Capitolo 13: Effetto collaterale

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Per l'ennesima volta mi sono sentita rifiutata.

Vorrei capire cosa ha spinto mio padre a negarsi la possibilità di ritornare seppur parzialmente un uomo libero e che soprattutto ci avrebbe permesso di vederci più spesso per poter ricostruire quello che eravamo: una famiglia.

Vorrei chiedergli cosa lo ha portato a questa decisione. Ma dentro di me lo so bene. Vuole punirsi e vuole che la sua punizione continui in eterno. Il suo senso di colpa non avrà mai fine e lui non troverà mai per se stesso la pace del perdono.

Teresa mi sta fissando nella speranza che le dica qualcosa, ma io proprio non ci riesco a parlare, non ora almeno. «Non lo prendere come un fatto personale contro di te. Non è te che vuole colpire, e questo lo sai bene. Diciamo che tu sei un 'effetto collaterale'. E' se stesso che vuole punire!» mi dice alzandosi dalla sedia dietro la scrivania e venendosi a sedere accanto a me.

Scuoto la testa «Effetto collaterale fino ad oggi non mi aveva mai chiamato nessuno!» rispondo ironica «Zingara, kurve*, sfigata, me ne hanno dette di tutti i colori, ma giuro 'effetto collaterale' proprio mi mancava»dico ridendo sarcastica.

«Non era riferito a te come persona, era per farti capire che non è te che vuole punire, ma solo se stesso».

«Ho capito Teresa, tranquilla, ma mi sento una merda lo stesso, la cosa non cambia» dico alzandomi. Voglio uscire da quella stanza, mi manca l'aria. «Un'ultima cosa» e intanto sono già in piedi vicino alla porta con la mano sulla maniglia per aprirla e scappare «Vorrei vederlo. Nonostante tutto mi manca e gli voglio bene» dico a mezza voce come se quasi mi vergognassi di quel mio sentimento «Non lo vedo da anni ormai...sono cresciuta, ho capito un sacco di cose. Voglio dirglielo che non lo incolpo di nulla. Gli voglio bene come gliene ho sempre voluto, non ho mai smesso. Voglio sapere se lui invece a me ne vuole ancora un po'...»

«Ne parlo con l'assistente sociale alla prossima riunione e ti faccio sapere. Anche io credo sia ormai giunto il tempo d'incontrarvi, sei ormai quasi una donna, stai superando bene gli ultimi eventi. Ti vedo più tranquilla, vero? Ti senti meglio da quando sei qui?» Mi chiede Teresa mentre prende appunti su un foglio che poi inserisce nel mio fascicolo.

«Tranquilla è una parola grossa...sto meglio però, dai sì, diciamo che sto meglio. Aggiornami appena sai qualcosa» taglio corto.

Apro la porta e me la richiudo alle spalle avviandomi verso la mia stanza. Spalanco il piccolo armadio color legno che si trova alla destra del mio letto e nell'ultimo cassetto in basso nascosta sotto i maglioni prendo una scatoletta di legno. Piano tiro fuori le cartine e inizio delicatamente a rollare un joint. Ora è proprio quello che ci vuole. Solo così mi sento davvero tranquilla.

Mentre lo faccio affiora nella mia mente un ricordo di qualche giorno fa a scuola: la stessa operazione fatta da due bellissime mani con la chiave di sol tatuata su un dito.

"A volte la mente fa proprio strani scherzi" penso mentre apro la finestra per far uscire il fumo e disperdere l'odore di paradiso che si sta diffondendo nella mia stanza. Mi siedo sul davanzale per godere al meglio di quel momento di relax divino e la mente inizia a vagare libera e leggera da ogni pensiero negativo. Mi rimetto di nuovo a pensare a quelle mani, e non solo a quelle. "Ehi Eleonora che ti prende? Non ricascarci di nuovo! Meglio tenersi alla larga da certe sensazioni! Sai che poi non ti portano a fare scelte sensate!" la mia coscienza ogni tanto si fa risentire.

Peccato però non sapere neanche il nome. Chiederò a Camilla, lei sa tutto di tutti, o a Davide? No, a Davide no, meglio evitare, qualcosa mi dice che questa sia proprio un'opzione da scartare.

Mentre mi perdo dietro a tutti questi pensieri sento il cellulare vibrare.
Il telefono da quando sono arrivata in casa famiglia non è un elemento prioritario della mia esistenza. Ho cambiato numero telefonico per tagliare tutti i ponti con le situazioni che ho lasciato alle mie spalle partendo dalla Toscana, non mi va che all'improvviso si ripresenti qualcuno che non voglio sentire. Anche per questo non ho profili social. Ho provato in qualche modo a dare una svolta alla mia vita e qualcosa del mio passato potrebbe tornare a disturbarmi.

C'è un messaggio sulla chat di WhatsApp da un numero sconosciuto:

Hola chica! Tranquilla non sono uno stalker! AHAHAHAHAH. Sono solo Davide. Non provare a chiedermi come ho fatto ad avere il tuo numero...ho le mie fonti e non te le svelerò mai. Ci vediamo domani mattina prima di entrare a scuola? Ti offro la colazione, ti va? P.S. salva il mio numero ;)

Ok va bene. Arrivo alle sette e quarantacinque.
Rispondo velocemente senza pensarci poi troppo. So che se ci penso poi una scusa per rifiutare la trovo di sicuro e allora è meglio agire d'impulso e non arrovellarmi in inutili paranoie. Sorrido mentre salvo il numero in rubrica con una D. E mi ritrovo la sua foto profilo con il suo bel sorriso e i suoi luminosi occhi azzurri. Carino, davvero carino.

Noto che il tuo entusiasmo è alle stelle, AHAHAH, va beh dai, domani mattina ti farò ricredere io. Buona serata e non pensarmi troppo, mi raccomando! La risposta è rapidissima.

Lo so che non sono molto espansiva nelle risposte al telefono, ma sono fatta così. Per la cronaca la mia foto profilo è un cerchio nero con le lettere delle iniziali del mio nome e cognome EV in bianco. Questo la spiega proprio lunga sul mio carattere.

Poggio il telefono sul comodino. Non risponderò, non saprei cosa scrivere. E poi devo scendere in cucina ad aiutare a preparare la cena. L'effetto benefico della 'sigaretta magica' sta già svanendo.

*KURVE: In albanese è l'equivalente del nostro puttana

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*KURVE: In albanese è l'equivalente del nostro puttana.

Il passato di Eleonora è davvero ingombrante, ma nonostante questo si stanno aprendo degli spiragli verso un futuro forse migliore? Speriamo bene ed incrociamo le dita per lei.

Grazie a chi mi sta seguendo con costanza, un po meno grazie a chi mi ha abbandonato strada facendo...ma va beh l'avevo messo in conto. Non sempre tutti rispettano lo scambio di lettura. Io personalmente se prendo un impegno del genere lo porta a termine, ma non siamo tutti uguali.

Un abbraccio a tutti!

Vita sbagliata - L'età dell'adolescenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora