedere quanto sei bella, adesso allora avrò due ferrarine in una giusto?!" Ridiamo tutti per il suo modo carino di chiamarla
"Io direi di brindare che dite? Dai prendo una bottiglia" è come al solito mio zio a prendere l'iniziativa per riportare quei sorrisi sui nostri volti.

Rientriamo a casa intorno alle 2.30, Alice sta morendo dal sonno, era già una dormigliona prima ma adesso con la gravidanza sta dando il meglio di se. Non facciamo in tempo a rientrare che si fionda subito in camera, la seguo e vedo che si spoglia per mettersi il pigiama, mentre infila i pantaloni lascia una carezza al suo pancino e prima di mettersi la maglia corre in bagno.
La seguo e la trovo piegata sul water a vomitarsi l'anima, mi precipito subito da lei e le sostengo la fronte mentre le massaggio la schiena.
Si calma qualche minuto dopo e si appoggia con la testa sulla mia spalla, respirando profondamente.
"Ei che è successo? Ti senti meglio?" Le domando mentre le accarezzo i capelli
"Non lo so, è stato tutto improvviso, ho sentito un'ondata di acidità salirmi alla bocca, mi ha colta alla sprovvista. Sembra che mi è passato sopra un treno."
Le giro il volto e vedo che è pallida, molto pallida direi.
"Dai adesso ci alziamo, ci diamo una rinfrescata e andiamo a letto. Sei molto stanca e hai bisogno di riposarti." Cerco di aiutarla prendendola per le braccia, ma fatica a stare in piedi, iniziò seriamente a preoccuparmi.
"Marco sono tanto stanca"
Mi rendo conto che sta sudando e le si chiudono gli occhi, la sdraio subito e sussulta leggermente per il freddo impatto con le mattonelle, le alzo le gambe e gliele appoggio al muro, prendo un asciugamano e lo bagno con dell'acqua fredda per metterglielo sul collo.
La rinfresco sul viso, sul collo e sul petto mentre vedo che pian piano riprende colorito.
"Tesoro mi hai fatto spaventare, ti senti un po' meglio adesso?"
Mi guarda e mi accenna un sorriso mentre mi stringe la mano che tengo sulla sua guancia.
"Andiamo a letto? Ho sonno Marco"
La aiuto ad alzarsi e la vedo già più stabile, ci laviamo i denti e torniamo in camera, si mette seduta a gambe incrociate sul letto e sbadiglia.
La guardo dal ciglio della porta del bagno, è in reggiseno ed è molto ma molto assonnata e stanca, sono giorni che combatte contro le nausee eppure è ancora lì, la mia piccola donna. Si rende conto di essere osservata e alza lo sguardo colta in flagrante mentre dedicava dolci parole al nostro bambino.
Mi sorride e io la trovo la cosa più dolce del mondo.
"Che fai papà, non vieni a letto?" Papà, quando mi chiama così sento che scoppia dentro di me un amore nuovo. Mi precipito a letto e mi sdraio su un fianco ad osservarla mentre si sfila il reggiseno e con molto calma indossa la maglietta del pigiama. Il suo seno si è gonfiato ancora di più e lei non lo accetta, dice che la rende volgare e sgraziata ma non si rende conto che per me è perfetta. In questi giorni ho notato che anche il seno le fa male, dice di averlo sempre duro e dolorante.
Si sdraia anche lei e si intrufola tra le mie braccia, la circondo e arrivato a fine serata posso dire di essere tranquillo e felice.
Ho il mondo e tutto ciò di cui ho bisogno tra le mie braccia.

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