Capitolo 43: Decisioni.

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Ho il cervello in confusione totale. Nervosamente infilo una sigaretta tra le labbra ma le dita perdono la presa sull'accendino. Che cazzo, mi tremano le mani, faccio fatica ad accendere, ma alla fine ci riesco. Aspiro con avidità la prima boccata, forse ora ci sarebbe voluta una delle mie 'sigarette magiche', almeno mi sarei rilassata e avrei visto tutta questa serata di merda sotto una luce diversa.

Invece mi tocca guardare in faccia la realtà delle cose: quello che sei te lo porti sempre dietro, è difficile sfuggire alla propria vita. Sei marchiata per sempre, sei diversa, sei sbagliata. 

No, Ele non piangere. Resisti, non dare a nessuno la soddisfazione di vederti fuori come ti senti ora dentro... A pezzi. 

Prendo il cellulare per cercare di allentare la tensione,  ho ricordato ora i messaggi di Ergi e Camilla che prima non ho letto. Cami vuole una foto del mio outfit, la sua eterna fissazione: i vestiti! Le rispondo che non ne ho fatte per la fretta. Non so se le parlerò mai di quello che è successo. Ergi invece è sempre il solito con i suoi doppi sensi. Vuole sapere se qualche volta il vestito lo indosserò solo per lui, per una birra notturna in giardino. La mia risposta è la foto del mio dito medio! Noto con sollievo che il tremolio alle mani si è leggermente calmato. Sento comunque ancora una forte sensazione di disagio che mi pervade tutta.

Ora basta! Mi guardo intorno per l'ultima volta, ho aspettato, sperando, di vedere Davide tornare da me per dirmi qualcosa, che ne so, una parola, un cenno di scusa. Purtroppo caratterialmente provo sempre a dare alle persone che sbagliano nei miei confronti, un'altra opportunità, ma in questo caso non vedo davvero uno spiraglio di uscita.  Di Emanuele neanche l'ombra. Che altro tipo del cazzo! 

Spariscono tutti, come se nessuno volesse starmi vicino! 

Spengo la sigaretta schiacciandola nervosamente sotto la scarpa, sfogando la mia rabbia sul perfettissimo prato inglese di questa maledettissima villa.

Saluti a tutti: Eleonora Viiperi toglie il disturbo, e tranquilli, vado via come sono arrivata, a mani vuote, senza derubare nessuno!

Questa festa del cazzo non fa per me. Ci ho messo un po' a realizzarlo, ma finalmente l'ho capito, qui io non c'entro nulla, non è un ambiente in cui io mi posso sentire a mio agio. Troppa gente con la puzza sotto al naso che mi guarda di traverso. Non ne posso più, da quando sono piccola incontro sempre gente che mi osserva così e poi mi giudica alle spalle. 

Andate tutti a farvi fottere!

Attraverso il giardino cercando di trovare una via di uscita, questo prato mi sembra un campo da golf, non che io abbia mai attraversato un campo da golf nella mia vita. Le mie scarpe affondando nell'erba morbida, che fastidio, non riesco a camminare alla velocità che vorrei. Ecco che un'idea mi balena in testa: le tolgo. Mi fermo poco lontana da uno degli ultimi gruppetti di invitati che si sono defilati in questo angolo tranquillo sorseggiando i loro cocktail, e con noncuranza mi abbasso per slacciare gli anfibi. Le due ragazze del gruppetto mi guardano stranite. Mi trattengo da mostrar loro il dito medio e noncurante dei loro sguardi schifati mi avvio di nuovo ormai a piedi nudi. Che bella sensazione quelle dell'erba fresca sotto i piedi, davvero rilassante. Ora sì che procedo più spedita verso l'uscita. 

A trovarla però! 

Finalmente noto alla mia destra una specie di spazio tra la fitta siepe che circonda il prato e mi ci infilo. Finalmente sono fuori! Calzo nuovamente le scarpe e mi avventuro verso la libertà!

Ma ora dove vado? C'è una stradina sabbiosa che costeggia all'esterno la siepe, ma sinceramente non riesco a orientarmi, non so se percorrerla verso destra o verso sinistra. Che casino! Mi affido al mio scarso senso dell'orientamento e decido di proseguire verso sinistra con la speranza di riuscire a trovare la strada principale. Sto camminando da qualche minuto e ormai i suoni della festa sono lontani. Ho come la sensazione di essere in un vicolo cieco e non riesco a trovare la via di uscita. La stradina è praticamente al buio, meno male che c'è la luna piena la cui luce argentata mi facilita leggermente. Credo di aver preso la direzione sbagliata, a destra e sinistra solo siepi alte, della strada principale nessun segno. Questo deve essere un camminamento di servizio per i giardinieri. 

Vita sbagliata - L'età dell'adolescenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora